La città è
situata sul pendio del colle delle Meti a sud dei monti Iblei. Il terremoto
del 1693 la distrusse completamente, e fu ricostruita nel XVIII secolo sotto
la spinta innovativa di re
Carlo
di Borbone, che nel 1734 aveva restituito la sospirata indipendenza
all’antico Regno di Sicilia, pur mantenendo la divisione tra la parte
isulare, con capitale Palermo, e quella continentale (Regno di Napoli). A re
Carlo sono dovute numerosissime opere, riforme ed iniziative che fecero
rapidamente progredire il regno. Nel 1759 il re dovette abdicare in favore
del figlio Ferdinando, e partire per la Spagna, avendo ereditato quel regno
alla morte del fratello. Carlo aveva infatti decretato con la
Pragmatica Sanzione la definitiva separazione tra Regno di Spagna e
Regno di Sicilia. Dopo aver ricostruito il Sud, questo grande re ricostruirà
la Spagna: le grandi strade, i parchi, i monumenti che ancora oggi ammiriamo
nella capitale spagnola, sono in gran parte merito di Carlo.
Per tutto il XVIII secolo, dopo il terremoto del 1693,
Noto fu un gigantesco cantiere in cui operarono urbanisti e grandi
architetti tra cui Rosario Gagliardi,
Vincenzo Sinatra e
Antonio Mazza. La
nuova città fu impostata secondo uno schema ortogonale regolarissimo, e
sorge a circa 16 km dall’antico centro distrutto dal terremoto del 1693, di
cui sopravvivono pochi i resti riconoscibili, tra cui quelli del Castello e della
Porta Reale. Ai margini
delle rovine si trova l'eremo della Divina
Provvidenza.
|
Cattedrale
|
Il trionfo del barocco nel centro della città è unico
anche in Sicilia, e una visita dei principali monumenti è fonte di continue
sorprese. Ingresso al nucleo urbano più antico è l'ottocentesca Porta Nazionale. La
Cattedrale, dedicata a
San Nicolò, si erge al culmine di un'ampia ed alta scalinata a tre rampe. Fu
eretta nel corso del Settecento e presenta una ricca facciata chiusa ai lati
da due campanili. L'interno è a croce latina. La cupola è crollata nel 1996.
Di fronte alla cattedrale, sorge Il
palazzo Ducezio, sede del
municipio. Circondato da un elegantissimo portico, fu edificato nel XVIII
secolo. La facciata, con i suoi archi a tutto sesto, è stata definita "un
trionfo di colonne". Al primo piano è ospitato
il museo civico,
dove sono esposti reperti di età preistorica, terrecotte e ceramiche greche
provenienti da Eloro,
oggetti di epoca medievale provenienti da Noto Antica e dalla chiesa
normanna di Santa Lucia del Mentolo,
e la sezione di arte moderna.
Chiudono la piazza il Palazzo Vescovile, il
palazzo S. Alfano, e la
neoclassica chiesa del SS. Salvatore,
con annesso convento che nel lato orientale ha una magnifica facciata, con
la torre monumentale. Il Palazzo Trigona
sorge sul retro del Palazzo Vescovile: la facciata è ornata dalle tipiche
balconate ricurve, e i saloni dell'interno sono affrescati con dipinti del
pittore Mazza.
|
Palazzo Trigona
|
La chiesa San Carlo al
Corso, il cui vero nome è San Carlo Borromeo, è
detta "al Corso" perché sorge lungo l'asse principale della città.
La piazza dell'Immacolata
è un altro nodo scenografico formato dalla monumentale scalinata d'accesso
alla settecentesca chiesa di San Francesco
di tipica fattura barocca. L'interno è a croce latina e a navata unica. Il
palazzo Villadorata fu
costruito agli inizi del Settecento nelle forme tipiche dei palazzi barocchi
siciliani; ospita una sezione staccata del museo civico dedicata alla
storia.
|
San
Francesco
|
Sono inoltre interessanti le chiese del
Collegio e di
San Domenico, il convento
domenicano, la villetta di Ercole
e la chiesa del Crocifisso.
Nei dintorni, è da visitare Avola, ricostruita agli
inizi del Settecento con un disegno urbanistico del tutto particolare
formato da una croce iscritta in un esagono. Avola è oggi un fiorente centro
agricolo, dotato di un notevole museo civico,
che conserva reperti della zona.
|
Mosaico della Villa del
Casale
|
A circa otto chilometri da Noto, sorge sulla costa
Noto Marina, frequentata
località di villeggiatura estesa fino alla foce del Tellaro dove sorge
l'antica Eloro,
con resti delle mura turrite e altre importanti vestigia archeologiche.
Bibliografia, fonti e riferimenti
|