Editoriale del Portale del Sud
Napoli. Pizza mandolino e "monnezza"
di
Alfonso Grasso Un titolo, tra i tanti, apparsi su di un giornale del Nord. Ed ancora “In Campania la camorra è stata leader nella gestione illegale dei rifiuti e la regione, insieme a Puglia, Calabria e Sicilia ha fatto registrare nel settore delle ecomafie affari per 132 miliardi di euro dal 1994 al 2003”. Il sit-in sui binari della stazione di Montecorvino, dove a metà giugno mille manifestanti hanno protestato contro la riapertura della discarica di Parapoti, non sembra sia stata l’occasione per dare impulso ad affrontare il problema. Sembra anzi che quei manifestanti non debbano essere accreditati di alcuna autonomia. Secondo il Commissario Governativo ed i tg, essi sono “manovrati” (dalla camorra). Secondo le destre (vedi per esempio Forattini) dai “comunisti”. Secondo la Lega bisognava far intervenire l’esercito. Giorgio Bocca ha fatto sfoggio del suo razzismo. La più alta carica istituzionale è salita sul pulpito per condannare “l’egoismo” dei manifestanti, ed allora vorremmo che lo facesse ogni giorno a proposito della devolution che il governo porta avanti a danno dei meridionali, e che lo avesse fatto quando i blocchi erano al nord, o quanto il nord inviava al sud i rifiuti tossici. Non abbiamo qui la pretesa di esprimere giudizi su di un'emergenza che si rinnova ciclicamente. Prima abbiamo illustrato i motivi di fastidio che provocano certe dichiarazioni, specie quelle fatte dai responsabili, che non dovrebbero farsi scudo delle “ecomafie”, ma combatterle. Ci sembra invece più utile offrire ai lettori un po’ di cronistoria, da cui ognuno potrà trarne delle conclusioni. Come è nata questa crisi infinita dei rifiuti della Campania? Tra ritardi istituzionali, le rivolte delle popolazioni, già nel 1994 il Consiglio dei ministri decretò lo stato di emergenza. I poteri commissariali sono passati, dopo un anno, dal presidente della Regione, Giovanni Grasso, al suo successore, Antonio Rastrelli, senatore di An. Rastrelli vara un piano che prevede la realizzazione di moderni inceneritori, i termovalorizzatori che ricavano energia dall'immondizia. Ma tutto resta sulla carta. Affida ad una sola ditta lo smaltimento ed il compito di scegliere i siti delle discariche. Nel 2000 i poteri passano al nuovo governatore della Campania, Bassolino, che differenzia la raccolta ed effettivamente vengono messi in funzione sette impianti per la produzione di Cdr (combustibile derivato dai rifiuti), da dove escono "ecoballe", spazzatura avvolta nella plastica, da destinare a termovalorizzatori, che però in Campania non ci sono ancora. Risultato, non si sa che farne delle ecoballe, che restano in immensi piazzali, fino a che gli impiantì di Cdr non si bloccano perchè non c'è più spazio per le ecoballe prodotte. Nel 2003 il Governo nomina Commissario straordinario per l'emergenza rifiuti il prefetto Corrado Catenacci, lo stesso che si è trovato di fronte alla protesta sui binari che ha tagliato in due l'Italia dei trasporti ferroviari. Intanto chiudono una dopo l'altra le vecchie discariche, tenute in vita con provvedimenti straordinari. Sono colme e di nuovi immondezzai nessun Comune vuole saperne. Non si trova una via d’uscita e per liberare i Cdr intasati, si mandano a più riprese le ecoballe in altre regioni e a all'estero, da ultimo in Germania, con costi esagerati. Il ministro Lunardi (noto per le sue dichiarazioni "fatalistiche" sul rapporto Stato - mafia), mentre era in corso il sit-in, ha detto che «il disagio causato dal blocco della stazione di Montecorvino è anche colpa del nostro sistema infrastrutturale troppo fragile. Ci vorranno alcuni anni per renderlo meno critico». Non poteva accorgersene prima, visto che è lì da tre anni?
Alfonso Grasso
Luglio
2004 |