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Il simbolismo di
Palazzo de Paù - Antonelli a Terlizzi
Il Divino e l’Uomo
L'autrice ringrazia il dott. Vito Bernardi, direttore della
Biblioteca civica "Marinelli Giovine" per averle concesso il
permesso di fotografare gli affreschi del soffitto Salone De Paù.
È il più antico fra i quattro palazzi
, lasciati dalla nobile famiglia De Paù nella
città di Terlizzi in Puglia, oggi ospita la Biblioteca comunale. La
Famiglia De Paù, di origine catalana, è attestata in Italia dal
1496, quando Giannotto, feudatario e signore del castello di Paù a
Barcellona, seguì il gran Capitano Consalvo di Cordova in occasione
della guerra contro la Francia, e al termine di questa fu destinato
a governatore di Bitonto. Suo discendente fu Annibale De Paù, il
quale agli inizi del 1500 si stabilì a Terlizzi. Il Palazzo fu fatto
costruire da Domenico (1668-1750), secondogenito in seconde nozze di
Gennaro De Paù ma, a Felice de Paù (1703-1782) si deve la
costruzione dell'ala settentrionale, comprendente il Salone delle
feste “di palmi 72 lunga e larga 36”
, con la volta decorata in stile pompeiano,
in cui sistemò la sua prestigiosa quadreria. Felice, vissuto a Roma,
affiliato all'Accademia dell'Arcadia, cultore di poesia e di musica,
ritornato definitivamente in famiglia nel 1732, in questa sala,
appositamente attrezzata a teatro, si dedicò all'allestimento di
trattenimenti musicali da lui composti. Ordinato prete dal vescovo
di Bitonto Giovanni Barba, ricoprì un ruolo di primo piano nella
annosa questione della concessione della Cattedra alla Collegiata di
Terlizzi. Per il prestigio e la notorietà di cui godeva, dal 1751 fu
vescovo di Tropea.
Note
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L'evoluzione umana nell''universo
in espansione circondato dal fuoco, all'interno dei tre cerchi
divini attraversati dalla spirale d'ascensione.
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…e
la serpe creò la Terra e la Vita…
…nella
cornucopia, formata da tre serpenti, simbolo della vita e della
fecondità, il Borromini a proposito del serpente scrive “…la serpe in vari
modi attorta o disposta in circolo nell’atto di mangiarsi la coda, a
indicare la perennità dell’Universale Sostanza…
… sul
serpente come se fosse la trascendente incarnazione d’un mistico e
impenetrabile arcano ne dissertò anche l’Astolfi
nell’Officina istorica – 1605,
…
dei “serpenti di varie sorti, de’ quali hanno gli antichi e
moderni avuto contezza maggiore”…
egli annovera l’aspide di Cleopatra, astuta e venerata dagli egizi, la salpinga, assomigliante ad una tromba, la vipera che rimane gestante e
vedova insieme e muore diventando madre, l’icneumone niliaco, lo stellone,
vivente di rugiada e che istupisce con il suo morso…
… nei manici
serpenti che simboleggiano l’elemento fecondante, il serpente, animale
acquatico, simbolo dell’acqua che dà la vita è da sempre, in contatto, con
l’elemento femminile, rappresentato dal vaso contenitore, ossia la dea madre
sede della creazione; da notare il DNA, codice della vita, sull’orlo del
collo del vaso, raffigurato da altri due serpentelli, simboli della forza
vitale e della salute.
La chiesa dedicò il
serpente a san Giovanni evangelista e a san Vittore, in quanto il rettile
cambiando la pelle si prestava simbolicamente ad interpretare la
rigenerazione. “…così tu, o figlio dell’uomo, se vuoi spogliarti del tuo
vecchio Adamo ed essere rigenerato, devi passare per la angusta porta che
conduce alla vita…”. Con questo significato il serpente entrò nelle
iniziazioni e nelle agapi e, da essi probabilmente proviene, l’adozione del
serpe nella emblematica massonica. L’Accademia romana dei Rinnovati prese
per emblema tre serpi intrecciati. |
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Stemma De Paù, raffigurante il
pavone, in araldica simbolo di ricchezza, fasto, lusso
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Seconda Stanza
A partire dalla metà del 1700, gli affreschi decorativi
nelle dimore nobili si ispirano agli scavi archeologici di Pompei. Tale
tendenza ebbe un’enorme diffusione sull’arte applicata, in oreficeria,
nella ceramica , nell’arredamento. Questo stile decorativo, meglio
conosciuto come Terzo Stile pompeiano, è piatto e svolgeva una funzione
decorativa, completamente rovesciata l’apertura tridimensionale dello
spazio.
I più antichi paesaggi dipinti sulle pareti erano
miniature adatte a medaglioni. La seconda stanza è pregna anche di una
notevole infusione di motivi egizi e pastorali.
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Il compasso
Il
compasso come simbolo di Misura, Divina proporzione, ordine, metodo, con le
punte in basso assume il significato di pratica, con le punte in alto, di
teorica (v. foto sovrastante). Assunto tra i simboli gnostici della
massoneria, il compasso è il cielo, ossia la perfezione a cui l’uomo deve
costantemente tendere. Acale discepolo di Dedalo, si pensa abbia inventato
il compasso, simbolo dell’infinità, perché il suo moto in circolo non ha
termine (v. foto sotto stante). |
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Pubblicazione on-line del Portale
del Sud, maggio 2012®. Testo ed immagini
sono della autrice Pina Catino.
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