“Sulle rive della Magna
Grecia. Poeti del Novecento nella Taranto Mediterranea” è il
titolo di del libro di Marilena Cavallo (docente e
saggista). Lo studio, che analizza alcuni poeti del
Novecento tarantino, focalizza l’attenzione sui temi delle
radici, sulle matrici mediterranee e sul senso di nostalgia
che si avverte nei processi letterari attraversati dai poeti
che sono parte integrante di una chiave di lettura tra mito
e tempo. I poeti in questione sono Michele Pierri, Raffaele
Carrieri, Giacinto Spagnoletti, Cosimo Fornaro. Non manca,
comunque, un capitolo riferimento su Cesare Giulio Viola
visto nella sua “attualità poetica”. Il volume, che porta in
copertina un’immagine “mediterranea” del futurista Francesco
Grisi, è edito dalla Nemapress e dal centro Studi e Ricerche
“Francesco Grisi”. |
Capitolo 1
Sulle rive della poesia ionica di
Taranto parlando di Novecento. Ci sono sviluppi tematici e profili
letterari importanti sia dal punto di vista geografico - poetico che
umano. Taranto è dentro i profili della poesia italiana del
Novecento. C’è da dire che la poesia contemporanea trova nella
dimensione dei luoghi una tensione lirica che diventa fondamentale
per una contestualizzazione di una geografia che non è soltanto una
visione del sentimento dell'anima e dell'essere ma di un sentimento
dell'appartenenza.
Il luogo come territorio, il
paese o la città come rapporto fisico con l'esistente, le strade
come metafora di un tracciato che indica un viaggio. Il tutto in un
intreccio in cui il suono della memoria incontra il presente. Gli
echi del tempo sono filtrati dalla realtà e la parola diventa un
linguaggio ovattato da simboli che recitano il quotidiano che è
custodito nel sempre. Poeti solari, nella affermazione dei luoghi.
La poesia, ma la letteratura in
senso più generale, trova nelle immagini un codice che è semantico
certamente ma è sostanzialmente destoricizzato perché vive il luogo,
ovvero il territorio, come partecipazione al tempo della memoria. un
percorso come testimonianza.
Allora. Michele Pierri (Napoli
1899 - Taranto 1988), Raffaele Carrieri (Taranto 1905 - Milano
1982), Giacinto Spagnoletti (Taranto 1920 - Roma 2003), Cosimo
Fornaro (Taranto 1928 - 1992), sono un percorso in una poesia che ha
tratteggiato quei luoghi della Magna Grecia che ha trovato in una
città come Taranto l'incantesimo della magia delle radici. Il cuore
del Mediterraneo che pulsa tra il mare e la ricerca delle radici.
Quattro poeti che segnano, nella
temperie contemporanea, pur in una diversità generazionale, una
ridefinizione di un rapporto tra luogo dell'essere, luogo
dell'esistere, luogo delle radici, luogo della partenza. Il
territorio per questi poeti è una dimensione della spiritualità e il
linguaggio della poesia costituisce l'ancoraggio a delle metafore
che superano il tempo quotidiano. Un tempo fatto di allegorie.
C'è un legame costante tra tempo
e territorio e il tempo resta un sillabario che proviene da una
straordinaria impaginazione dell'infanzia. Un'infanzia vissuta nel
luogo e il dialogo tra luogo e poesia diventa un raccordo
dell'immaginazione che trova nel ricordo una chiave di espressione
esistenziale. Immaginazione su un tempo e su un luogo e non finzione
e non mascheramento. Il senso del ritorno è un sentimento.
Pierri pur non essendo nato a
Taranto in questa città si ritrova e rilegge i segmenti di una
civiltà che lo portano a determinare una scelta che ha rimembranze
remote, dipinte in un quotidiano vivere perché del luogo, di questo
luogo, conosce gli intagli e i nascosti anditi della sua storia. Un
poeta del sublime che ben ha saputo raccogliersi in una geografia
dell'essere. Una geografia che si incastra nella memoria.
