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Napoli

Il Pio Monte della Misericordia

La Fondazione ed il primo statuto

a cura di Alfonso Grasso

 

All'inizio del 1601 sette nobili napoletani (Cesare Sersale, Ascanio Carata, Carlo Caracciolo Marchese di Vico, Cesare Piscicelli, Gian Simone Moccia e Giambattista Severino) decisero di dedicarsi all'esercizio delle opere di misericordia, costituendo il Pio Monte della Misericordia. Dopo quattro secoli, l’istituzione è più viva che mai, e continua la sua preziosa attività in favore dei bisognosi. La prima Capitolazione, cioè lo statuto, compilata dai fondatori ed approvata dai congregati il 16 agosto 1603, non è mai stata ritrovata. Il documento più antico della Capitolazione resta quindi quello conservato nell'Archivio Storico del Pio Monte della Misericordia [Cat. Rubr. A, Vol. I], che ricevette il Regio Assenso di Filippo III il 10 luglio 1604. Lo statuto, la cui lettura sorprende ancora oggi per la lucidità con cui vengono individuati i potenziali problemi della associazione e per la modernità delle soluzioni che a tali problemi viene data, è stato trascritto nel 1997 dalla studiosa  Loredana Gazzara e dall'archivista del Pio Monte Mario Quarantiello. Inizia con le seguenti parole:

Propria e natural cosa dell'huomo è la Misericordia, e la Carità verso il suo prox.[sim]o, e fratello ma propryss.[ima] e di noi altri i quali per gratia d'Iddio semo e professamo d'esser christiani, per ciò che Christo S.N. nacque, visse, e finalm.[en]te morì non per altro che per zelo d'Amore, e charità verso noi altri, e, tutte le sue actioni, et operat.[io]ni altro non sono, che un vero, e vivo specchio de Pietà, e Misericordia: Per la qual cosa essendo ogni sua actione fatta per nostra instruct[ion]e ha voluto in questo modo ammaestrarci, che si vogliamo seguire i suoi Sancii vestigi, et meritare questo nome de Christiano, dobbiamo con'ogni nostro studio, et diligenza essercitarci di continuo in questa sancta catione de Misericordia, et di Charità verso il nostro prossimo. Onde per haver Noi più facile occasione, et incitam.[en]to d'essercitarci continuam. [en]te in così santa, e lodevole  opera della Misericordia ne ha parso institiiire un Monte  chiamato della Misericordia, temporali, dichiarando come non semo Noi per fare cosa in tutto nuova istituendo questo Monte, per cia che s'attenderà principalm.[en]te all'aiuto, e sovvenzione di tanti luochi, et essercitij pij, ch'in questa nostra Religiosiss.[i]ma Città di Nap.[ol]i se trovano per l'adietro fatti et ordinati per Infermi, Peregrini, Carcerati, et altri bisognosi intorno le sett'opre della Misericordia. (...) Volendo Noi dunque disponere questo nuovo Monte nella miglior forma, che si può d'un ben ordinato edificio, ci ha  parso dover fundare le sue colonne sopra fermi basi di con veniente regola como quelle, nelle quali consiste il vero stabilimento d'ogni buon governo; Et perché l'observanza delle regole tutta dipende dal regimento de Capi overo Governatori bisognarà principalm.[en]te haver mira che l'elect.[ion]e d'essi si faccia con circumspet.[tion]e, et avertim.[en]ti tali, che ella debba riuscire conforme a quello,  che il negotio ricerca, et però s'è concluso, et ordinato, che per governo del nostro Monte si debbiano da hoggi avante eligere sette Gentll'huomini del numero delli descritti, et  annotati nel libro della nostra Giunta d'età non meno d'anni venticinque, et si chiameranno Deputati del Governo ad ogni uno dei quali sia commessa una delle sette ope re della Misericordia in modo però che tutti sette insieme facciano una rota alla q.[ua]le specti di concludere et ordi nare, tutto quello, che sarà neces[sari]o per servitio del Monte, et essercitio del'opere sue, ma che l'essecutione  delle determinationi, che si faranno dalla rota resti a carrico di quel solo Deputato a chi sarra com[m]essa quell'opera par.[ticola]re dechiarando ch'egli debbia esseguire quel  tanto che dalla rota sarà determinato, et non altro. Et perché nell'essercittio di dette opere bisognerà ch'i Deputati necessariam.[en]te s'avvagliano dell'aiuto degli stessi Gentil'huomini del Monte, si perché le cose saranno meglio eseguite, com'ancora perché se l'acquisti mag.[gi]or merito, ci ha parso cosa conveniente doverli avvertire che per l'exsecut.[ion]e di quanto da Deputati sarà loro imposto per servitio di dett'opere debbiano portarli ogni rispecto, et obedienza et riconoscerli como superiori, che perciò se li concede ampia, et omnimoda autorità di poter ordinare eseguire, et fare eseguire tutto quello che ad essi parerà necess.[ari]o cossì in materia del Governo, e servitio di dette opere, come nel manegio della pecunia, et d'ogn altro negotio che potesse occorrere in quel modo a punta che potria fare la giunta insieme fuor che in alcuni casi, che si andaranno dechiarando nel discorso delli seguenti Capituli. Ma perché li pesi et honori vadino ripartiti in modo fra detti Gentil'huomini ch'ognuno d'essi venghi a participarne, Volemo che il Governo di detti Deputati et di ciasc.[uno] di loro non debbia durare più che per spatio di tré anni e  mezzo in modo però che in fine d'ogni semestre si abbia a  far mutatione d'un di essi ciò è del più ansiano et nel med.(esim)o tempo eligger un altro nella maniera ch'appresso se dirà.(...)

