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Non c'è una Napoli minore. Ci sono chiese, palazzi, monumenti...
Visitare Napoli è un'esperienza ricca di sorprese. In vicoli stretti, bui e affollati si incontrano all'improvviso cortili ariosi, monumentali e addirittura silenziosi, facciate di chiese e palazzi di incredibile, ma mai proterva, bellezza. E se, naturalmente, Capodimonte e il Museo (Borbonico) archeologico sono tappe fondamentali di una visita alla città, si tratta solo di un inizio attraverso una lunga serie di meraviglie.
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Napoli, l'Arco di Sant'Eligio
(Immagine di Enzo
Falcone, Associazione Storico Borgo Sant'Eligio) |
I castelli per esempio. C'è il Maschio Angioino che fu chiamato Castel Nuovo per distinguerlo da Castel dell'Ovo (costruzione che si sporge sul mare e sembra quasi galleggiare sull'acqua) e da Castel Capuano, edifici già esistenti. Fu iniziato nel XIII secolo da Carlo d'Angiò, ma poi completamente riedificato da Alfonso d'Aragona nel Quattrocento. Oggi la sua imponente mole scura, ingentilita dallo splendido arco di trionfo all'ingresso, è uno dei simboli cittadini.
Il Duomo
Ma la vera icona da queste parti è San Gennaro: la guglia a lui dedicata, la più antica della città, è un ex-voto offerto dai napoletani al loro patrono per averli protetti dall'eruzione del Vesuvio nel 1631. Svetta a pochi passi dal Duomo dove è custodita la preziosa Cappella del Tesoro di San Gennaro, dominata dall'alto dalla spettacolare visione del Paradiso del pittore emiliano Giovanni Lanfranco. È qui che si conserva il busto-reliquiario, capolavoro di oreficeria gotica, insieme alle ampolle che contengono il sangue del santo. Due volte l'anno migliaia di fedeli assistono al miracolo della sua liquefazione, affidando alla realizzazione di questo evento le sorti della città.
Le chiese di Napoli sono moltissime e un visitatore armato di passione e di pazienza dovrebbe tenacemente cercare di trovare aperte quella dei Gerolamini, quella di Donnaregina, San Giovanni a Carbonara, Santa Maria La Nova.
Più accessibili ma non meno affascinanti sono la celebre Santa Chiara e la gotica San Domenico Maggiore. È qui che ha lasciato uno straordinario ciclo di affreschi Pietro Cavallini, uno dei più importanti artisti del XIV secolo, considerato negli ultimi tempi all'altezza di Giotto, di cui insidia il primato di grande innovatore.
L'Arco di Sant'Eligio
tratto da una cartolina d'epoca (Immagine di Enzo
Falcone, Associazione Storico Borgo Sant'Eligio)
A qualche secolo più tardi risale invece la magnificenza barocca dell'interno di San Gregorio Armeno, mentre, per confronto, appare sobria, nonostante il bugnato di Piperno a punta di diamante, la monumentale facciata del Gesù Nuovo.
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Napoli, il Portale di Sant'Eligio
(Immagine di Enzo
Falcone, Associazione Storico Borgo Sant'Eligio) |
Si trovano tracce del tempo che scorre nella struttura del complesso monumentale di San Lorenzo Maggiore: facciata settecentesca con portale ancora del Trecento, interno gotico, resti greco-romani sotto il chiostro. E, se a San Francesco di Paola è possibile considerare la potenza razionale, e forse anche l'utopia, di una rinnovata classicità, tipica del XVIII secolo, a Santa Maria della Sanità ti incanta l'estro e l'invenzione di un altare sopraelevato che si raggiunge dalla curva di due scaloni.
Il Chiostro di San Gregorio
E da qui si potrebbe partire per una nuova avventura estetica: quella tra i palazzi. Ecco le scenografìche scalinate che inquadrano i cortili dei Palazzi Sanfelice e dello Spagnolo. Le ha immaginate l'architetto settecentesco Fernando Sanfelice. È a lui che si deve anche lo scalone di Palazzo Serra di Cassano dove è ospitato l'Istituto di studi filosofici. Una visita è obbligatoria a Palazzo Firrao e a Palazzo Filomarino. Tra le mura di quest'ultimo, si potrà immaginare il filosofo Benedetto Croce alle prese con le sue leggendarie storie dedicate a Napoli. E infime, per capire l’importanza storica di questa città, si dovrà varcare la soglia seicentesca di Palazzo Reale e ammirare saloni e scale, teatrini di corte e cappelle, scuderie, bizzarrissimi leggii e una straordinaria biblioteca.
La Galleria
E dopo aver passeggiato sotto l'imponente copertura in vetro e ferro della Galleria Umberto I, dopo aver visitato il meraviglioso teatro di San Carlo, dopo essere saliti alla Certosa di San Martino e a Castel Sant'Elmo, dopo aver visitato la ricca collezione di maioliche della Floridiana, varrà la pena di scendere giù, in quella Napoli sotterranea che sembra esistere per sorprendere. Una città nascosta, scavata nel tufo e fatta di cunicoli, catacombe, ipogei, cimiteri. Un mondo che contrasta in ogni angolo con quello che gli sta sopra eppure gli appartiene. E se di fronte ai teschi delle Fontanelle si avvertirà lo stesso turbamento che coglie la splendida Ingrid Bergman, protagonista del film Viaggio in Italia di Rossellini, basterà tornare su per reimmergersi in una nuova, impetuosa corrente di vitalità.
Articolo tratto da Ulisse, rivista di bordo dell’Alitalia |