Carrieri ha recitato il mare
nell'infinito destino dei viaggiatori che cercano un approdo. Il
mare della sua infanzia è nell'indefinibile desiderio di raccogliere
i cocci di una stagione di tempo che vive dentro l'anima.
"L'infanzia/Del mare/Mescolai/Alla mia". L'intercalare espressivo è
un salto rievocativo che non smarrisce, comunque, le tracce del mito
che danno un senso indelebile alla storia stessa di un luogo.
Giacinto Spagnoletti ha
decodificato atmosfere e stagioni, paesaggi e passaggi di una città
troppo legata ai suoi antichi radicamenti. Così. "Mi parevano così
lunghi quei tramonti/soffocati dal gorgo delle rondini/e dagli addii
delle campane./Tardi s'accendevano i fanali,/le acetilene scoprivano
i meloni e le cozze/all'occhio dei passanti". La luce e le stagioni
in un Mediterraneo che è ricordo d'infanzia.
Nella ragnatela poetica di Cosimo
Fornaro ci sono lampi in cui il tremore dell'infanzia è una
sottolineatura lirico - esistenziale di estremo appagamento. "Nella
città il sole si coglie a spigoli o a strisce tra le file dei
palazzi o gli angoli delle strade. Nei paesi no. Non lo si vede
perché splende uniforme con una violenza che ossessiona, specie in
estate".
Il territorio è un'espressione
del tempo - memoria che si articola in un intreccio parossistico
alla cui base c'è l'incontro reale e metaforico con la dimensione
dell'appartenenza. Il territorio è appartenenza e nella poesia si
legge come un modello rappresentativo singolare. Ma è sul territorio
che i poeti si ritrovano. Territorio dell'anima e della storia.
Poeti che hanno delineato non dei
messaggi ma hanno definito, appunto, delle immagini. Immagini che
durano proprio perché sono state trattate attraverso il linguaggio
che trasmette. Un altro autore che entra come riferimento tra i
destini delle metafore che raccontano un territorio come sistema di
appartenenza ad un luogo della geografia e dell'essere (per restare
chiaramente all'identità di Taranto come testimonianza del presente
e spiritualità della grecità) è senza alcun dubbio Giulio Cesare
Viola (Taranto 1886 - Positano 1958). Uno scavo nella coscienza di
un luogo ma anche una riaffermazione di una identità che ci porta a
quel mondo classico che è presente in tutto gli altri poeti citati.
Il luogo è appartenenza perché è
radicamento. Una esperienza che non è sociologica ma letteraria. Il
luogo per un poeta non giunge ad altre affermazioni se non
attraverso ragioni che non siano poetiche. Perché è nella poesia che
la geografia del territorio si fa essenza lirica. Cogliere nella
parola questa essenza lirica è dare un significato ai valori di una
identità. E' il luogo che manifesta i codici identitari. Luoghi che
si intrecciano e che si parlano nella meraviglia di una
consapevolezza.
I poeti si portano dentro le
allegorie dei luoghi, i quali non vengono mai sepolti ma recitati
sulle onde di un vento che raccoglie nostalgie. Pierri per una sua
esperienza tra testimonianze di città: Napoli e Taranto. Carrieri
tra Taranto e Milano. Spagnoletti tra Taranto e Roma. Fornaro ha
viaggiato nella sua Taranto recuperando il lirismo di quei luoghi
che sono metafora dell'indefinibile. Poeti della nostalgia.
I poeti sono, in fondo, i
trasmettitori di relazioni simboliche che resistono all'urto della
storia. Non una operazione educativa ma di scavo e conoscenza.
D'altronde un grande poeta contemporaneo ha saputo recitare il passo
e le voci di Leonida:
"Molto lontano dormo dalla
terra
d'Italia e dalla mia patria,
Taranto.
Questo è per me più amaro
della morte.
Tale è la vana vita d'ogni
nomade.
