La odierna Piazza del Plebiscito a Napoli è il risultato di
successive opere di assetto urbano, ma tutto parte dalla decisione
del Viceré Conte di Lemnos di farsi costruire una Reggia nuova e
sontuosa adducendo come ragione la necessità di offrire una degna
ospitalità al re Filippo III che sarebbe giunto in visita dopo
alcuni mesi. Siamo agli inizi del 1600, la vecchia Reggia che
sorgeva negli spazi oggi prossimi al Teatro San Carlo, era modesta e
poco elegante per una nobiltà dedita al lusso ed allo sfarzo.
L’incarico dell’intero progetto venne dato a Domenico Fontana
ingegnere–architetto molto famoso, che dovette subito far spianare
tutta la “zona del Gigante”, detta così per la presenza in quel
luogo di una enorme testa di Giove in marmo; ricavare gli spazi per
la nuova imponente costruzione e per l’area di rispetto da
predisporre innanzi alla facciata, secondo un progetto di grande
eleganza formale. Anche se con notevoli difficoltà e con qualche
lacuna strutturale la Nuova Reggia venne completata nei tempi
previsti e con essa un primo assetto di quello che da allora prese
il nome di “largo di Palazzo”. Le modifiche successive con la
demolizione di tre Chiese e la costruzione della Basilica di San
Paolo Maggiore e dei Palazzi ministeriali condussero nel tempo
all’assetto attuale.
L’imponenza della costruzione, la singolarità del luogo, la
attrattiva costante che per gli artisti stranieri ha costituito la
città di Napoli con i suoi scorci di vita vera e con i suoi panorami
straordinari, ha fatto si che da P. Petrini a Lievin Cruyl, da
Cassiano de Silva ad Angelo Maria Costa, paesaggisti e cartografi si
cimentassero nel riprodurre la Nuova Reggia e con essa il suo
“intorno”. Ma colui che, per tecnica pittorica, perfezione dei
particolari e descrizione realistica della vita cortigiana del primo
‘700, ha centrato l’obbiettivo, è stato senza tema di smentita
Gaspare Van Wittel, il padre e maestro di Luigi Vanvitelli. Nel
suo dipinto dal titolo “Il Largo di Palazzo” Gaspare trasferì su
tela, con tecniche che più tardi sarebbero state utilizzate a
Venezia dal Canaletto, una immagine viva di Napoli, quasi una
“istantanea” della moderna arte fotografica, con una densità
espressiva ed una vivacità di colori che testimoniano la sua grande
maestria.
Questo dipinto ha una storia tutta sua. In un primo lungo periodo,
così come per numerose opere di Gaspare Van Wittel fa parte di
collezioni private dell’area aristocratica e curiale della Roma
papalina. Poi accade che nel 1933 Raffaele Mattioli, Amministratore
Delegato della Comit, scopre il quadro tra le opere del patrimonio
della banca. Se ne innamora. Lo fa restaurare e lo sistema nel suo
studio di Roma a Palazzo Colonna da dove verrà rimosso solo dopo il
1972, con l’uscita dalla Comit del grande Presidente che morirà
l’anno successivo,
Provenienti dall’Ufficio Studi di Comit in quelle stanze severe,
dove risplendevano i colori solari di Van Wittel, si alternarono,
nel proposito di ricostruire l’Italia dopo la difficile fase
bellica, figure poi divenute prestigiose come Giovanni Malagodi;
Guido Carli; Enrico Cuccia e Cesare Merzagora. Dopo il 1972 si
perdono un po’ le tracce del quadro che, silente, ha assistito alla
dinamica economica del Paese Italia. Più tardi con l’ingresso in
Intesa di Comit il quadro ritorna a Napoli a Palazzo Zevallos, in
zona museale, ma non se ne apprezza al giusto valore la singolarità
e bellezza in un gioco di spazi e di luci poco confacente ad un
capolavoro. La sua destinazione è altra! Deve tornare a sentire
l’atmosfera della tensione economica; della dinamica del mondo del
credito e degli affari. E così accade che prende posto tra le mura
dell’unica Direzione Generale che ancora resiste nella città, quella
del Banco di Napoli a Palazzo San Giacomo. Qui circondato da
eleganti arredi di radica di noce che Piacentini e Franzi idearono
nel 1939, ha ripreso la sua tradizionale funzione di testimone
silente, ma questa volta “gioca in casa”!
Ben tornato Gaspare Van Wittel con Il tuo “Largo di Palazzo”.
Gherardo Mengoni
Testo
trasmesso
dall'autore nel mese di ottobre 2013 |