Pensiero Meridiano

Onestà e Rettitudine

di Gherardo Mengoni

Il Governo Monti, ha detto “no” alla candidatura dell’Italia per le Olimpiadi del 2020 con un atto sgradito ad alcuni, ma di enorme valore emblematico. E’ un messaggio: “Dobbiamo stare con i piedi per terra!”

La Signora Lei ha inviato un Commissario al Festival di Sanremo per accertare quanto le esuberanze del “gigio-cialtrone” di turno abbiano nociuto alla RAI ed al Paese. Ben fatto! Aspettiamo, intanto, di leggere i commenti dei giornali stranieri, sempre attenti alle estroversioni dei nostri pubblici protagonisti, nani o giganti che siano.

In merito all’attività politica e manageriale, alla luce di queste recenti decisioni, considero attuale anzi attualissima, la distinzione, che qualcuno ha richiamato, tra Onestà e Rettitudine.

Sarebbe stato facile far ricadere “nell’ordinario” una decisione governativa positiva per la candidatura olimpica. Si poteva dire: “si tratta, in fondo, di una cosa di la da venire e chi sa se alla fine risulterà prescelta l’Italia”.

Anche la Signora Lei avrebbe potuto far scivolare “nell’ordinario” la vicenda Celentano rimandando ogni responsabilità al Direttore di RAI1 senza intervenire “motu proprio”.

I fatti confermano che la sola onestà non è sufficiente e che, per operare, secondo dettami etici consoni alle responsabilità connesse all’esercizio delle professioni, dalle più umili a quelle più prestigiose, occorre la rettitudine.

La maggior parte dei Vocabolari d’Italiano non approfondisce la sottile differenza tra i due termini e classifica l’uno quale sinonimo dell’altro.

Ma questo non è vero!

Se si analizza l’etimologia delle due espressioni si nota che:

  • Onestà deriva dal latino honor ed esprime il comportamento di chi opera nel rispetto dei valori di dignità; onore; condotta irreprensibile. In pratica una componente indispensabile per esercitare, senza possibili turbative, la propria attività. Potremmo, estremizzando il ragionamento, dire che spesso si opera onestamente soprattutto perché preoccupati di noi stessi e del nostro decoro.

  • Rettitudine deriva dal latino rectus, per indicare il comportamento di chi sta ritto; di chi non si piega; di chi compie il proprio dovere fino in fondo, anche a costo di vedere sorgere discordanze, anche a costo del proprio sacrificio.

Il primo termine, Onestà, dunque, appare centripeto, virtualmente indirizzato, con sottofondo egoistico, alla persona che opera. In altri termini l’onestà, da sola, potrebbe, paradossalmente, condurre, all’inerzia; allo “stato di quiete galileiana.

L’altro, la Rettitudine, travalica gli egoismi e ne supera le barriere per identificare un comportamento etico che è il “servire per gli altri oltre il proprio interesse”.

La Decisione del Consiglio dei Ministri esprime, in sintesi mirabile, proprio la posizione di slancio etico verso il primario interesse del Paese e fornisce l’esempio, come dicevo, emblematico del comportamento retto. Così pure la recentissima proposta governativa di inquadramento ICI di parte del patrimonio edilizio della Curia.

Ad analoghe conclusioni conduce la decisione della Signora Lei per il caso RAI-Celentano.

E’ cambiata l’aria? La Guardia di Finanza opera controlli fiscali senza che qualche parlamentare insorga, da Napoli a Cortina, da Roma a Firenze. Le auto dei Ministri sono Alfa Romeo e Lancia, tutte italiane.

Ma dando una scorsa agli avvenimenti che caratterizzano, nel bene e nel male, la vita che scorre intorno a noi, quanto altro c’è da fare per attuare quel delicato e pur indispensabile passaggio innanzi teorizzato da onestà a rettitudine.

La Scuola, specie ai primi livelli di studio; l’insegnamento Universitario; la Sanità; l’impegno Politico, tutte palestre nelle quali i cittadini italiani dovrebbero manifestare, per definizione, onestamente le proprie capacità. Pochi tra essi si sforzano per assumere, in aggiunta, un comportamento orientato alla Rettitudine.

Appare doveroso, pertanto, enfatizzare esempi e testimonianze che promuovano, specie tra i più giovani, il senso etico della Rettitudine Professionale, viatico indispensabile per il superamento di questi Anni bui e per tendere verso mete degne delle tradizioni del nostro Paese.


Testo trasmesso dall'autore il 16/02/2012

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