L'opere della Misericordia si ben comunemente si numerano per sette non di meno perché nella prattica, et nell'exsercitio d'esse, si vede, cale. [un] e d'esse, si rinchiudono in  una sola vengono in effetti a restar non più che sei et però havemo voluto per evitar le confusioni distinguerle una  per una, et situarle in modo eh'ad ognuna d'esse venghi assignato il suo particular dep.[uta]to, et a ciasc.[un]o D putato assignata l'opera sua par.[ticola]re. il Visitare gli Inferni, Volemo che stia sempre a carneo del Nuovo Deputato, cioè ultimam.[en]te eletto, et si chiamerà il Deputato dell'infermi, et a lui toccharà de repartire gli offici toccanti a questo ministiero nella giornata deputata, et in  caso d'impedim.[en]to potrà supplire per lui uno dei sei compagni il più antiano, che in delta giornata si trovarà presente. Il seppellire li Morti sarà peso del penultimo Deputato nel sesto loco eletto et si chiamava il Deputato deMorti. La liberatione di carcerati sarà peso del Deputato nel quinto loco eletto et si chiamarà il Deputato di Carcerati. La Redentione de Cattivi sarà del Deputato quarto loco, e si chiamerà il Deputato delli Cattivi. Il sovvenire i poveri Vergognosi, sotto la qual opera si richiude il mangiar, il bere, ed il vestito, che si darà agli affamati, sitibondi, et ignudi starà a carneo del Deputato terzo loco eletto et si chiamerà il Deputato de Poveri Vergognosi, il quale haverà par.[ticola]re pens.[ie]ro d'ordinare le cerche; che si haveranno da far per detti poveri ripartendo fra Gentilhuomini l'officij ordinarij per tal effetto; E quando li parerà tempo di doversi fare qualche dispensai.[ion]e a poveri ne dovrà trattare con gl'altri soi compagni acciò che uni tam.[en]te si possa determinare il qua.[n]do et quanto se haverà da dispensare, et anco unitam.[ent]e farsi l'electione delli Dispensatori nella quale conviene che si habbia molta considerat.[ion]e; et poi susseguirà quel che da detti Deputati o dalla mag.[gio]r parte d'essi sarà determinato. Il recettare li Pellegrini sarà peso del Deputato secondo loco eletto, et si chiamerà il Deputato de Pellegrini. Resta solo il manegio delle facultà del Monte ch'è il nervo, et sustantia de tutte l'altre opere, et questo sarà carneo sempre del Deputato primo loco eletto, e si chiamerà il Deputato del Patrimonio, il quale bavera pensiero di tutta l'essigenza, farà che il Rationale facci libri necessarij d'introito, et essito, dovrà firmare le polise de pagamenti, che bisognaranno farse per tutte l'occasioni, et occurrenze delMonte, et delle sue opere conforme a quello che dalla  Giunta o dalla Rota sarà ordinato, dovrà pigliar conti da  suoi compagni del dinaro, che per sue cedole havrando da lui ricevuto per bisogno dell'opere, che stanno a carneo loro, et in somma sarà Cascia, Procuratore, e legitimo Administratore per un semestre di tutto l'haver del Monte  con l'obligo de haver a render conto chiaro, et lucido nella fine del suo governo in potere de chi la Giunta deputerà per revision de conti. Et accio che la varietà faccia manco rincrescevole la fatica, et anco per che tutti i sette Deputa ti vengano come si, è accennato di sopra ad haver parte nel governo di tutte dette opere, Vogliamo, che quando il Deputato del Patrimonio nella fine del suo semestre uscirà dal suo governo debia immediate subentrare nel luogo suo il Deputato di Pellegrini, il quale venghi ad haver pensiero delle facultà del Monte a punta como haveva il suo predecessore, et nel med. [esim]o tempo il Deputato di Poveri Vergognosi venerà ad havere il peso di Pellegrini, et cosi di mano, in mano ciasc.[un]o degl'altri Deputati mutando loco, et opra subentrata nel luogo, et opra del suo predecess.[o]re, con che ogni Deputato non solo venerà di tempo in tempo ad haver parte in ciasc.[un]a di dette opre, ma quel'eh'importa veneria anco necessariam.[en]te a finire in fine d'ogni semestre il suo governo, e potrà facilm.[ent]e dar’ i, soi conti, cosa molto necessaria, per agiustam.[en]to et listerà del negotio. E però havemo stabilito per stabilim.[en]to fermo, et inviolabile, che infine d'ogni semestre ciasc.[un]o di detti Deputati fra ter mine d'otto giorni debbia presentar libro par. [ticola]re, et distincto de tutto l'introito et l'essito della sua admini strat.