Maglie, importante centro di riferimento
per il basso Salento, sorge in un solco
vallivo i cui bordi, costituiti da
piccole alture, sono stati interessati
da insediamenti umani fin dalla
preistoria come testimoniano i
ritrovamenti di
epoca paleolitica in contrada
Cattiè e San Sidero (80-45 mila anni) e
dell'età del bronzo in contrada
Cavallare e via Adigrat (XVI-XI sec.
a.C.); a quest'ultima età sono anche
attribuiti i tanti megaliti, (dolmen e
menhir) disseminati nella campagna
intorno a Maglie.
In età storica, il più antico
insediamento documentato si data tra il
IX e XI secolo, al tempo della
cosiddetta
seconda colonizzazione bizantina.
Baroni di Maglie sono stati nel tempo i
Lubello, i Maresgallo, i Carreras Y
Eril, i Filomarino della Torre e infine
i Capece Castriota.
Sino al secolo XVIII Maglie non è poi
tanto dissimile dalle altre borgate di
Terra d'Otranto. La struttura del primo
centro urbano è rimasta quasi intatta
con i suoi due agglomerati umani
(isole): isola
di San Nicolò e
isola-strada di
mezzo, da cui si diramavano
stradine tortuose (strittule) e vicoli
senza uscita (curti).
L'isola di San
Nicolò comprendeva un'area di
forma ovoidale su cui insisteva la
fabbrica di una chiesa parrocchiale, a
sud-est il
palazzo baronale (oggi sede del
ginnasio-liceo Capece) e il largo detto
Piazza delle Botteghe (poi largo delle
Ferrarie nell'800, attuale largo nord di
piazza Moro).
Dal largo San Nicolò (attuale piazzetta
Duomo) si dipartivano due strade:una
verso nord detta via della
Congregazione, l'altra detta via dei
Foggiari, o dei cavatori di fosse, su
cui si affacciavano palazzi di ricchi
proprietari (palazzo Giannotta ad
esempio) oggi resti monumentali del ‘500
magliese.
La strada isola
di mezzo era la via maestra del
paese (poi asse generatore della pianta
urbana) su cui si affacciava il cortile
delli Sumai (oggi corte dei Droso), la
lunga e tortuosa via di Santa Maria
(oggi via Ospedale) e incrociava, verso
sud, la piazza delle Puzze o delle Pozze
(attuale piazza Moro) per la presenza
dei pozzi artesiani.
Dove oggi sorge il
monumento a
Francesca Capece, ultima
feudataria magliese, era Lo Segiu,
l'antico seggio o sedile del
Municipio,
che troverà tra il 1840-43, sul lato est
della piazza, la sua definitiva sede,
grandiosa per l'epoca. Dalla piazza
partivano due strade: a sud-est via
della Lama e a sud via San Giovanni (ora
Trento e Trieste) che sfociava ad una
chiesetta greca omonima, dove poi venne
eretta la chiesa dell'Addolorata.
Nei primi decenni dell'800 l'aspetto
urbano comincia a trasformarsi: sorgono
palazzi in pietra leccese su cui la
patina del tempo stende un caldo color
ocra che conferisce alla città un'aria
di raffinata e suggestiva bellezza. La
costruzione nel 1832 della strada
provinciale
Lecce-Leuca, che, passando per la
strada di mezzo, si incrocia nel 1855
con la Ferdinandea Salentina (Gallipoli-Otranto)
pone Maglie al centro di una fitta rete
viaria che, dipartendosi a raggiera la
collega con i centri vicini. Viene a
trovarsi in una posizione privilegiata
che ne favorirà lo sviluppo sì da
ottenere nel 1890, con decreto
umbertino, il titolo di regia città.
Infatti dal 1880 al 1890 Maglie
raggiunge il punto culminante della
parabola ascendente della sua fortuna.
In quel periodo Maglie vede crescere le
attività
commerciali, industriali, agrarie,
artigianali (tessitura, filatura,
ricami a "punto Maglie") anche per la
presenza di vari stabilimenti, di due
molini a vapore, di pastifici, panifici,
oleifici, fabbriche di spiriti e di
saponi, di tabacco, di prodotti conciati
e grazie anche alle grandi capacità
degli artigiani-artisti i quali nel
corso dell'Ottocento e nella prima metà
del Novecento hanno saputo imporre i
loro prodotti non solo sul territorio
nazionale ma anche internazionale. Per
tutti valga l'attività dei Fratelli
Piccino i quali coi loro mobili
riuscirono a soddisfare una clientela
costituita da capi di stato, papi e
grandi capitani di industria. Il sindaco
Achille Tamborino, nel 1878, fece
richiesta del titolo araldico che venne
concesso con decreto reale il 2 febbraio
1890, solo dopo che erano stati aperti
il cimitero nel 1891 e l'ospedale civile
nel 1887. Nella petizione al re Umberto
del 1889 si dichiarava che in quegli
anni Maglie era sede di pretura
mandamentale, di ufficio del registro e
bollo, di agenzia delle imposte dirette,
di delegazione di pubblica sicurezza, di
ricevitoria del lotto pubblico, di
ufficio postale e telegrafico, di
stazione dei RR. Carabinieri e di
Guardia di finanza, di succursali di
banche, di cinque farmacie, di un
ospedale, di vari istituti di
beneficienza tra cui un Monte dei Pegni,
di un orfanotrofio e di un asilo
infantile, di tre piazze notarili, di
quattro Società operaie, di dieci scuole
preparatorie al ginnasio, di un ginnasio
con annesso convitto, una scuola d'arte
e mestieri, di un frequentatissimo
mercato settimanale e di quattro
importanti fiere annuali. La notizia del
decreto reale della concessione del
titolo araldico firmato da re Umberto e
controfirmato da Crispi venne accolta
dai magliesi con grande soddisfazione e
manifestazioni di giubilo.
La spiccata caratteristica di Maglie
di fornire a se stessa ed agli altri la
chance della cultura è un retaggio
antico: nel 1666 il sacerdote Piccinno
donò alla città la sua
biblioteca
perché fosse al servizio "de li magliesi
e de li forestiere". Nell''800 la
donazione dell'ultima feudataria,
Francesca Capece, per l'istruzione e
l'educazione della gioventù, portò
all'istituzione del
ginnasio-liceo
Capece e dell'annesso convitto la
cui fama valicò i confini regionali e la
cui serietà di studi formò personalità
di primo piano nel campo scientifico,
umanistico e politico nazionale ed
internazionale.
Nel 1960 fu istituito un
Museo di
preistoria salentina, dove
studiosi e scolaresche hanno
l'opportunità di confrontarsi con i
diversi ambienti che si sono succeduti
nel corso di un lunghissimo arco
temporale nel nostro territorio.
Testo tratto da
http://www.comune.maglie.le.it/citta_territorio/storia.php