Il progetto di
costituzione
della Repubblica Napoletana del 1799 è
firmato da Francesco Mario Pagano, uno dei massimi esponenti della
Repubblica, nonché degli intellettuali napoletani.
Nacque a Brienza,
in Lucania, l'8 dicembre del 1748, Nel 1762 si trasferì a Napoli e iniziò
gli studi umanistici. Fu allievo del Genovesi ed ebbe, come insegnanti, il
filosofo Giovanni Spena per il latino e il greco, Niccolò de Martino per la
matematica, Padre Gerardo degli Angioli per la filosofia e Pasquale Cirillo
per le materie di diritto. Si interessò, con l'amico Gaetano Filangieri, di
criminologia.
Si laureò, giovanissimo, in giurisprudenza; ed a ventisette
anni ottenne la cattedra di morale e poco dopo quella di giurisprudenza. Nel
1785 pubblicò i "Saggi politici", con le sua concezione del ruolo dello
Stato e la sua organizzazione. Continuò con, "Considerazioni sul processo
criminale", "Principi del codice penale", "Logica dei probabili o teoria
delle prove". Pubblicò anche tre tragedie ("Il Corradino", "Il Gerbino" e
"Gli esuli tebani") ed un dramma lirico "L'Agamennone". Nel 1794 difese i
congiurati della "Società Patriottica" nella "Gran causa dei rei di Stato".
La bravura dimostrata nel processo gli valse la nomina a giudice del
Tribunale dell'Ammiragliato.
Ma la sua predilezione per la partecipazione
alle riunioni delle logge massoniche, e la sua adesione morale ai principi
rivoluzionari gli costano nel febbraio del 1796 l'arresto, con l'accusa di
aver fatto incarcerare un avvocato fedele al Re. Mario Pagano restò recluso
per oltre due anni. Amnistiato, abbandonò Napoli recandosi prima a
Roma poi a Milano. Proclamata la Repubblica, tornò a Napoli il 1° febbraio
del 1799.
Alla caduta, fu processato e condannato a morte. La sentenza
fu eseguita il 29 ottobre 1799: fu impiccato, in piazza Mercato. |