Al pontile,
sotto il Castello Aragonese, le barche dei pescatori sono attraccate
da poco. C'è già la gente ad aspettarle. E comincia la simpatica
trattativa con i pescatori. Non hanno pescato solo totani: ho visto
alici, fragaglie, saraghi, un'aguglia reale.
C'è una bella
atmosfera, la gente si incontra, si saluta, parla. Ho rivisto tanti
vecchi amici e mi è piaciuto parlare con loro.
Ischia Ponte,
lo ho osservato anche altre volte, tende a riacquistare la sua
identità. La chiusura al traffico (quest'anno mi dicono più
intelligente) è stata la chiave: dopo le proteste, ora appare
addirittura attesa.
C'è stata una
bellissima riqualificazione dei negozi. Ma sono i vecchi artigiani,
gli antichi pescatori a ritrovarsi al meglio, così come sono al
posto "giusto" le gallerie d'arte e le enoteche. E si ritrova
l'antica umanità: camminando a piedi c'è il saluto, l'incontro, la
stretta di mano.
È Mario
Mazzella con la "sua" Fontana, l'antica bottega d'arte, ad apparire
il simbolo di questa identità ritrovata. Non si è mai mosso, ha
sempre continuato a dipingere la sua Ischia Ponte, con i suoi
colori, le sue donne rassicuranti e serene.
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Il molo (Fotografia di Roberto Massimelli)
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Insieme al
compianto Aniello Antonio Mascolo, litografo, scultore, è stato, ed
è, l'interprete più fedele di questo angolo bellissimo.
Intorno alla
Fontana, con Mario, si incontrano ancora gli amici di sempre. E
qualcuno è sicuro di avere "rivisto" Giovan Giuseppe Cervera, pronto
ad aggiornare le sue "storie" ed a tramandarle ancora nei suoi
libri.
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Il Castello Aragonese |
Sullo sfondo "veglia" il Castello con il suo carico di memorie.
Il tramonto, i suoi colori sono straordinari.
Così da secoli. Ad Ischia
Ponte dove la gente si incontra, si saluta, si stringe la mano.
Tratto da:
"Niente auto, tornano i sapori, venerdì 11 luglio 2003" Franco
lacono, “Ischia la mia isola”, Massa editrice |