San Marcellino è un comune di 12.419 abitanti della
provincia di Caserta. Paese agricolo della Terra di
Lavoro, è posto a metà strada tra Napoli e Caserta,
sulla strada che da Aversa porta a Villa Literno. Fa
parte del comprensorio dei paesi detto Agro Aversano,
che comprende molti comuni della provincia di Caserta,
tra cui Aversa, Sant'Arpino, Trentola-Ducenta, Lusciano,
Parete, Casaluce, Casal di Principe, Frignano, Teverola,
Carinaro, Cesa, Villa di Briano, Casapesenna, Villa
Literno, San Cipriano d'Aversa, Castelvolturno,
Gricignano di Aversa, Orta di Atella, Succivo. La
principale risorsa produttiva di San Marcellino rimane
l'agricoltura, anche se ancora oggi non riesce ad
assumere il giusto ruolo nell'ambito dell'economia
locale. I suoi campi producono ortaggi, mele, pere,
prugne, pesche, pomodori, noci e un'uva Asprina, da cui
si ricava un vino eccellente.
La Storia
Le origini non si scordano mai
Il territorio di San Marcellino fu abitato sin dal
periodo neolitico, come attestano ritrovamenti
archeologici di utensili e armi rudimentali di selce
lavorata, venuti alla luce nel secolo scorso ed ora
conservati nel museo di Capua. L'origine del paese vero
e proprio si colloca intorno al VI secolo d.C. sotto i
Longobardi. Comunque le notizie più antiche su San
Marcellino parlano di un piccolo villaggio chiamato "Tre
Torri". Le sorti del villaggio "Tre Torri" paiono legate
al violento terremoto che distrusse, riducendolo a
rovine, il villaggio di Sant'Anastasio, che si trovava
tra il comune di Casapesenna e le Tre Torri, e che
indusse i superstiti a trasferirsi nel vicino Tre Torri,
in cui già si stavano spostando molti abitanti di paesi
vicini e di località lontane, come appunto gli abitanti
di Piedimonte d'Alife. In questo modo il paese si
ingrandì notevolmente e, quasi sicuramente sotto la
pressione degli ex-abitanti di Piedimonte d'Alife, il
cui santo protettore è San Marcellino Prete e Martire,
si pose anche il villaggio delle Tre Torri sotto la
protezione di San Marcellino e si mutò quindi il nome
del villaggio da Tre Torri in San Marcellino. Quindi il
toponimo San Marcellino deriva dalla devozione che gli
immigranti provenienti da Piedimonte d'Alife avevano per
il martire. Furono loro, infatti, a fondare il nuovo
paese, che, trovandosi al confine tra i ducati
longobardi di Capua e di Napoli, godette di una certa
autonomia fino alla venuta di Rainulfo Drengot,
guerriero normanno e fondatore di Aversa. Insieme a
Frignano Maggiore, Marano, Frignano Piccolo e Briana,
San Marcellino costituiva uno dei principali
raggruppamenti della Liburia, la regione comprendente la
Contea di Aversa. La campagna di San Marcellino, che si
divideva nel campo di Sant'Arcangelo, di San Giovanni,
del Monaco, del Volet Cena, era attraversata da una via
pubblica nella contrada Bignola, presso la località
Cucumari, cosiddetta per la produzione di cocomeri. Essa
confinava col bosco della vicina Villa di Ceparano.
Nell'862 San Marcellino fu al centro di una lotta tra
Landone II il Giovine e Paldone Rapinato, appartenente
ai Napoletani. Nonostante la sconfitta di Paldone a
Ferrajano (Frignano Piccolo), le discordie continuarono
e i confini di Napoli si estesero fino a Lusciano,
Frignano e San Marcellino. La Libura fu così divisa in
Liburia Ducale o de partibus Militiae, appartenente ai
Napoletani e di cui faceva parte San Marcellino, e in
Liburia longobardica, appartenente ai Longobardi di
Capua. Notizie più documentate sull'esistenza di San
Marcellino risalgono all'XI secolo, alla venuta dei
Normanni nell'Italia Meridionale, quando si installarono
i feudi e i diritti baronali. I primi baroni del
villaggio furono della Famiglia Iovar Di Castiglia che
fecero costruire la Cappella del Ss.mo Crocifisso,
assegnando ad essa quattro moggi di terreno a titolo di
beneficio. In quest'ultimo si trovavano seppelliti molti
di questa famiglia. Ai Marchesi Iovar successe la
famiglia ducale di Noja e a questa, per mancanza di
figli maschi, successe il principe di Sant'Elia, nipote
del Cardinale Racca di Messina. In seguito il feudo fu
venduto al barone Cafarelli e di lì passò nelle mani dei
suoi eredi Siciliani. A seguito di numerose vicende, di
cui però si ha scarsa notizia, dopo l'unità d'Italia, il
piccolo centro entrò a far parte della provincia di
Terra di Lavoro. Con la soppressione della suddetta
provincia nel 1927 e il riassetto territoriale decretato
nel ventennio fascista San Marcellino venne dimezzata a
vantaggio dei comuni limitrofi, Frignano Maggiore e
Frignano Piccolo (oggi Villa di Briano).
