Note
critiche
Gaetano
Provenzale (Palermo, 1972). Scrive di lui Ewan Margilli: “[…] nelle opere di
Gaetano Provenzale c’è più di ciò che si può dire. Qui, senza santificare ed
edulcorare, l’autore promuove la ricomparsa della qualità estetica della
cultura occidentale. Quella che non si fa etichettare da storici e critici,
che non ama gli "-ismi" (compresi gli idiotismi utilitari di tutti i
comformi-ismi), e che si mostra per ciò che è, confrontandosi con colori mai
canterini, azioni congrue alla creazione materica iper-evoluta e
all’autenticità dei sentimenti privi recule. Mai guardando al mercato.
Cifra comunicativa di poca manicalunga quella di Gaetano Provenzale, priva
di ricerca di auracità (per nascondere macchie dell’anima) e talmente sicura
da privarsi d’aneddoti e borghesi fumisterie simboliste. E farsi riconoscere
immediatamente come lettura fotografica di una realtà, prima tagliata e
velocizzata nella prospettiva, poi restituita sul piano di un’azione che
mixa colori, materia e sentimenti. Sulle sue opere insiste una luce continua
d’onda che, priva di toni da illuminotecnica moderna, non vuole sorprendere
con particolari intriganti. Ci insegna che ogni opera inquadra e descrive un
momento particolare: sottolinearne una parte significa mettere in secondo
piano tutto il resto. Si può fare con le scenografie, ma non con i
sentimenti veri. Gaetano Provenzale opera una hegeliana ricognizione di
luoghi che costituiscono il nostro paesaggio interiore. Lo fa per noi e per
se stesso, annullando secoli di accademie, anni di tendenze e mesi d’arte di
consumo. Cogliendo il lungo attimo della creazione. Rispettandola […]”.
Tratto dal catalogo della mostra “Entropia. Gaetano Provenzale” Galleria PizzArtè Via Gisira, 62/68 - Catania
5 - 17 dicembre 2006, in collaborazione con TRIBE ART - La Guida / Il
Mensile degli Eventi d’Arte in Sicilia.
www.tribearl.it info@tribearl.it