Le mille città del Sud


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Sicilia

Randazzo (Ct)

 

Costruita in pietra lavica a 765 metri di altitudine sulle pendici settentrionali dell'Etna, la cittadina è situata sulla destra dell'Alcantara, ed è il paese più vicino ai crateri del vulcano. Randazzo fu fondata in età bizantina su un preesistente centro siculo, e fu importante tra il XIII e XIV secolo, quando fu protetta da un muro lungo tre chilometri, del quale rimangono alcuni tratti, come Porta Aragonese. L'edificio principale è la chiesa di Santa Maria, costruita tra il 1217 e il 1239.

Dell'originaria costruzione normanno-sveva restano oggi le absidi e i muri laterali, pregevoli esempi di architettura in pietra lavica. Di stile catalano del XV secolo sono i due portali laterali e le finestre a baldacchino sui fianchi. Nel vasto interno, tripartito da colonne in pietra lavica, si conservano alcune opere scultoree della cerchia dei Gagini. Vi si trovano inoltre vari dipinti settecenteschi di Giuseppe Velasquez e due tele del Cinquecento, la Salvezza di Randazzo e la Pentecoste.

Alla fine del corso principale, si giunge a piazza San Francesco d'Assisi, dominata dal Palazzo Comunale. Nelle strade laterali s'incontrano esempi di architettura medievale: la più caratteristica della città è via degli Archi. Su piazza San Nicolò si apre la chiesa omonima, dalla facciata tardo-rinascimentale in pietra lavica. Della chiesa preesistente, eretta nel XIV secolo, restano solo le absidi. Nell'interno si trovano opere scultoree gaginesche e alcune tavole del Cinquecento.

Da non perdere il Museo Archeologico Vagliasindi, che espone reperti greci del centro di Tissa, e il Museo di Scienze Naturali, che ospita la più grande raccolta siciliana di uccelli imbalsamati. La chiesa di San Martino conserva dell'originaria struttura del XIV secolo lo splendido campanile a strisce alterne di lava e calcare con doppio ordine di finestre. L'interno custodisce una vasca battesimale del 1447, una pregevole scultura gaginesca, una tavola di ambiente messinese e un tabernacolo quattrocentesco. Il palazzo Finocchiaro, costruito agli inizi del Cinquecento, presenta una facciata con bifore a ogiva e un'iscrizione latina.

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