Centro Storico
Chiesa Madre di San Marcellino Martire - dedicata al
santo patrono ("Divo Marcellino Presb. et Mart. Paroecia
dicata"), la sua costruzione risale al 1125, su una
preesistente cappella, ubicata sul lato orientale,
intitolata sempre a San Marcellino, per ricordare il suo
passaggio nei viaggi ecclesiastici. La chiesa è stata
rimaneggiata nella seconda metà del XVI secolo e nel
XVIII secolo, ed infine più recentemente nel 1875 e nel
1954, quando il parroco, mons. Bernardino Barbato fece
allungare la chiesa verso l'interno e fece dipingere le
volte dal pittore napoletano Carmine Adamo, che
ripercorse le varie fasi della vita religiosa del Santo
patrono Marcellino. La prima costruzione era ubicata sul
lato est della struttura odierna ed era realizzata in
tufo e coperta a volta. Con il primo restauro
cinquecentesco la chiesa fu ampliata verso destra
presentandosi in un'unica navata, che non superava gli
odierni tabernacoli laterali. La facciata è un tipico
esempio di architettura neoclassica, divisa da quattro
lesene, con capitelli compositi, culminante in un
timpano. Nel 1875 all'ingresso della chiesa è stato
costruita una scala in pietra arsa vesuviana. Con
l'ultimo ampliamento novecentesco la chiesa fu allungata
oltre l'abside ed abbellita di nuove opere d'arte.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie - si trova sulla
strada più antica del paese, il decumano Via Roma, che
la costeggia sul lato sud. Ha una pianta a croce latina,
coperta a due falde, con un piccolo campanile al fianco
ed una piccola sagrestia dietro l'abside
quattrocentesca. La chiesa conserva un antico affresco
sopra l'altare risalente al XIV secolo, raffigurante la
Madonna delle Grazie con Bambino sulle ginocchia e
figura di Evangelista a destra, opera di anonimo autore.
Palazzo Ducale - in piazza ducale. In origine palazzo
marchesale, fu fatto costruire dal marchese Iovar di
Castiglia nel XVI secolo su un preesistente fortilizio
turrito, donato da Carlo d'Angiò al cavaliere francese
Jean Troussevache nel 1300. Esso si presenta a due
piani, uno terreno e l'altro nobile, e sopra di essi vi
è un granile coperto con un tetto. L'imponente portale
settecentesco d'ingresso è situato al centro del
fabbricato affiancato da tre finestre a destra e tre a
sinistra. Il palazzo è attualmente proprietà della
famiglia Picone.
Palazzo De Paola - attuale sede municipale, è stato
dichiarato dal Ministero per i Beni e le Attività
Culturali d'interesse storico-artistico. Palazzo Conte -
edificio del XVI secolo posto nella parte storica del
paese e dietro le spalle del palazzo del comune.
Festa Patronale
Il Santo Patrono San Marcellino viene celebrato il 2
giugno. I festeggiamenti, che sono noti per la massiccia
partecipazione anche dei cittadini dei comuni limitrofi,
si protraggono per due settimane, durante le quali il
paese è addobbato dalle luminarie in tutte le strade.
Il Santo Patrono è fatto uscire dalla chiesa e portato
in spalla in tutte le abitazioni della cittadina
casertana, allegoria del Martire che entra con la sua
benedizione nei cuori/abitazioni dei suoi compaesani.
Questa processione, molto sentita, va avanti per due
giorni di seguito, fino a quando, al termine della
processione, hanno luogo "il ballo del santo" ed altre
usanze folkloristiche.
Tratto da
http://dongiacomofrancesco.myblog.it/, per gentile
concessione del prof. Francesco Dongiacomo. Marzo 2012 |