[ion]e in potere di due Gentiluomini revisori di conti eligendi dalla giunta nell'istesso tempo, e modo, che si è detto di sopra nell'electione del Deputato, purché detti Revisori non siano stati Compagni nel governo, ne paren ti in p. ° o 2. ° grado, ne compari al Deputato che ha da dar i suoi conti, e facendosi altram.[en]te la revisione si in tenda nulla, et conscguentemente si debbia di nuovo legitimam.[en]te fare, et ritrovandosi finalm. [en]te il Deputato deb.[ito]re in qualche summa; quella debba fra termine d'otto giorni pregare, facendoseli istanza dal Revisore de conti, al quale tocca di sollecitarlo, et astrengerlo. (...)Dechiaramo ancora che i Deputati finito che haveranno il tempo del loro governo, non possano essere ne confirmati,ne de nuovo eletti per deputati non passato altre tanto di tempo quanta serano stati nel Governo. (...)Ma perché comune nostro desiderio è de stabilire, et perpetuare questo nostro Monte; quanto più da Noi si può, et per tal perpetuat.[ion]e essendo necessario non solo instituire il modo, et regola per ben exercitar l'opere, et con servare la f acuità como ci siamo ingegnati mostrare nelli precedenti capitoli, ma di procurare ancora con ogni previdenza possibile, che, i suggetti, et Ministri del Nostro  Monte tanto necessarij per la sua perpetuac[tion]e non si venghano col tempo ad ectinguere, ma più presto ad augmentare di numero, e dì qualità di persone che con mag.[io]r valore, et bontà possano ingrandirlo, et magnificarlo, ad honore de Dio, et beneficio del prossimo è, però ha parso necessaria ordinare, che oltre il numero de Gentil'huomini, che si trovano hoggi descripti; resti per sempre anco la porta aperta per quelli che volesse di nuovo entrarvi con condic[tion]e però, che il Gentil'huomo che vorrà essere ammesso nella nostra Giunta debbia farlo int.[ende]re alli Deputati, e, concupendo la mag.[gio]r  parte d'essi debbiano all'hora proponerlo alia Giunta nella Giornata, che si congregarà per fare l'elec.[tion]e del  nuovo Deputato et ballottandolo con Ballotte secrete ogni  volta che haverà la mag.[gio]r parte di dette Balotte debbia esser ammesso, e descritto nel num.[er]o degl'altri Gentil'huomini del Monte donando in subsidio di detto Monte quel tanto che Iddio l'inspirarà, Avertendo, che detto numero di Gentilhuomini non possa esser meno di ottanta, e sempre che di detto numero ne venisse col tempo a mancare alc.[un]o, si debbia in luogo suo eligere un altro del modo che si e detto di sopra, e quando i Deputati disviassero di proponerlo alla Giunta, Vogliamo, che sempre che detti Deputati saranno richiesti da Gentiluomini del Monte a doverlo proponere in supplemento del Numero, che manca, et non lo proponendo possano in tal caso tredeci Gentil'huomini di conforme parere proponesse essi alla detta Giunta, dalla quale possa farsi detta electione nel modo, e tempo detto di sopra, che detta Giunta suole far l'altre sue valide e, legitime conclusioni. Et perché Nostro S.re Iddio se compiace esser servito con diligenza, et con pura, et semplice, intentione, Però Ricordamo a detti Gentil'huomini, che tanto nel pensiero del Governo, como nelle fatighe di dette opere della Misericordia, et, in ogni loro actione si forzino driczare ogni cosa alpuro, et, semplice servitio di Sua Divina M.[aes]tà, e dalui solo aspettarne riconoscim. [en]to di Premio. (...)Vogliamo finalm.[en]te, che questo n.[ost]ro Monte non sia suggetto all'ordinario, ma che l'opere d'esso Monte siano libere et essente dalla giurisd.[ition]e di d.letto] ord.[ina]rio, et co questa condict.[ion]e intendiamo che sia eretto, et li diamo li Nostri beni, et non Altrom.{en]te, n'in altro, modo, sono eletti governatori videlicet. Per lo Patrimonio, D. Alfonso Gaetano, Per li Pellegrini Duca di Bovino Gran Siniscalco, Per le Vergognose Ascanio Carrafa, Per li Cattivi Giò. Antonio Spinello, Per li Carcerati Gio. Simone Moccio, Per li Morti Carlo Caraccio de Vico,Per l'Infermi Federico Tomacello Marchese de Chiusano”.

Il portale dei bagni termali del Pio Monte della Misericordia a Casamicciola (Ischia, NA), dove in età borboniche venivano prestate cure gratuite agli ammalati poveri. Oggi la struttura è un rudere abbandonato. Foto del Potale del Sud ® agosto 2008


Testo tratto dal saggio: "La Fondazione ed il primo statuto del Pio Monte" di Gian Paolo Leonetti di Santo Janni.

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