Libri in bacheca


libere recensioni, non vendiamo libri

Con le armi della poesia

antologia della poesia italiana contemporanea

a cura di Ernesto L’Arab e Roberto Pasanisi

Prefazione di Sergio Givone

Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli

 

Introduzione

In un’antologia poetica si vorrebbe poter indicare il criterio di scelta, l’idea-guida, il senso dell’operazione compiuta. E se invece la forza e la novità della proposta consistessero nel fare spazio alla poesia indipendentemente da scuole, movimenti, correnti? Se la vera, la sola intenzione fosse il libero dispiegarsi di voci che si offrono all’ascolto al di là di qualsiasi appartenenza e di qualsiasi progetto? Direi che questo è il caso nostro.

Troviamo qui nomi di autori affermati, intellettuali prestigiosi, studiosi di fama, e nomi di esordienti, ma prima ancora nomi di poeti che attendono alla loro opera con discrezione e riserbo, lontani dalle ribalte, non preoccupati se non di corrispondere alle sollecitazioni della parola e al suo appello. È bello osservare quanto siano diverse le strade che gli autori hanno percorso e quanto ampio il ventaglio delle possibilità espressive da loro sperimentate. Ciò vale per tutti. Vale per coloro che vantano una carriera di tutto rispetto nel mondo delle lettere, e vale anche per coloro che si affacciano per la prima volta ad esso. Fa onore sia agli uni sia agli altri aver accettato di comparire nello stesso volume senza distinzioni di sorta.

Ma vediamo per rapidissimi cenni come l’opera di tutti contribuisca a documentare tale ricchezza di prospettive. I versi di Giorgio Barberi Squarotti inducono a tenere fermo lo sguardo sui gesti essenziali della vita, cercando il mistero dell’origine nel cuore del tempo e addirittura ponendo la domanda su «come si debba fare perché inizi / finalmente la nascita del mondo». Per certi aspetti agli antipodi si collocano gli ‘improvvisi’ di Renato Minore. Qui non è la creaturalità a essere innalzata a cifra e a simbolo; al contrario, sono le grandi costruzioni simboliche («le anime migravano / verso un  punto certo / del gran vortice di luce») ad abbassarsi, a umiliarsi, tanto da esserci riconsegnate nella forma di una cantilena infantile che macina indifferentemente senso e non senso («dove ogni dolorino / si fa tanto meschino / da entrare nel mirino / della gran trebbia / universale»).

Invece Roberto Pasanisi sceglie la perfetta misura classica di un dire che il disincanto e un velo d’ironia esaltano facendola echeggiare di risonanze inedite: «Amarti è ricordarsi di un risveglio, / fiorire dell’inquieta dolcezza del tuo sguardo / che dalla soglia fra la vita e la morte / se ti volti sospeso mi sorride: “Aspettami nell’eternità”…».

Notevole per l’amara e sorridente desolazione che sprigiona è la vena satirica di Francesco De Crescenzo, in cui par di ritrovare i tratti di una poesia civile che si vorrebbe poter incontrare più spesso di quanto non accada: «Forse un capriccio futile / v’appare, alquanto inutile, / qualche dettaglio invero, / ch’a me non par leggero». Ma di grande interesse è anche la sperimentazione linguistica di Enzo Minarelli, che accoglie nei suoi versi i detriti di un linguaggio diventato totalmente opaco e li fa servire all’innesco di corto-circuiti che scompaginano gli assetti comunicativi: «Mossad d’Istanbul Mossad di Kabul mosse e contromosse in contropiede il boom…». E come non citare, fra quanti ritentano antiche vie, ma come se fosse ancora e sempre la prima volta, Natalizia Pinto: «ha placato il vento / la nebbia / sorpreso il mattino / ritiene il respiro / e s’adagia sospeso / nel cuore il pensiero».

Vorremmo poter continuare. Ma di gran lunga preferibile è rinviare il lettore all’insieme dei testi raccolti nel volume. Senza imporgli alcuna conclusione e neppure pretendendo di offrirgli un filo rosso. Che non c’è, né ci può essere. Perché la poesia abita nell’aperto. Non sopporta schematizzazioni. E soprattutto, come dimostra questa antologia, è sorprendentemente viva, e stupisce, sconcerta, attende al varco.

