Pensiero Meridiano

Camilleri parla di Berlusconi: in Italia “nuove forme di fascismo”

Articolo di Personaggi d'Italia, pubblicato il 28 luglio 2010 in Germania in Süddeutsche Zeitung

Lo scrittore di successo Camilleri denuncia: un italiano su due non riesce a leggere e si informa solo tramite la TV – e questa è controllata dal “nemico della Costituzione” Berlusconi. Egli avverte: i danni del sistema Berlusconi avranno conseguenze per molti anni.

Andrea Camilleri, sceneggiatore, regista cinematografico e teatrale e ideatore del Commissario Montalbano, uno degli autori italiani più letti e trasportati nel cinema, è uno dei pochi intellettuali, che si sia continuamente occupato con passione e in maniera critica dello sviluppo politico del suo paese.

SZ: Signor Camilleri, come sta l’ Italia? Nel 2011 si festeggia l’anniversario dell’Unità d’Italia.

AC: L’Italia ha 150 anni, e sta molto peggio di me che ne ho 85. Ci sono stati già i primi festeggiamenti per l’anniversario. I rappresentanti politici della lega della Lega Nord, alleati di coalizione del PDL al governo di Berlusconi, erano assenti. Io credo che i ministri abbiano il dovere di partecipare alle manifestazioni per l’unità nazionale. Alcuni ministri però spesso sostengono opinioni, che rappresentano il contrario dell’idea di unità. Non sono un nazionalista, non lo sono mai stato, sono comunista. Ma non si può avere al vertice dello stato persone che non credono nella Costituzione. In Germania è stata una delle critiche rivolte ai terroristi della RAF, che erano nemici della Costituzione. Mi sembra una critica estremamente seria. Anche da noi ci sono nemici della Costituzione, ma sono al potere. E nessuno lo denuncia.

SZ: I giornali riportano tutto ciò in maniera eclatante – nonostante ciò tutti tacciono.

C: Il capo della Lega ha affermato, che con il tricolore ci si pulirebbe il sedere. Mi sembra una dichiarazione tremenda. Poiché insozza tutti coloro che hanno dato la vita per questa bandiera. Insudicia anche la memoria dei caduti dei nostri giorni, che rientrano dall’Afghanistan e le cui bare vengono ricoperte da questo vessillo. Lo trovo insopportabile. E trovo incredibile che gli italiani non reagiscano.

SZ: Ci sono molte cose a cui gli italiani non reagiscono. Ha una spiegazione per questo?

C: Questa confusione italiana esiste da decenni. Dal mio punto di vista esiste soprattutto un progressivo decadimento della morale nella classe decisionale, che ha fortemente influenzato la popolazione. Da noi c’è il detto, il pesce inizia a puzzare dalla testa. Se la testa puzza, è chiaro che la decomposizione inizi a diffondersi nel paese.

SZ: Presto o tardi l’epoca di Berlusconi cesserà. Cosa resterà, che danni lascerà dietro di sé?

C: Quando ero ragazzo, nel 1945, subito dopo la liberazione dell’Italia, lessi un articolo del grande giornalista americano Herbert Matthews. Il titolo diceva: “Non lo avete ucciso”. Voleva dire, mentre avete ammazzato Mussolini, non avete ucciso il fascismo. Egli descriveva, quali danni il fascismo aveva lasciato persino nel DNA degli italiani. E che ci sarebbero voluti molti anni per sanarli. Allora la cosa mi lasciò sconvolto. Nel corso degli anni ho dato sempre più ragione a Matthews. Il Fascismo è un virus che muta. E così ci troviamo in una nuova forma di fascismo. Sono forme diverse. Quindi credo che le conseguenze del berlusconismo saranno simili a quelle del fascismo. E’ come se la natura degli italiani fosse infettata.

SZ: Come descriverebbe questo veleno? E’ il “furbismo”, di cui ha scritto, il tentativo di essere ad ogni costo più scaltro degli altri?

C: Eravamo già infettati, ora c’è di più. Si devono osservare le continue esternazioni di Berlusconi, che poi poco dopo vengono di nuovo negate. Questa è la sua caratteristica: smentirsi da solo. Cioè, se viene frainteso, stravolge quello che gli viene attribuito. Cioè non ha dichiarato quello che tutti hanno sentito. Così ha affermato che è giusto non pagare le tasse, se sono superiori ad una certa cifra. La prima volta era riferito all’evasore fiscale da perseguire, da parte della polizia di finanza, che in Italia ha soprattutto questo compito. Lo ha smentito e subito dopo ripetuto. Significa che ogni evasore fiscale – ed in Italia ce ne sono molti – si sente dalla parte del giusto.

SZ: Anche il sistema giudiziario resterà indietro danneggiato?

C: Assolutamente. Berlusconi attacca continuamente la magistratura e la sminuisce in ogni modo possibile – sia con il suo impegno politico che personalmente. Che siano innocenti o colpevoli, gli imputati si professano sempre innocenti. E si parla poi di persecuzione mediante la giustizia. Un’alta carica dello stato tenta di delegittimare un’istituzione dello stato.

SZ: Ci ha provato anche con il presidente della repubblica Giorgio Napolitano.

