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Sicilia

Il castello Manfredonico Chiaramontano

di Mussomeli

di Tony Milioto

 

Il Castello di Mussomeli  si erge maestoso, a meno di 2 Km dall’abitato, incastonato su una imponente rupe come un nido d’aquila.

 Fu iniziato tra la fine del XIII e l’inizio del XIV sec. sulle rovine di un casale arabo, durante la dominazione dei D’Auria, ma la sua fondazione storica vera e propria e la sua fama, hanno inizio con Manfredi III Chiaramonte che nella seconda metà del 1300 ne prende possesso, lo fortifica e ne fa una delle sue residenze. Da allora venne chiamato Castello Manfredonico Chiaramontano.

Fu costruito sulla vetta di una gigantesca rocca calcarea alta 78 metri adoperando la pietra cavata dallo stesso picco; le sue opere murarie, disposte a quote diverse, seguono la struttura della roccia e in modo originalissimo si fondono con essa. Per la sua inaccessibilità il castello aveva funzioni di presidio militare autonomo, secondariamente anche residenziale. Per la distanza da Manfreda (Mussomeli oggi) esso sicuramente non doveva avere mansioni difensive dell’abitato.

Il Castello Manfredonico Chiaramontano, posto ad un’altitudine di circa 800 metri, tra le duecento fortezze siciliane, fu certamente il più inaccessibile, il più inespugnabile, completamente isolato dai rilievi circostanti esso domina l’intera vallata sottostante. Irraggiungibile  da tre lati, fortemente scosceso a nord-est ed a picco a sud-ovest, vi si accede dal lato nord, attraverso una stradina scavata nella roccia che attraversa anche quello che doveva essere un profondo fossato successivamente richiuso, superabile grazie al ponte levatoio che caratterizzava il primo impianto difensivo dei castelli dell’epoca.

Lo stile normanno con influssi arabi, l’architettura medievale, le volte a crociera, le bifore che danno su uno strapiombo di decine e decine di metri, le ampie sale, i misteriosi sotterranei e la posizione così irraggiungibile, hanno acceso da sempre la fantasia popolare, facendo nascere attorno ad esso leggende e storie incredibili.

È uno dei castelli medievali italiani tra i più suggestivi e meglio conservati, esso fa parte della Società Internazionale dei Castelli e nel 1982 è stato soggetto di un francobollo, appartenuto ad una serie raffigurante i più rappresentativi castelli d’Italia.

Nel 1374 il maniero diviene proprietà, per privilegio reale, di Manfredi III Chiaramonte, assieme alla signoria di Castronovo di cui fa parte Mussomeli. Manfredi è uno dei quattro vicari che in quel periodo governarono la Sicilia in temporanea vece della Regina Maria d’Aragona ancora bambina. Egli, normanno, discendeva  da Carlo Magno.

Le frequenti lotte baronali e le contese di potere resero necessaria in Sicilia la costruzione di luoghi fortificati per la difesa dei territori e Manfredi in particolare ebbe diversi centri fortificati nella Valle di Mazzara, su cui possedeva un dominio pressoché incontrastato; da quel momento il Castello di Mussomeli, ampliato e fortificato sia per scopi militari che residenziali, assurgerà al massimo della sua notorietà e verrà chiamato “Manfredonico Chiaramontano”.

Nel 1391 Manfredi, ormai vecchio e sofferente, passa i beni di famiglia con il Castello al cugino Andrea Chiaramonte, cavaliere altrettanto audace e coraggioso al quale affida anche la continuazione della lotta  contro gli Aragonesi. In quello stesso anno,  il 10 luglio 1391, nel Castello di Mussomeli si tiene la riunione dei baroni siciliani nella Sala del Trono che da quel momento si chiamerà “Sala dei Baroni”. I baroni in quel convegno e in quello che subito dopo replicano a Castronovo, si impegnano e giurano di opporsi alla venuta in Sicilia dell’aragonese Re Martino il Giovane e della Regina Maria. Ma i baroni siciliani non mantengono il patto, ritenendo più conveniente  obbedire al nuovo Re Martino  anziché ai quattro Vicari, sempre tra di loro contrapposti in continue battaglie. Andrea, fatto prigioniero con l’inganno dalla Regina Maria, il 1° giugno 1392 viene decapitato in piazza Marina a Palermo, proprio di fronte a Palazzo Steri, simbolo e vanto della potente famiglia dei Chiaramonte che, da quel momento, segnò il suo inarrestabile declino. I suoi beni con il Castello passano al demanio.

Sempre nel 1392, con privilegio regio, Mussomeli e il suo Castello Manfredonico Chiaramontano vengono assegnati a Guglielmo Raimondo Moncada e dopo qualche anno tutto passerà ai conti di Prades.  Nel 1407 Giaimo Prades vende la terra e il Castello a Giovanni Castellar che lo completerà così come appare oggi.

Reintegrato poi nel demanio, venne verso il 1451 riacquistato insieme col paese da Giovanni di Parapertusa, nipote del Castellar e signore di Favara, Tripi e Sambuca, che lo rivendette poco dopo a Federico Ventimiglia; da questi nel 1467 lo ricomprò Pietro Campo, genero del Parapertusa, insieme con Mussomeli frattanto divenuta baronia; infine nel 1549 Cesare Lancia, signore di Trabia, acquistò il castello e la terra di Mussomeli, elevata con lui a contea.

Nel  XVII sec. fu adibito a carcere. Nella famiglia Lanza di Trabia il castello si è conservato fino al XX sec., quando venne restaurato e divenne proprietà pubblica comunale.

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