Magna Grecia
Mio Sud, mia terra
Violenta e dolce
e disperata
Sole
che esplode
dentro le viscere
Riemerge dal mare
Venere
Nell’abbraccio della luce
senti l’antico iddio
Ebrietudine panica
nudità dell’essere
cosmicità primordiale
degli elementi
intatta
castità delle origini
Profondo Sud
“ paese innocente “
che altrove cercammo
smemorati
verace “ terra
dell’utopia “
dove il poeta è conosciuto
fratello
e l’ospite s’onora
come al tempo d’Ulisse
La dimensione dell’umano
è qui ancora reale
e plausibile
La morte crudele e beffarda
i vecchi
i malati non sono esclusi
e i deboli, quelli che non ce la fanno
Enea porta Anchise sulle spalle
come nei secoli
morti della pietà
Suasivo Sud
bellezza mortale
religione di vita
pienezza dell’eros
nella solarità che abbaglia
I suoni dell’universo e le voci umane
ancora vincono la macchina
Arriverà la colonizzazione industriale
arriverà anche qui
produttivismo alienante
consumi
di cultura straniera
Cercheranno flippers
e gokarts
e non vedranno i colori
dello stretto, a sera,
né sapranno l’odore
di cozze e di meloni
e la corale attesa
della rete che sale
Costruiranno piscine
tra muraglie di privilegio
penitenziari del benessere
oscene ciminiere
stupreranno i vergini olivi
e i ficchi fragranti
Bambini di Gioia Tauro
laceri e schietti
dagli occhi splendenti
Ludica
libertà del vento dello scoglio del sale
dell’erba dell’acqua del melo
come presto scompari
in ogni lembo
ultimo di Paradiso
Reggio di Calabria, estate 1969
Canto d’amore
Benedico l’aurora
che sorge, l’aprile che rinnova
la terra, l’autunno che raduna
le foglie morte nel tramonto d’oro.
E benedico il sole
e le rocce abbaglianti
protese ad ascoltare
il canto azzurro
delle Sirene sopra il vasto mare
e il riso delle spume
candide e il palpito dei remi
E rendo grazie al Cielo
muto abisso di mondi
anche se la mia vita è come l’erba
che nasce e muore
Benedico la terra
e le cose vicine
che prodiga mi porge e le remote
che possiedo soltanto nei miei sogni.
Benedico l’amore
laico e il coraggio che resiste al male.
Benedico l’Amore che dal fondo
della mia notte fa che speri ancora
nell’alba incerta di un’umanità nuova. Vietri sul mare – Ravello (anni cinquanta)
Le poesie “Magna Grecia” e “Canto d’amore” sono tratte dalla raccolta “femminile singolare”.
Inverno
... Voce del vento, immensa, su dal mare
suggestione di favole lontane
evochi forse all’anima che sogna?
Mi narri una leggenda di fantasmi
erranti nelle torri abbandonate
di sinistri castelli, ove il singulto
del tuono echeggia cupo nel silenzio
e le catene stridono di pianto;
o di streghe nell’aria galoppanti
su per i solchi lividi dei lampi
(notte di Sabba, notte di tempesta);
o di nordiche danze d’elfi lievi
come le foglie che nel bosco aduna
e move il vento, al chiaro della luna...
Focolare lucano, dolce e antico
torni al ricordo. Oh, dolce ritornare
sarebbe, bimba, al canto del camino.
Si, come allora. Quando, nel guizzare
della fiammata, scoppiettava il fuoco
in alleghre cascate di scintille;
e fuori, dietro i vetri arabescati
di palme e ulivi dal notturno gelo.
Il vento sibilava per le gole
delle montagne, e turbinava roco
sulla dormiente pace della terra
nel puro algido albore della neve.
“Inverno" è tratta dalla raccolta "il segno sulla sabbia"
Asteria (Asteria Fiore de Nicolais) non voleva essere cognominata. Preferiva firmarsi asteria con la minuscola.
Era nata il 19 maggio 1935 in pieno centro di Napoli ed aveva nel sangue la vitalità, la generosità, l'intelligenza, la vivacità del popolo partenopeo che in lei convivevano insieme ad una profonda malinconia, all’animo di "scugnizza". A meno di cinque anni Asteria perde la madre, Edelweiss, e viene affidata agli zii del padre, i de Nicolais, proprietari di alcuni terreni in un piccolo paese della Basilicata, che l’accolgono con immenso affetto, tanto da volerla persino adottare. Un’eco lontana dell'infanzia trascorsa in questo remoto angolo d'Italia si trova nei racconti focolare lucano (1982, Lalli Editrice). Nel 1947 Asteria viene mandata dalla nonna a Salerno per frequentare le scuole superiori. Seguono gli studi di filosofia e storia all'Università di Napoli che Asteria conclude nel 1958 con 110 e lode. Nello stesso anno si sposa ed inizia a insegnare in diverse scuole della Campania. Nel 1961 si trasferisce a Perugia. Asteria trova difficile l’adattamento alla diversa mentalità di questa regione dell’entroterra. Nel 1964 nasce Diego, nel 1966 Nicoletta. Asteria continua a insegnare e diventa docente di ruolo in diversi licei ed istituti superiori (lettere italiane e latine, storia e scienze umane). Gli anni settanta la vedono impegnata in diversi settori. Fonda Club Unesco, gruppi teatrali di base, circoli UDI e collabora attivamente a quotidiani e periodici (Giorni Vie Nuove, L'Unità, La Nazione). Fa parte del gruppo di Azione Nonviolenta di Aldo Capitini, il Gandhi dell'Umbria, è attiva nella Commissione Femminile del PCI, diventa segretaria regionale del Sindacato Scrittori e produce sperimentazioni teatrali multimediali - sempre legate a una testimonianza civile - Vietnam, Cile, il quarto mondo. Partecipa al movimento femminista romano della Maddalena e realizza recital di poesie individuali e di gruppo in diverse città italiane. Stringe amicizia con Pier Paolo Pasolini. Nel 1978 viene pubblicata la sua prima raccolta di poesie "femminile singolare", presentata a Roma da Adele Cambria e Elio Pecora.