Ma le muse mi amarono, e per
tutte
le mie sventure mi diedero in
cambio
a dolcezza del miele.
l nome di Leonida non è morto.
I doni delle Muse lo
tramandano
per ogni tempo".
Per questi poeti le partenze non
sono state delle fughe e neppure dei tradimenti. Forse degli
abbandoni. E ritornare è riappropriarsi di un tempo. Un tempo e un
luogo. Tempo e luogo sono mediazione in una poesia che è dimensione
del sacro. In fondo i luoghi nel tempo sono disegni in una memoria
che è sacralità. La cultura del territorio è un luogo del mito che
chiede al sacro di esprimersi. La poesia è in questo meraviglioso
incontro che recita memoria e mistero. Proprio sulle rive della
Magna Grecia la poesia del Novecento tarantino offre chiavi di
lettura di straordinaria importanza che restano come pietre miliari
per un confronto con tutta la letteratura del Novecento italiano.
Nota
bio-bibliografica
Marilena Cavallo è nata in
Puglia. Si è dedicata e si dedica alla letteratura italiana con
pubblicazione di saggi e servizi giornalistici. Laureata in
filosofia con una tesi su Vico filosofo e poeta: “Il mondo della
fantasia in G.B. Vico”. Docente di Lettere nei Licei. Studiosa di
problematiche relative alla letteratura italiana ed europea del
Novecento e in modo particolare ha approfondito il rapporto tra
destino e personaggio nella narrativa italiana. Studiosa di
Pirandello e D’Annunzio e dei percorsi letterari che interessano gli
scritti di Vincenzo Cardarelli. Ha pubblicato di recente un saggio
dal titolo: “La poesia, la piazza, le parole. Incontrarsi senza
darsi appuntamento”. Un volume che costituisce un punto di
riferimento nella ricerca epistemologica che si intreccia tra
letteratura e antropologia. Questo lavoro è stato presento in molti
Istituti di Cultura Italiana all’estero. È in corso di elaborazione
un testo su “I poeti contemporanei in Magna Grecia” con riferimento
a Carrieri, Spagnoletti, Fornaro.
Ha sviluppato relazioni
scientifiche in convegni dedicati a Sandro Penna nel Centenario
della nascita (per conto del Comitato Nazionale Sandro Penna del
MiBAC) e ha scritto saggi per riviste sulla figura e sull’opera di
Cesare Pavese oltre ad aver contribuito ad incontri per la
promozione della canzone d’autore e a convegno per la valorizzazione
dell’arte di Emanuele De Giorgio. Ha partecipato a trasmissioni
della Rai (Dieci minuti con …) su argomenti culturali che vanno da
“Pirandello e il Mediterraneo” a “Gabriele D’Annunzio e Corrado
Alvaro tra i luoghi della Magna Grecia” sino a portare sullo schermo
la figura e l’opera di “Raffaele Carrieri, i paesaggi e il mare”.
Proprio su Raffaele Carrieri ha approfondito il tema poetico del
mare e delle sirene. È inserita nelle attività delle manifestazioni
“Ottobre Piovono libri” del Ministero per i Beni e le Attività
culturali con aspetti riguardanti la poesia meridionale: da
Scotellaro ai poeti della Puglia, da Cesare Giulio Viola alla
cultura contadina. Proprio in riferimento a ciò si è soffermata con
i suoi studi sul tema del mare e dell’amore in Cesare Pavese. È
componente di giurie di Premi alla cultura. È stata componente della
Commissione Nazionale del Premio alla Cultura del Mediterraneo. I
suoi saggi recenti hanno riguardato problematiche relative a “Il
futurismo”, a percorsi poetici su “Alfonso Gatto”, “Vincenzo
Cardarelli”, “Gabriele D’Annunzio” e un lavoro su “Primato”.
Testo messoci a disposizione da Pierfranco
Bruni, Centro Studi e Ricerche “Francesco Grisi”, maggio 2009 |