Le mille città del Sud


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Basilicata Orientale

 

Potenza

 

La Basilicata è tradizionalmente considerata una regione agricola, poco fertile se non addirittura brulla, sinonimo di emigrazione ed arretratezza. Terra di antichi briganti, che si opposero a lungo alle truppe piemontesi calate nel 1860 alla conquista degli antichi regni del sud. In quel periodo storico avvennero fatti contrastanti, peraltro ben documentati da storici rispettabili e distaccati, anche stranieri. A mio avviso, non è responsabile, né storicamente corretto, rivalutare “in blocco” il brigantaggio post-unitario, come alcuni oggi tentano di fare. Avvennero nefandezze e crimini che non possono essere accomunati ai veri e propri atti di resistenza contro il novello stato unitario. Ma è altrettanto iniquo il ricorrere al “giustificalismo a tutti i costi” per sottoporre le stragi, le spoliazioni, le violenze perpetrate dai “Piemontesi” sui contadini, non solo sui briganti, al valore dell’unità statale italiana, in cui, sia ben chiaro, chi scrive crede fermamente. Ma a quei tempi, i contadini non sapevano neanche cosa fosse  l’unità dello Stato italiano, visto che loro uno stato unico ed indipendente lo conoscevano da secoli. Per decenni, le loro condizioni peggiorarono, ci fu l’emigrazione di massa, le chiamate alle armi, le guerre mondiali, turche, coloniali, spagnole, ed il supplizio della dittatura fascista, sicuramente il peggior regime sofferto dal Sud nella sua storia. È seguito quindi il clientelismo soporifero Dc, e ancora oggi grava sulla regione il tentativo degli “eredi” di riprendersi l’elettorato e di riconquistare i privilegi parassitari.

La Lucania ha oggi quasi gli stessi abitanti che nel 1860. Per più di cento anni è stata terra dimenticata, serbatoio di clientele per i politici. Ma, attraverso l’emigrazione di mano d’opera a basso costo, fonte di ricchezza e sviluppo per altre regioni e nazioni. Nelle masserie del paesino di mia madre, Maschito, fino al 1970 non c’era elettricità, telefono, tv, strade asfaltate, ferrovia (quest’ultima non c’è neanche adesso!) ... Molto è stato fatto nell’ultimo decennio del Novecento, grazie all’impulso di forze progressiste, ma ancora oggi la Lucania non dispone di uno scalo aeroportuale, di autostrade, di gas di città, tanto per fare degli esempi. Potenza, il capoluogo di regione, era negli anni '70 un paesino arroccato sulle alture, raggiungibile solo mediante una tortuosa e franante “statale”, o con una linea ferroviaria degna di un museo di vetero- tecnologia. Un punto di riferimento solo per la presenza del tribunale e della Prefettura.

Oggi Potenza si presenta come una città in trasformazione, con una nuova parte moderna che si è espansa nel fondovalle, e il centro storico installato su un colle a 823 metri d'altezza, l'antica Potentia romana che fu dotata di una cinta muraria medievale. Il centro storico è imperniato sulla piazza dedicata a Mario Pagano, storico e rivoluzionario, giustiziato dopo i moti repubblicani del 1799: creata nella seconda metà dell'Ottocento, la piazza ospita il Palazzo del Governo  e il teatro Francesco Stabile, che venne realizzato dall'architetto Pisanti sul modello del San Carlo di Napoli. Da visitare anche piazza Matteotti, che era in origine chiamata "del Sedile", perché in uno dei suoi palazzi si riuniva il Consiglio della antica Provincia. D’interesse storico piazzetta Duca della Verdura, già luogo di mercato, realizzata nel 1843 sul largo di Piano Tassiello.

La Madonna del terremoto

La strada principale è via Pretoria, il salotto della città, meta di passeggiate, soste ai café, e di shopping. Segnaliamo la duecentesca chiesa di San Francesco, che ospita la Madonna del Terremoto, di fattura bizantina, e la Pietà del Pietrafesa; la chiesa della Santissima Trinità, con statue lignee di scuola napoletana; la chiesa romanica di San Michele Arcangelo con le sculture dei maestri Sarolo di Muro Lucano. Il Duomo è dedicato a San Gerardo. In suo onore nel mese di maggio viene celebrata la festa della Cacciata dei Turchi.

Di grande interesse è il Museo Archeologico, con reperti provenienti da tutto il territorio lucano, in particolare da Metaponto e da Serra di Vaglio, località in cui l'antichissima civiltà lucana si sviluppo ed entrò in contatto con quella greca.


Articolo tratto da Ulisse, rivista di bordo dell’Alitalia, Speciale Basilicata Cultura, 2004

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