Note sull'artista
In Italia e massimamente nel
Mezzogiorno esiste una situazione di evidente debolezza nei settori della
produzione culturale. Debolezza non dovuta alla mancanza di figure di spicco
o di individualità dotate di talento, ma alla carenza di una organica e
costante politica di sostegno nei settori della creatività culturale; una
politica distratta e incapace di "governare" azioni di comunicazione, di
valorizzazione, di coordinamento, di integrazione. Questa riconosciuta
difficoltà nel fissare la promozione del pensiero creativo non impedisce a
molti di affermare che la produzione artistica rappresenti una componente
essenziale dell'immagine e della percezione di un popolo. L'arte, infatti,
grazie alla immediatezza iconica della sua comunicazione, consente confronti
e comprensioni tra culture diverse, ben più rapidi di quelli che passano
attraverso il linguaggio scritto o parlato. Inoltre, le avanguardie
artistiche, sperimentando forme e linguaggi diversi e innovativi, svolgono
anche la funzione di aprire la strada a rappresentazioni o a modificazioni
della realtà contemporanea, favorendo nuovi esiti nella produzione materiale
e immateriale della cultura, esaltando il ruolo culturale del proprio Paese.
In questo scenario lo sperimentalismo
formale di Maria Grazia Montano assume il valore della condizione del nostro
territorio, anch'esso non sufficientemente valorizzato e, nonostante ciò,
pur inserito negli ineludibili processi di globalizzazione e di ibridazione
tra le culture ed i mercati del mondo. Il linguaggio estetico dell'artista,
infatti, pur nascendo in un contesto tipicamente lucano, abbraccia orizzonti
ed intensità dalle forti contaminazioni esterne. Maria Grazia Montano è
giunta alla utopia della scrittura artistica dopo un viaggio di
sperimentazione artigiana, prima come disegnatrice e stilista di moda, poi
come operatrice presso il laboratorio tessile dell'ANIC di Pisticci. Questa
esperienza "pratica" ha costruito la sintesi delle componenti materiche del
suo lavoro artistico: il colore e le trame di filo. Le sue tele esposte oggi
a "La Scaletta" di Matera compendiano lo stadio attuale di questo originale
cammino espressivo.
Contro la moda dilagante di una smania
revivalistica che insegue movimenti artistici di un immediato passato, Maria
Grazia Montano non vuole etichettarsi come "neo-concettuale", "neo-strutturista",
"neo-informale", ma vuole affermare la sua acquisita e specifica manualità
estetica nella creazione dei suoi lavori. Le sue opere, che pure evocano
elementi e luoghi di cui è impregnata la nostra terra, escludono ogni
illusionismo e ogni rappresentazione, facendo sorgere uno spazio
immaginario, una composizione, una superficie che trovano sostanza nella
vissuta tessitura cromatica e risalto nello spazio anonimo fuori della
cornice. La sua attitudine operativa è caratterizzata dall'enfasi sul
linguaggio pittorico, tradotto nella emozione di sperimentati interventi
segnici e cromatici. La tela diventa così campo di azione di una pratica del
dipingere basata su procedure elementari e coerenti, connotate da una
ispirazione all'assoluto e alla purezza immateriale, timbrate da distese di
colori, traduzioni avvolgenti di diversi stadi emozionali. La particolarità
della immagine è vinta e l'illusione spaziale sostituita da una propria
verità, in quel galleggiare di segni posti in una equilibrata e ripetuta
griglia cromatica.
Montano vive quindi la creatività
contemporanea come problema, non come superficiale esercizio decorativo,
consapevole che l'arte non può essere solo espressione o narrazione, ma pura
forma di costruzione di un paradigma dimostrativo, di un assunto, di un
procedimento capace di coniugare teoria e forma, ispirazione e materia.
Questa coscienza costruttiva, questa tensione liberatrice, punta a
conseguire la riduzione purista della pittura; la sua aspirazione è verso un
prodotto puro, lontano da ogni rapporto illusorio con la vita, dove ogni
cosa che viene percepita come inessenziale deve essere eliminata. Da questo
presupposto l'opera della Montano prende così forma attraverso la
utilizzazione di nuovi linguaggi e la elaborazione di procedure costanti, ma
differenziate nei sottofondi cromatici per rivelare la diversità dei ritmi e
dei luoghi di ispirazione.
Coerentemente con questo processo
creativo la Montano correda la eleganza editoriale della collana "La Spiga
d'Oro" diretta da Jolanda Carella. La sua "tecnica mista", a commento di
"Lunaria" di Mario Trufelli, esprime il ruolo di ponte tra diversi universi
linguistici: la pittura e la poesia. Sull'esempio della concezione storica
della produzione figurativa contemporanea, la materia cromatica è riportata,
prima che alla sua funzione di veicolo di senso, alla sua immediata e
improcrastinabile consistenza fisica. Questo tassello cromatico non dà una
sensazione di caos, ma esprime quella stessa energia che si percepisce
osservando il sistema venoso ed articolato del corpo umano. E' come se la
Montano si appassioni al presente e al suo continuo scorrere, libera, come
artista, dal peso e dall'ansia della tradizione.Solo attraverso questa
rilettura minimale, ma rigorosa, è possibile fissare i tempi e i modi della
capacità e della qualità della rappresentazione artistica della pittrice
lucana, che ha già trovato stabile ospitalità nella autorevole
organizzazione espositiva della Pinacoteca d'Arte Moderna di Bernalda -
Metaponto, diretta da Salvatore Sebaste.
Una rappresentazione artistica che
oggi declina morbide composizioni materiche, le quali vincono il limite
della loro percepita ripetitività per essere, di contro, prototipi di una
soggettiva concezione primaria della pittura, al di qua di ogni
significazione simbolica o emulativa. Possiamo dire che le tele di Maria
Grazia Montano esprimono criptiche spore capaci di sbocciare con una propria
individualità nell'odierno inflazionato campo delle arti visive, come
prodotto di un personale meccanismo creativo. (Testo a cura di Raffaello De
Ruggieri)
Tratto dalla presentazione della
mostra "Spore di colori", Circolo "La Scaletta" di Matera (Rioni
Sassi, Via Sette Dolori 10). 6-13 Settembre 2008 |