C: Vede tutto contro di sé, ciò che è in linea con la costituzione e si oppone alle sue idee di egemonia. Non perché Napolitano gli sia ostile, bensì perché la carica e i compiti di Napolitano lo limitano. Ultimamente Berlusconi ha detto, che non ha nessun tipo di potere. Il potere lo hanno i magistrati, che cambiano la normativa. Quando lui fa una legge che gli piace, il tribunale la dichiara nulla.

SZ: Quando la corte costituzionale ha respinto la legge sull’immunità, che lo tutelava dai processi, Berlusconi ha affermato cose sulla magistratura, che in qualsiasi altro paese dell’occidente avrebbe condotto alle dimissioni del capo di governo.

C: Berlusconi personifica un’anomalia nella democrazia italiana. Esistono enormi conflitti d’interesse di Berlusconi. Per esempio il ministro dello sviluppo economico Scajola che è stato costretto a dimettersi (in maggio, a causa di una vicenda di corruzione, ndr). Questo ministero è responsabile degli accordi con le televisioni pubbliche e private. Berlusconi ha assunto l’incarico ad interim e ha assicurato al capo di stato che sarebbe stato solo per breve tempo. Altrimenti sarebbero intervenuti mostruosi conflitti di interesse. Sono già passati due mesi e Berlusconi è ancora ministro dello sviluppo economico. E in qualità di ministro, afferma, e’ tentato gradualmente, a non rinnovare il contratto di servizio con l’emittente di stato RAI. lo dice il dirigente della concorrenza con la RAI! (Alla Mediaset di Berlusconi appartiene la più grande rete televisiva in Italia, ndr). Non credo che in qualsiasi altro posto possa esistere una simile situazione. Perciò la vedo dura per l’Italia. Anche perché l’opposizione non ha la forza di fare l’opposizione. Poiché l’evoluzione dei partiti di sinistra purtroppo ha portato ad un progressivo allontanamento dalla gente. Viceversa la Lega Nord lo fa con grande successo.

SZ: Almeno nel PD questo è stato capito?

C: Non lo so se lo ha compreso. Il PD per esempio non ha afferrato l’importanza della televisione in Italia. E continua a non capirla. Esso crede che presentarsi in televisione sia già sufficiente per sistemare tutto. Il rinomato linguista Tullio de Mauro ha pubblicato un’illuminante analisi sulla situazione culturale dell’Italia. Nel 2008 – ed io non credo, che le cifre possano essere migliorate in modo determinante – ci sono due milioni di analfabeti. 13 milioni e mezzo di semianalfabeti, persone che sanno firmare, ma non sanno leggere un giornale. 15 milioni sono analfabeti del secondo tipo, sapevano già leggere e scrivere, ma lo hanno disimparato. Sono quindi 30 milioni di italiani (su circa 60 milioni, ndr). L’unica fonte di informazione di questi analfabeti è la televisione e non i giornali. Solo circa il 20% della popolazione legge un giornale. Di questo 20% il dodici percento legge solo i titoli. E bisogna pensare (ridendo) che i Italia i titoli non concordano quasi mai agli articoli.

SZ: La televisione è il mezzo di potere per eccellenza.

C: Sembra di sì: tre emittenti appartengono a Berlusconi. Su tre reti di stato, che lui controlla in qualità di rappresentante di governo, due sono controllate direttamente da personale del suo partito. RAI 1 è completamente nelle mani di Berlusconi. Ha collocato al suo vertice un direttore che invece di trasmettere importanti notizie politiche, parla invece di argomenti assurdi come per esempio la coltivazione delle rape in Indocina. Solo un canale è libero.

SZ: RAI 3 è sempre più sotto pressione a causa di programmi satirici.

C: Una sopravvissuta a continui attacchi. Inoltre c’è la rete La 7 (Telecom Italia, ndr) che ha ottimi ascolti. Significa quindi due su cinque.

SZ: Perché non si vedono mai i politici parlare in televisione con gli intellettuali? Hanno paura?

C: I politici sono sempre diffidenti verso la cultura – almeno quelli contemporanei. Non voglio sputare sull’Italia e la sua storia, da cui sono nati politici altamente istruiti. Oggi questi appartengono ad una categoria scarsamente istruita. Perciò la cultura fa paura. Lo si nota anche nella politica del ministro per i beni culturali Sandro Bondi: un continuo cancellare di ciò che è cancellabile. Anche la scuola è cultura, e così anche nella scuola si elimina. A favore degli istituti privati, che sono per la maggior parte diretti dal clero. Anche questo è un argomento tabu.

SZ: Si ha l’impressione, che non molti giovani intellettuali chiedano la parola – tranne Roberto Saviano, autore di Gomorra

C: Affatto, ci sono. Umberto Eco non è certo più un giovanotto, ma c'è Vincenzo Cerami e Francesco Piccolo. Forse la maggioranza degli intellettuali ha un’altra idea di se stessa, di non doversi sporcare le mani immischiandosi con la politica. Quindi gli intellettuali, me compreso, vanno là dove trovano posto – nei giornali di opposizione. Predicano a sé stessi.

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