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Il Sangue degli altri

di Antonio Pagliaro

Sironi editore, euro 14.50

Questo triller, se così possiamo chiamarlo, di Antonio Pagliaro è “speciale”. Uno dei pochi libri in cui ancora qualcuno parla della Cecenia e in cui qualcuno, sempre, parla della Sicilia. Ma che Sicilia! Due mondi lontani? No. Crudeltà ed efferatezze, interessi e danaro sono comuni ad entrambe ma sono “capiti” in modo diverso dal “pubblico” pagante il canone TV. Non è un noir come gli altri, o un triller, o italianamente un giallo che siamo abituati a leggere. Il romanzo si svolge tra Sicilia, Russia e Cecenia, ma quasi non ce ne accorgiamo. Troviamo nelle varie “location” avidità, arroganza, crudeltà, dolore, angoscia, politica sporca ma la pietà e l’amore sono di pochi.

 Il sangue è degli altri. E non suscita interesse. I bambini, le bambine, le donne stuprati o uccisi o tutte e due le cose, tutti i morti per rappresaglia, in Cecenia come in Palestina o in Israele, non fanno parte della “famiglia”. Si può anche vedere il TG della sera mangiando una fettina con l’insalata.

L’incipit di questo romanzo è crudele, efferato, amorale direi, ma non spaventatevi è solo la guerra in Cecenia. Poi ci trasferiamo a Palermo. Non la Palermo dei millenni di storia, delle civiltà mitiche e lontane o delle rivolte ma la Palermo calda, afosa, indifferente, la Palermo di oggi, quella che vota, stancamente i soliti imbonitori. Quella che si vive tutti i giorni. Quella del posteggio soprattutto, perché non è la mafia, non la corruzione, non il traffico come pensava Benigni, è il posteggio a rendere dura la vita dei palermitani! Ed è in questa Palermo che un mediocre, ma non troppo, cronista accaldato, si trova per le mani un caso che lo porterà a svelare, inutilmente, crimini e criminali che ormai si muovono globalmente. La globalizzazione non appartiene solo alle multinazionali del latte in polvere, le “mafie organizzate” per tempo hanno capito e hanno provveduto. Il tutto nella completa indifferenza del mondo cosiddetto civile che si preoccupa solo della sopravvivenza individuale, della propria pensione e del proprio conto in banca.

Non vi racconto la trama. È un “triller-noir-giallo”. Non si può!

Fara Misuraca

maggio 2008

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