Il Castello di Mussomeli si erge maestoso, a
meno di 2 Km dall’abitato, incastonato su una imponente
rupe come un nido d’aquila.
Fu iniziato tra la fine del XIII e l’inizio del XIV
sec. sulle rovine di un casale arabo, durante la
dominazione dei D’Auria, ma la sua fondazione storica
vera e propria e la sua fama, hanno inizio con Manfredi
III Chiaramonte che nella seconda metà del 1300 ne
prende possesso, lo fortifica e ne fa una delle sue
residenze. Da allora venne chiamato Castello
Manfredonico Chiaramontano.
Fu costruito sulla vetta di una gigantesca rocca
calcarea alta 78 metri adoperando la pietra cavata dallo
stesso picco; le sue opere murarie, disposte a quote
diverse, seguono la struttura della roccia e in modo
originalissimo si fondono con essa. Per la sua
inaccessibilità il castello aveva funzioni di presidio
militare autonomo, secondariamente anche residenziale.
Per la distanza da Manfreda (Mussomeli oggi) esso
sicuramente non doveva avere mansioni difensive
dell’abitato.
Il Castello Manfredonico Chiaramontano, posto ad
un’altitudine di circa 800 metri, tra le duecento
fortezze siciliane, fu certamente il più inaccessibile,
il più inespugnabile, completamente isolato dai rilievi
circostanti esso domina l’intera vallata sottostante.
Irraggiungibile da tre lati, fortemente scosceso a
nord-est ed a picco a sud-ovest, vi si accede dal lato
nord, attraverso una stradina scavata nella roccia che
attraversa anche quello che doveva essere un profondo
fossato successivamente richiuso, superabile grazie al
ponte levatoio che caratterizzava il primo impianto
difensivo dei castelli dell’epoca.
Lo stile normanno con influssi arabi, l’architettura
medievale, le volte a crociera, le bifore che danno su
uno strapiombo di decine e decine di metri, le ampie
sale, i misteriosi sotterranei e la posizione così
irraggiungibile, hanno acceso da sempre la fantasia
popolare, facendo nascere attorno ad esso leggende e
storie incredibili.
È uno dei castelli medievali italiani tra i più
suggestivi e meglio conservati, esso fa parte della
Società Internazionale dei Castelli e nel 1982 è stato
soggetto di un francobollo, appartenuto ad una serie
raffigurante i più rappresentativi castelli d’Italia.
Nel 1374 il maniero diviene proprietà, per
privilegio reale, di Manfredi III Chiaramonte,
assieme alla signoria di Castronovo di cui fa parte
Mussomeli. Manfredi è uno dei quattro vicari che in quel
periodo governarono la Sicilia in temporanea vece della
Regina Maria d’Aragona ancora bambina.
Egli, normanno, discendeva da Carlo Magno.
Le frequenti lotte baronali e le contese di potere
resero necessaria in Sicilia la costruzione di luoghi
fortificati per la difesa dei territori e Manfredi in
particolare ebbe diversi centri fortificati nella
Valle di Mazzara, su cui possedeva un dominio
pressoché incontrastato; da quel momento il Castello di
Mussomeli, ampliato e fortificato sia per scopi militari
che residenziali, assurgerà al massimo della sua
notorietà e verrà chiamato “Manfredonico
Chiaramontano”.
Nel 1391 Manfredi, ormai vecchio e sofferente,
passa i beni di famiglia con il Castello al cugino
Andrea Chiaramonte, cavaliere altrettanto audace e
coraggioso al quale affida anche la continuazione della
lotta contro gli Aragonesi. In quello stesso
anno, il 10 luglio 1391, nel Castello di
Mussomeli si tiene la riunione dei baroni siciliani
nella Sala del Trono che da quel momento si
chiamerà “Sala dei Baroni”. I baroni in quel
convegno e in quello che subito dopo replicano a
Castronovo, si impegnano e giurano di opporsi alla
venuta in Sicilia dell’aragonese Re Martino il
Giovane e della Regina Maria. Ma i baroni
siciliani non mantengono il patto, ritenendo più
conveniente obbedire al nuovo Re Martino
anziché ai quattro Vicari, sempre tra di loro
contrapposti in continue battaglie. Andrea, fatto
prigioniero con l’inganno dalla Regina Maria, il
1° giugno 1392 viene decapitato in piazza Marina a
Palermo, proprio di fronte a Palazzo Steri,
simbolo e vanto della potente famiglia dei
Chiaramonte che, da quel momento, segnò il suo
inarrestabile declino. I suoi beni con il Castello
passano al demanio.
Sempre nel 1392, con privilegio regio, Mussomeli e il
suo Castello Manfredonico Chiaramontano vengono
assegnati a Guglielmo Raimondo Moncada e dopo qualche
anno tutto passerà ai conti di Prades. Nel 1407 Giaimo
Prades vende la terra e il Castello a Giovanni Castellar
che lo completerà così come appare oggi.
Reintegrato poi nel demanio, venne verso il 1451
riacquistato insieme col paese da Giovanni di
Parapertusa, nipote del Castellar e signore di Favara,
Tripi e Sambuca, che lo rivendette poco dopo a Federico
Ventimiglia; da questi nel 1467 lo ricomprò Pietro
Campo, genero del Parapertusa, insieme con Mussomeli
frattanto divenuta baronia; infine nel 1549 Cesare
Lancia, signore di Trabia, acquistò il castello e la
terra di Mussomeli, elevata con lui a contea.
Nel XVII sec. fu adibito a carcere. Nella famiglia
Lanza di Trabia il castello si è conservato fino al XX
sec., quando venne restaurato e divenne proprietà
pubblica comunale. |