Testo di
Giuseppe Ressa
Editing e immagini a cura di
Alfonso Grasso
Le più grandi
erano in Sicilia “nella sola area di Stagnone
(bacino marino antistante Trapani) si trovavano
trentuno saline con centinaia di mulini a vento
(quelli a sei pale in legno di tipo olandese) che
davano una produzione annua di ben 110mila
tonnellate di sale”
ed erano le più importanti d’Europa.
Notevoli erano
anche le saline pugliesi che erano considerate dai
Borbone “la perla della loro corona“, soprattutto
Ferdinando II le predilesse visitandole più
volte e migliorando le condizioni di vita dei
salinari tanto che nel 1847, in località San
Cassiano, fondò la colonia agricola di San
Ferdinando di Puglia, popolandola con i lavoratori
delle Saline e distribuendo gratuitamente i terreni
ed i capitali per le case popolari; così, in
vent’anni, la popolazione locale raddoppiò di numero
ad indicare l’aumentato benessere; nel 1879, con
regio decreto, le Saline furono ribattezzate
“Margherita di Savoia”; il sale della Puglia era
molto apprezzato, tanto da essere preferito a quello
spagnolo ed era sfruttato sia per scopi alimentari
sia per usi industriali.
Giuseppe Ressa
Note
[1]
dalla rivista “Il gommone”, Koster
publisher, gennaio-febbraio 2003, pag. 107
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