Molfetta, località pugliese lungo la frastagliata costa
adriatica, luogo di passaggio, d’imbarco e di approdo
rientra nei “Passaggi Oltremarini” in Terra di
Bari, ed è ricordata negli antichi “Itineraria” come
porto vitale già dal IX – X secolo nel circuito degli
itinerari dei Crociati, di soldati, pellegrini e di
mercanti.
A confermare il ruolo di cerniera e di crocevia di
popoli che la Puglia deteneva nel sistema di
circolazione dell’occidente, questa località costiera,
ha sempre avuto un ruolo determinante nella civiltà
mediterranea dall’antichità all’epoca classica fino al
Medioevo tanto da delineare insieme ad altri porti i
caratteri stessi della Puglia.
Questo flusso di energie vitali nei porti, dette vita
anche al fenomeno romanico con la nascita in Terra di
Bari, di edifici religiosi.
E il Duomo di Molfetta fu voluto l’, all’estremità della
città sul mare, ai primi del secondo millennio, con le
sue due torri inconfondibili e le sue cupole
orientaleggianti.
Erano le stesse comunità delle località costiere che
decidevano di far sorgere le Cattedrali sull’orlo della
scogliera, costituendo un punto di riferimento per chi
giungeva in città dal mare.
… e il mare, non lo vedi soltanto nello specchio
d’acqua quieta e tranquilla del porto, o nella distesa
lievemente increspata delle acque azzurrine al di là del
braccio del molo. Il mare lo senti, anche all’interno
del Duomo, nelle sue navate immense in una luce
crepuscolare il forte odore salmastro si confonde con
l’acuto profumo dell’incenso, mentre le svettanti cupole
di pietra grigia rilettono come debole eco il sordo
mormorio delle onde[Carl Willemsen].
Tutte le principali correnti artistiche del periodo
romanico si diffusero lungo le vie di pellegrinaggio e
le località costiere risentirono del fenomeno, come
testimoniano le ricorrenti presenze nelle chiese
romaniche di elementi stilistici per i quali possono
essere prospettati collegamenti con i principali centri
di produzione artistica.
Motivi decorativi ci riportano, alle chiese di Borgogna,
agli edifici crociati eretti in Terrasanta, al mondo
lombardo e alla tradizione romanica locale.
Ma il Duomo di Molfetta, questo enorme macigno
granitico (P. Belli), tutto serrato in un
affascinante giuoco di volumi che si intersecano e si
rispondono è così diverso dai canoni romanici delle
cattedrali pugliesi e non si può che essere d’accordo,
ogni volta che si ritorna, è come se lo si vedesse per
la prima volta, e sempre si rinnova il soprassalto di
stupore e incanto. La stessa impressione fu provata da
Ettore Bernich, che in un articolo (Apulia, n 2, 1898)
esprimeva il suo stato d’animo quando entrando nel
tempio provò un emozione fortissima pensando di stare
sotto le volte di una chiesa greca dell’epoca bizantina.
In effetti se si osservano le cupole si pensa a S. Sofia
di Costantinopoli e si ha ragione di credere che artisti
greci murarono questo tempio che è unico nel suo genere
in questa regione.
Al solstizio d’estate, il 21 giugno, verso le prime ore
del mattino, un raggio di sole attraverso una finestra
va a colpire una formella, e così, il risultato ed i
calcoli di un architetto – astronomo producono qui, come
in altri luoghi celebri nel mondo (Cattedrale di
Chartres, Chiesa di San Leonardo a Siponto – Puglia…),
l’ansia di un enigma.
La favola del cielo è anche nel Duomo di Molfetta, quel
raggio di sole porta a considerare con quanta sapienza
l’ignoto architetto del tempio di Molfetta abbia saputo
avvalersi del ritrovato bizantino per inondare di luce a
larga mano il suo edificio.
Il mistero dell’umida e sommessa penombra permise
all’architetto di impostare l’edificio in senso
chiaro-scurale, alla ricerca di quella grandissima
grazia di ombre e di luci di cui si parlerà più tardi
nel “Trattato della pittura” di Leonardo Da Vinci.
Il Duomo porta il nome di San Corrado, principe di
Baviera, le cui reliquie furono allocate probabilmente
nel cubiculum alla fine del XII o nell prima metà del
XIII sec.
Questo splendido edificio sacro è stato dichiarato
Monumento Nazionale nel 1932.
Pina Catino
Riferimenti bibliografici
-
Archivio Parrocchiale San Corrado, Molfetta.
-
Graziano Bellifemine, Molfetta – Il Duomo sul
mare, Ed. Mezzina Molfetta, 2002.
-
Pina Belli D’Elia, Alle sorgenti del romanico,
Puglia XI sec; Bari 1975.
-
Ettore Bernich, L’Arte in Puglia.
La Vecchia Cattedrale di Molfetta,1898.
Pubblicazione
Internet a cura de Il Portale del Sud, gennaio
2009 |