La letteratura e il tempo nell’ultimo libro di Giuseppe Napolitano
di Sandra Cervone
Continua a produrre libri Giuseppe Napolitano, esploratore instancabile dell’universo letterario.
Il suo ultimo lavoro ha un titolo in effetti emblematico, “TEMPO LETTERARIO” (e d’altronde lo erano anche altri suoi recenti titoli: “Alla riva del tempo”, “Passaggi”, “Insieme a te io sono nato ancora”, dedicato alla sua bambina Gabriella). Indicativo è ancor più il sottotitolo di questo volume di saggi appena pubblicato dalle Edizioni EVA di Venafro: “Analisi di narrativa italiana contemporanea”. E se poi andiamo a scorrere l’indice del volume, comprendiamo infine la ragione e gli esiti della ricerca del nostro autore. Egli parte infatti dall’ormai classico Svevo e, attraverso una linea novecentesca altrettanto consolidata, quella che passa per Pirandello, tocca importanti temi presenti nell’opera di Saba e Tozzi, per giungere a 4 scrittori contemporanei. I nomi di almeno tre di costoro sono ben noti nel nostro territorio: Salvatore Mignano, Pasquale Maffeo, Rodolfo Di Biasio.
Questo libro – ci dice Napolitano – ha origini lontane; nasce infatti da un corso che tenni una quindicina di anni fa a Roma in una libera Università, e nel quale ebbi presente innanzi tutto un mio precedente libro di saggi su Svevo e in particolare sulla “Novella del buon vecchio e della bella fanciulla”. Il lavoro si è progressivamente dilatato e ha compreso infine (oltre alcuni capitoli di collegamento e una appendice sulla poesia del decadentismo) l’analisi di alcune opere famose come “Ernesto” di Saba, “Pensaci, Giacomino” di Pirandello, e altre meno note forse ma ritenute idonee allo sviluppo dell’analisi che è il fondamento del libro: il tempo come suggestione letteraria. Ecco quindi la presenza di “Prete Salvatico” di Maffeo, di “Ai confini dell’Austria” e “Ottobre” di Mignano, dei “Quattro camminanti” di Di Biasio e “La creatura e l’ascolto” di Renzo Ricchi.
Il lavoro di Giuseppe Napolitano sul “Tempo letterario” sembra specialmente rivolto alla scuola, ai docenti e agli studenti che vogliono un approccio diverso alla letteratura tradizionale, un approccio che tenga conto non solo degli autori canonici, oggetto dei normali programmi di studio, ma pure di istanze innovative nel campo della narrativa italiana. Perciò la dedica del libro è molto significativa anch’essa: “agli alunni migliori” – Napolitano è professore ormai alla fine della sua carriera di insegnamento ma non dimentica di aver avuto nel tempo (33 anni di lavoro!) alunni molto dotati che gli hanno dato grandi soddisfazioni ed hanno poi seguito prestigiose strade professionali: a loro appunto ha dedicato il suo saggio, una rarità peraltro nella sua produzione, piuttosto ricca di poesia, come si sa, e aliena dall’invadere altri territori.
la copertina
riprodotta è di fantasia |