Sergio  Givone (Dipartimento di Filosofia, Università di Firenze)

dalla Prefazione:

Il “lungo Novecento della poesia italiana”. Il lavoro letterario fra crocianesimo e postmodernismo

Questo dell’attività culturale intesa come impegno complessivo, attraverso la ‘bellezza’, per il bene comune, come impegno ‘politico’ – letteralmente: per il bene della Polis – è un po’ il filo conduttore che i curatori hanno cercato di seguire nel selezionare gli autori. Sono autori di formazione diversa e disparate esperienze. Alcuni di essi gravitano nell’orbita dell’ICI ONLUS e della rivista “Nuove Lettere”. Altri provengono da aree geografiche e hanno formazioni culturali le più disparate. Ma l’elemento che accomuna i poeti di Con le armi della poesia consiste, secondo il parere dei curatori che li hanno letti, studiati e scelti, nel non considerare quel tipo particolare di lavoro intellettuale che è la poesia, soltanto come uno «stucchevole gioco di società». È forse venuto il momento, come ha detto Romano Luperini, di chiudere una volta per sempre i conti con quel figlio più o meno legittimo dell’idealismo che è andato in giro per il mondo grosso modo per un paio di decenni sotto il nome di ‘Postmodernismo’. Dopo l’attacco alle Twin Towers; in un mondo con il 20 per cento della popolazione mondiale che consuma l’80 per cento delle risorse sembra essere venuto il momento per gli intellettuali di mettere da parte gli «acrostici indolenti» per cercare di fare fronte, con gli strumenti del loro mestiere, ai «barbari bianchi» che sempre più numerosi ormai premono alle porte della città.

Ernesto L’Arab (Istituto Italiano di Cultura di Napoli)

dalla Postfazione:

«Ecco il tempo degli assassini». Poesia e modernità

Ogni libro ha infatti i suoi scopi; ma solo un’antologia lirica li persegue – elettivamente e, per così dire, istituzionalmente –, Con le armi della poesia: ottenere il consenso dei lettori, dai semplici appassionati ai più raffinati ‘addetti ai lavori’; gettare, di là dai narcisismi egoistici del potere culturale costituito, un ponte sull’abisso senza fondo che sèpara cultura accademica e ‘cultura degli artisti’; affermare, di là dai clientelarismi culturali e dalle ‘false coscienze’ della poetica, la ‘poesia-poesia’. […]

In una tale societas, che ha poi tutti i caratteri di una pars, trovano altresì libero sfogo tutto l’egocentrismo e la vanagloria che caratterizzano l’intellettuale italiano tipo di questi anni oscuri; una consorteria insomma, a cui, fatte salve le debite eccezioni, si accede non per meriti, ma per appoggi, interessi, conoscenze; e la parte del leone la fa - c’è bisogno di dirlo? - la manus tentacolare della politica (nel senso degradato della parola che si è inesorabilmente andato affermando ai nostri giorni).

Cosa resta, allora, chiederete? Una cosa sola, ovvero tutto: la poesia.

Come ha detto Hugo Friedrich, «La lirica è rimasta comunque, nella sua potenza grandiosa e pur così lieve, una delle libertà e delle audacie con cui la nostra epoca riesce a sfuggire alle catene della funzionalità».

Roberto  Pasanisi (Università Statale MGIMO, Mosca)


L’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (ICI ONLUS) (riconosciuto dalla Regione Campania, riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali) (www.istitalianodicultura.org; ici@istitalianodicultura.org), in collaborazione con la rivista internazionale di poesia e letteratura “Nuove Lettere” (da esso edita), pubblica cinque collane editoriali: due di poesia (entrambe dirette da Roberto Pasanisi: una intitolata Lo specchio oscuro, l’altra - di plaquette - intitolata Nugae), due di narrativa (una già diretta da Giorgio Saviane ed intitolata La bellezza; l’altra - di plaquette - diretta da Roberto Pasanisi ed intitolata Gli angeli) ed una di saggistica letteraria (già diretta da Franco Fortini ed intitolata Lettere Italiane).

Il Comitato di lettura delle Edizioni dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (ICI Edizioni) è costituito da Alberto Bevilacqua (scrittore), Constantin Frosin (professore ordinario, Lingua e Letteratura francese, Università “Danubius”, Galaţi; scrittore), Antonio Illiano (professore ordinario, Lingua e Letteratura italiana, University of North Carolina at Chapel Hill), Roberto Pasanisi (direttore, Istituto Italiano di Cultura di Napoli; direttore, “Nuove Lettere”; scrittore), Maria Luisa Spaziani (già professore ordinario, Lingua e Letteratura francese, Università di Messina; scrittrice), Mario Susko (professore, Letteratura americana, State University of New York, Nassau; scrittore), Násos Vaghenás (professore ordinario, Teoria e critica letteraria, Università di Atene; scrittore) e Nguyen Van Hoan (professore ordinario, Letteratura italiana e Letteratura vietnamita, Università di Hanoi).


