la collezione d'arte: Luciano Fabro

Italia all'asta

Note sull'artista

Ricorre, con l'avvento del 2005, il decimo anniversario di Piazza Plebiscito come luogo d'arte. Era il 1995, infatti, quando Piazza Plebiscito, rimodernata in seguito al G7 del 1994, ritornò a ricoprire il suo ruolo di "luogo emblematico della storia dei napoletani" (Antonio Bassolino).

Per festeggiare degnamente la ricorrenza è stata installata una nuova opera d'arte, a firma questa volta dell'artista Luciano Fabro, proprio al centro dell'agorà un tempo denominata "Largo di Palazzo".

"Italia all'asta". E' questo il nome dell'opera d'arte, un obelisco raffigurante due figure dell'Italia, una delle quali capovolte, che è stata scelta per il 2005 in rappresentanza del "tratto caratteristico della napoletanità più autentica: il gusto della sperimentazione, la capacità di confrontarsi con la novità e la festa come esperienza culturale significativa" (secondo le parole dello stesso Governatore campano).

L'Italia a testa in giù, quindi, prende il posto che fu della memorabile "Montagna di sale", dell'artista Mimmo Paladino (nel 1995), fino ad arrivare alla titanica spirale di ferro di Richard Serra dell'anno scorso. La struttura è composta da una colonna di circa 35 metri, dalla quale un cappio fa pendere due sagome dell'Italia, ognuna di alluminio lavorato alta 15 metri e con una disposizione delle regioni che non rispecchia esattamente quella reale. Inoltre, una delle due figure è capovolta, in un abbraccio ideale fra Nord e Sud che si fondono o, se si vuole citare lo stesso Fabro "in una rifrazione delle forme tradotta all'infinito". Tutt'intorno è un susseguirsi di mappe, stendardi e sculture di metallo.

È lo stesso artista a spiegarci il motivo del nome dato alla composizione: "ho chiamato quest'opera "Italia all'asta", giocando sul significato dell'asta come palo, tipico della festa barocca, e sull'asta come vendita all'incanto". L'artista si riferisce, e lo rende esplicito tramite i cartelli circostanti, a vicende storiche, come quelle di Savoia, Campoformido, Bronte, o economico-politiche quali Eni, Montedison, Sme, Alfa Romeo, quindi a territori ed aziende venduti o svenduti contro il vero interesse degli italiani. L'opera d'arte si arricchisce delle sonorità di Pasquale Scialò (25 movimenti di suoni e rumori intrecciati) in cui si ode anche la voce dello stesso Fabro che spiega simboli e funzioni di piazza, arte e artista.

Centro Culturale e di Studi Storici "Brigantino - il Portale del Sud" - Napoli e Palermo admin@ilportaledelsud.org ®copyright 2005: tutti i diritti riservati. Webmaster: Brigantino. Sito derattizzato e debossizzato