In occasione della Marcia per la Pace Perugia-Assisi entra in contatto con la redazione della rivista ROCCA di Assisi, per la quale scrive diversi articoli a partire dal 1978 fino alla sua scomparsa. Per la stessa rivista cura, dal 1982 in poi, una rubrica personale intitolata "tu-tutti", per dare voce alle lingue tagliate, fare notizia di ciò che non fa notizia e sopratutto capire capire capire...
Nel settembre 1979 Asteria si stabilisce a Venezia, dove insegna all'Istituto Tecnico Femminile "Vendramin Corner". Invita poeti in classe e realizza con le sue alunne lo spettacolo "Zibaldone Veneziano" al Teatro Comunale di Bolzano. Fa parte del gruppo "Poesia Venezia" e collabora con diverse riviste di cultura e poesia. Viene invitata a partecipare a congressi e tavole rotonde. Le sue poesie vengono tradotte in sloveno da Jolka Milic e pubblicate in riviste slovene. Nel 1985 lascia la scuola e trascorre lunghi periodi in Germania vicino Friburgo/Brisgovia mantenendo però un legame stretto con Venezia dove ritorna frequentemente per eventi letterari e convegni. Continua a scrivere per diverse testate. Le sue poesie appaiono in antologie italiane e vengono tradotte anche in tedesco. Entra nel mondo della musica contemporanea e pubblica interviste con compositori e recensioni di Festival internazionali.
Dal 1991 vive spesso in Alsazia (Francia) occupandosi della letteratura e del pensiero filosofico francese. Durante i suoi numerosi viaggi in Europa e nel resto del mondo (Ecuador 1993, Tailandia/Taiwan 1997) osserva con occhio attento e compassionevole le diverse realtà dell'esistenza umana dandone testimonianza nei suoi articoli, che cominciano ad apparire anche in giornali esteri come Il Corriere del Ticino. Intrattiene contatti con le personalità della cultura italiana come Andrea Zanzotto e Claudio Magris. Nel 2000 organizza a Venezia una serie di letture di poesia, "Echi del Millennio", da San Francesco ai poeti dei nostri giorni. Le registrazioni di queste serate dimostrano la sua enorme conoscenza e la sua straordinaria capacità di recitazione e di dialogo con il pubblico. Nel giugno 2001, già segnata dalla malattia, si impegna intensamente per la realizzazione del Festival Internazionale della Poesia al Lido di Venezia presentando tra l'altro un vasto panorama della poesia slovena.
Nel settembre dello stesso anno Asteria si reca a Positano dove, in una casa luminosa di fronte al mare, trascorre gli ultimi mesi della sua vita. Si spegne il 2 febbraio 2002. È sepolta nel piccolo cimitero di Positano.
Archivio Asteria
L’Archivio Asteria è stato fondato dopo la scomparsa dell'autrice allo scopo di ordinarne il lascito, di pubblicarne gli scritti e le registrazioni dal vivo e di divulgarne l’opera e il pensiero con una serie di manifestazioni in Italia e all’estero. L'Archivio Asteria si trova nella casa di Labaroche in Alsazia (Francia), dove Asteria ha soggiornato per lunghi periodi a partire dal 1991. L'Archivio pubblica un Bollettino con scadenza semestrale. L’abbonamento è gratuito.
Archivio Asteria
512 La Rochette
F-68910 Labaroche, Fax: 0033-389-789130, e-mail: wolfmotz@web.de
Opere di Asteria disponibili su ordinazione presso l’Archivio Asteria: -
Il segno sulla sabbia (poesie) Archivio Asteria 2004 -
femminile singolare (poesie), Umbria Editrice Perugia 1977 (ristampa dell’Archivio Asteria 2002) -
focolare lucano
(racconti) Antonio Lalli Editore Poggibonsi 1982 -
Asteria legge le sue poesie I (CD) (femminile singolare, prima e seconda sezione) -
Asteria legge le sue poesie II (CD)
(femminile singolare, terza sezione;
poesie da il segno sulla sabbia)
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