I edizione settembre 2007

ISBN 88-89203-24-2

Progetto grafico, copertina e logotipo dell’ICI ONLUS: Roberto Pasanisi

In copertina un’opera elettronica di Roberto Pasanisi, Incantesimo


Sergio Givone è nato a Buronzo (Vercelli) nel 1944. Ha studiato filosofia a Torino, dove si è laureato con Luigi Pareyson. Ha insegnato nelle Università di Perugia e di Torino. È ordinario di Estetica nel Dipartimento di Filosofia dell'Università di Firenze. Nel 1982-83 e nel 1987-88 è stato Humboldt-Stipendiat presso l'Università di Heidelberg. Ha pubblicato, oltre a numerosi saggi apparsi su riviste italiane e straniere: La storia della filosofia secondo Kant (Mursia, 1972), Hybris e melancholia. Studi sulle poetiche del Novecento (Mursia, 1974), William Blake. Arte e religione (Mursia, 1978), Ermeneutica e romanticismo (Mursia, 1982), Dostoevskij e la filosofia (Laterza, 1984), Storia dell'estetica (Laterza 1988), Disincanto del mondo e pensiero tragico (Il Saggiatore, 1988), La questione romantica (Laterza, 1992). Nel 1995 è uscito presso Laterza Storia del nulla, attualmente alla sua quinta edizione. Presso Einaudi nel 1998 ha pubblicato un romanzo, Favola delle cose ultime, e ha curato opere di Szondi, Frank e Hegel. Per le ICI Edizioni ha scritto alcune prefazioni nella collana di plaquette poetiche Nugae.

Roberto Pasanisi, italianista, scrittore, editore, psicoterapeuta e giornalista, è nato a Napoli nel 1962. Docente di Lingua e letteratura italiana all’Università Statale per le Relazioni Internazionali di Mosca (MGIMO) ed all’Università Statale “Basso Danubio” di Galaţi, direttore e docente al Master universitario di Psicologia dell’Università degli Studi Artistici “Fidia” di Vibo Valentia,  è direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli (del quale dirige anche le Edizioni omonime ed il Corso di Formazione in Scrittura Creativa, in sede ed ‘a distanza’), della rivista “Nuove Lettere” e del CISAT (Centro Italiano Studî Arte-Terapia, dove è analista didatta, direttore dei corsi di Formazione e del “Giornale Italiano di Arteterapia”). Ha pubblicato tre raccolte di versi (la più recente è Sulla rotta di Magellano, Napoli, Edizioni dell'Istituto Italiano di Cultura di Napoli, 1996; prefata da Giorgio Barberi Squarotti), due volumi saggistici (l’ultimo Le «muse bendate»: la poesia del Novecento contro la modernità, Pisa-Roma, I.E.P.I., 2000) e circa trecento articoli in riviste specializzate italiane e straniere. Si occupa principalmente di metricologia (nell’ambito della quale ha ideato la 'metroanalisi') e di psicologia della letteratura e, come autori, di Lorenzo Spirito Gualtieri, del D’Annunzio del Poema Paradisiaco, di poeti italiani del Novecento (Caproni e Pasolini specialmente), di Mallarmé. È da poco uscito il suo romanzo Gli angeli, Salerno, Ripostes, 2004. Suoi racconti sono stati pubblicati in riviste letterarie e quotidiani.

Ernesto L’Arab è nato a Foggia nel 1965. Laureato in Lettere Moderne a Bari, con una tesi in Storia dell’Arte Medievale e Moderna, fa parte dell’Istituto Italiano di Cultura di Napoli, dove è segretario di redazione della rivista internazionale di poesia e letteratura "Nuove Lettere", da esso edita. Si è occupato di storia della Capitanata (Origini dell’insediamento domenicano di Manfredonia; Exhabitata Apulia. Villaggi scomparsi nella Daunia Medievale; Castelluccio Dei Sauri fra Medioevo ed età moderna) Come italianista i suoi interessi vertono prevalentemente su autori novecenteschi e contemporanei (La coscienza malata di Zeno. Malattia e sanità in un episodio del romanzo sveviano. Una lettura semantica; I campi semantici Terra-Acqua negli Ossi di Seppia di Eugenio Montale). Per i tipi delle ICI Edizioni ha curato i saggi introduttivi di diverse opere di narrativa nella collana La bellezza diretta, fino alla sua scomparsa, da Giorgio Saviane.


Istituto Italiano di Cultura di Napoli

Ente di rilievo della Regione Campania

riconosciuto dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali

via Bernardo Cavallino, 89 (“la Cittadella”); 80131 Napoli (Italia)

tel. 081 / 546 16 62 -  fax 081 / 220 30 22  - tel. mobile 339 / 285 82 43

ici@istitalianodicultura.org - sito www.istitalianodicultura.org

Regolamento per download, invio corrispondenza e materiale al Portale del Sud

Centro Culturale e di Studi Storici "Brigantino- il Portale del Sud" - Napoli  e Palermo

admin@ilportaledelsud.org ®copyright 2007: tutti i diritti riservati. Webmaster: Brigantino.

Sito derattizzato e debossizzato