Monreale è un luogo di pellegrinaggio degli appassionati di un Medio Evo che esalta e non mortifica l'occhio e i sensi. Nella decorazione del Duomo, voluta da
Guglielmo II, intervengono probabilmente alcune maestranze locali ad affiancare gli artisti bizantini, che arricchiscono con un carattere più narrativo, con un rinnovato naturalismo le composizioni.
Sopravvive solo in parte quella fissità delle figure dagli occhi allungati in sguardi che nascondono emozioni. C'è una maggiore vitalità, un cedimento all'espressione, e, come avviene quasi sempre quando una tradizione forte che viene da lontano viene a contatto con il genius loci, il risultato è imprevedibile ma di sicuro impatto. Anche qui c'è il solito Onnipotente al centro e tutt'intorno si raccontano le storie dell'Antico Testamento e della vita di Cristo. Tutto avviene su una superficie musiva di quasi 6.500 metri quadrati: un'impresa colossale risolta in maniera quasi cinematografica. Sarà pure un paradosso per una tecnica come il mosaico che quasi impone una certa fissità delle immagini, ma di fronte alla raffigurazione della Creazione ti aspetti quasi che quelle sfere su cui Cristo sta imponendo il suo soffio vitale comincino a muoversi sotto il tuo sguardo rapito, come le coloratissime ali di angeli e cherubini sembrano già pronte ad aprirsi per il prossimo volo. Se qui c'è una storia da ascoltare con gli occhi, nel chiostro tutto è silenzio, calma, pace. Si può stare ore a seguire il rumore dell'acqua che scorre dalla piccola fontana e ad ammirare le decorazioni (tutte diverse!) dei capitelli delle colonne: ci sono animali, figure, astrazioni, motivi floreali, raffinatezze, testine, incastri di uccelli, leoni, linee morbide e leggere, immagini potenti e solenni.
Articolo tratto da Ulisse, rivista di bordo dell’Alitalia, di Lea Mattarella, 8/04, riportato dal
signor Massimo De Benedictis
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La SS Trinità |
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