Servi della Globa
di Simona Bassano di
Tufillo
Leggo della
scandalosa conclusione del processo sui fatti di Genova su La Repubblica:
provo un'indignazione "napoletana", cioè senza stupore, da
habituée dell'indignazione.
Non era possibile
negare le violenze contro i civili dimostrate in aula, anche perché erano,
dall'epoca dei fatti, sotto gli occhi, le videocamere e le fotocamere di
tutti. Quindi per salvare il fondoschiena ai vertici di comando statali, si
è arrivati all'inconcepibile assurdità di dire che, poveri di spirito,
coloro che ricoprivano alte carche sono stati fuorviati, plagiati e
depistati da piccoli poliziotti cattivi di basso rango.
Ma allora, mi chiedo,
in cosa consiste la differenza tra chi occupa un posto di altissima
responsabilità e chi no? Dovrebbe proprio consistere nel fatto che a fronte
di uno stipendio molto più alto di quello di un poliziotto semplice, ci si
prende altrettanto alte responsabilità e colpe, compreso quelle dei
sottoposti. E' impensabile che ai vertici di comando della Polizia di Stato
ci siano dei poveri sprovveduti: quindi, a maggior ragione, avrebbero dovuto
essere puniti, e severamente.
Questo, secondo la
logica e secondo la Costituzione, che nella società dei consumi,
costituiscono poco meno di due prodotti fuori mercato. In questa società in
cui la TV è l'oppio dei popoli, gli occupanti di posti di potere non hanno
nemmeno bisogno di spremersi più di tanto le meningi per raccontare balle ai
cittadini: Bush ha avuto bisogno di fare la guerra all'Iraq per questioni
economiche e/o di potere? Perfetto. E alla massa che vuole conoscerne i
motivi si dica una cosa qualunque, anche se poi si verificherà essere falsa
e pretestuosa. Tanto, come ogni notizia, indistintamente, sarà dimenticata
in massimo 15 giorni.
E questo vale per i
processi di Berlusconi e per le sue leggi fai-da-te/fai-per-te; vale per le
circa 3000 discariche abusive in Campania, colme di rifiuti tossici e mai
bonificate; e così via. Figuriamoci se poteva non valere per il processo
sulle violenze di Genova.
Il relativismo
scientifico e filosofico novecentesco aveva ben altro scopo e significato
che avallare le metamorfosi dei fatti e delle verità ad opera ed usufrutto
del politicante di turno: la relatività, nella sua accezione scientifica, è
da intendersi come indagine rigorosa, le cui premesse e i cui risultati si
intendano applicabili in un ambito non assoluto bensì circoscritto e quindi
più preciso e veritiero. Ma rispetto a queste grandi scoperte del Novecento
abbiamo fatto molti passi indietro. Il capitalismo ha fagocitato tutto, in
nome di se stesso, mettendo a repentaglio persino la sopravvivenza della
specie tra rifiuti tossici e riscaldamento globale.
Pochi ometti di
immenso potere e infinitesimale intelligenza e cultura decidono per tutti. E
tutti gli altri, tutti noi, laureati o meno; bianchi, neri o gialli; del
primo del secondo o del terzo mondo, altro non siamo che Servi della
Globa, versione contemporanea e globalizzata dei medievali servi
della gleba, con la differenza che i nostri antenati, pur senza l'ausilio di
internet, sapevano di non essere liberi.
Con buona pace del
sessantesimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.
Simona Bassano di
Tufillo
http://sbadituf.splinder.com/ -
www.myspace.com/sbadituf
16 novembre 2008 |