Nobile e barocca Poggioreale ovvero Elima
Nobile e barocca,
Poggioreale, in provincia di Trapani, fa parte di quei
comuni violentemente funestati dal terremoto del 1968.
Da 45 anni non ha conosciuto altro che un lento,
drammatico e inesorabile declino. I suoi abitanti,
costretti a lasciarla all’indomani della tragedia, oggi
guardano con preoccupazione al futuro di un paese che
rischia di scomparire nell’oblio e si affidano anche a
Facebook per salvare le meraviglia di una città pronta a
riconquistare la sua suggestiva visione. E’ la terra
degli “Elimi”, misterioso popolo che per più di un
millennio si insediò in quella parte di Sicilia dominata
dalla superba Segesta, ovvero Poggioreale, in Provincia
di Trapani. Un piccolo centro che sorge su quella
Valle del Belice tristemente nota ai più per la funesta
scossa che nel 1968 rase al suolo diversi comuni nella
parte occidentale dell’isola.
Poggioreale reca
ancora oggi, a distanza di 45 anni, i segni di quella
“freccia” che la colpì dritta al cuore e la ragione è da
ricercare nel fatto che ben lungi dal cicatrizzarsi,
quella ferita sanguina ancora. Quel che resta
dell’antico centro barocco non è quello che ci è stato
restituito dal terremoto. Negli anni si sono avvicendati
numerosi crolli che stanno conducendo all’inesorabile,
impotente declino di un pezzo della valle del Belice, ma
soprattutto alle perdita di uno spaccato di vita
contadina, di tecniche costruttive, di un patrimonio
archeologico notevole. Sul vicino Monte Castellazzo
nelle campagne di scavi nel periodo 1974-79 sono emersi
i resti di capanne della media età del Bronzo
(1.400-1.300 a.C.) I successivi scavi del 1981, sotto il
coordinamento del Dott. G. Falsone, permisero di
individuare una nuova fase più antica risalente,
addirittura, alla fine dell'età del Rame o agli inizi
del Bronzo Antico (2000 a.C.).
La ricchezza di
Poggioreale è certificata dall’origine del suo nome,
derivante dal latino“Podus Riali” ovvero “Poggio degno
di un Re” perché sorge su una collina da cui è godibile
una splendida vista e un clima mite. Il suo fiore
all’occhiello è sicuramente il centro storico, scelto
dal regista Giuseppe Tornatore come set di due fra i
suoi più celebri film: “Malena” e “L’uomo delle stelle”.
Ciò perché al di là della tragedia che l’ha colpito,
Poggioreale rimane un luogo incantato e chiunque abbia
fatto l’esperienza di passeggiare fra quei ruderi, non
ha potuto fare a meno di respirare l’atmosfera magica
che promana dalle sue antiche strade.
Nonostante i media
non se ne occupino più perché la tragedia del Belice
sembra ormai archiviata, nei fatti sono numerosi i
turisti che in qualsiasi stagione dell’anno visitano
l’antico borgo barocco. E, oltre ai turisti, c’è
qualcuno che ama questo paese dimenticato, i
poggiorealesi che non hanno mai abbandonato il ricordo
delle strade e dei vicoli della città antica, che
sopravvive imperiosa e regale a dispetto degli eventi.
La
città di Elima
Molti storici hanno
voluto in maniera del tutto arbitraria identificare la
città di Elima con Erice, ritenendo pertanto che una
città di nome Elima non sia mai esistita. Se le fonti
attestano dell'arrivo di un Elimo, di nobili
discendenze, al punto tale che il popolo da lui prese il
nome, si deve ritenere che allo stesso modo di come
Segesta prese nome dall'eponimo Aceste, debba essere
esistita una città Elima dall'eponimo Elimo. Lo storico
Dionigi di Alicarnasso riporta che Enea giunto in
Sicilia, incontratosi con Aceste e Elimo, dimostrò loro
la sua amicizia col fondare per essi le città di Segesta
e di Elima.
Lo storico Aloisio
pone, con certezza, la costruzione della città di Elima
sul monte Castellazzo di Poggioreale, afferma che
non si trattò di una città grande e importante quanto
Segesta, destinata a diventare il centro politico degli
Elimi, ma che ebbe una connotazione di fortilizio, posta
in una posizione strategica a controllo della via del
Crimiso destro (Belice), a suo tempo un fiume
navigabile, che da Selinunte conduceva al punto di
confluenza,in uno snodo cruciale per raggiungere
Agrigento-Siracusa o per raggiungere la città di Schera
(Corleone) e Makella (Marineo) e da lì seguendo il corso
dell'Eleuterio il mare dei Tirreni e Himera. |