«Un'opera inutile e dannosa»
ambientalisti in piazza contro il ponte sullo Stretto
di
red
In migliaia da tutta Italia per protestare contro il «più grande spreco di soldi che il Governo Berlusconi abbia mai concepito: un canone annuo di 100 milioni di Euro imposto alle Ferrovie dello Stato per il transito dei treni sul ponte sullo stretto. Un canone che metterà in ginocchio le FS e lascerà nel degrado più totale il sistema dei trasporti del Mezzogiorno». Le tre principali associazioni ambientaliste- Italia Nostra, Legambiente e Wwf - definiscono senza precedenti per partecipazione le manifestazioni organizzate sabato mattina a Reggio Calabria e nel pomeriggio a Messina, contro la realizzazione del Ponte sullo Stretto.
Tante le adesioni all'iniziativa, dai candidati alla Presidenza delle Regioni Calabria e Puglia, Agazio Loiero e Nichi Vendola ad esponenti dell'Europarlamento. Da personalità come Tano Grasso ai sindaci dei paesi siciliani e calabresi coinvolti dal faraonico progetto. E ancora, associazioni, sindacati, partiti politici accanto a sigle internazionali come Friends of the Earth Germany ad associazioni ungheresi, bulgare e addirittura canadesi.
Quello di Reggio Calabria e Messina è «un doppio appuntamento per richiamare l'attenzione sulle vere priorità del nostro Sud Italia ignorate dal governo. Ed evitare un enorme spreco di denaro pubblico che potrebbe essere destinato a interventi più urgenti», spiegano le tre associazioni. «Anche perché - sottolineano ancora - non si capisce come si possa dimenticare che i cittadini siciliani sono costretti a viaggiare su treni con una velocità commerciale di 24 km/h, con solo metà delle tratte elettrificate e solo 105 km a doppio binario; o che per andare da Palermo a Siracusa, per una tratta di 260 km, si devono fare due cambi e si impiegano quasi 6 ore, mentre per andare da Trapani a Siracusa (370 km) ci vogliono 9 ore e mezza».
Per Italia Nostra, Legambiente e Wwf la risposta sta nel potenziamento e nello svecchiamento della rete ferroviaria, delle strutture portuali e di alcuni assi stradali. Non nella costruzione di «un'opera inutile perché non modificherebbe le tendenze del traffico. Nessun vantaggio neanche dal punto di vista occupazionale, anzi complessivamente andrebbero perduti 1234 posti tra gli addetti al traghettamento», come spiega il segretario generale di Italia Nostra, Gaia Pallottino. «Non c'è un ragionamento sull'impiego del denaro pubblico - aggiunge Roberto Della Seta, presidente di Legambiente - In un paese come l'Italia non si possono concentrare i soldi racimolati con difficoltà su un'opera tanto imponente e inutile come il Ponte sullo stretto».
Una grande opera che «renderà l’Italia più povera – conclude il segretario aggiunto del Wwf Gaetano Benedetto - considerato che i circa 6 miliardi di euro di finanziamenti destinati alla realizzazione dell'opera vengono da società pubbliche o comunque saranno raccolti dai privati grazie all'emissione di obbligazioni garantite dallo Stato».
L’Unità, 12 marzo 2005 |