Federalismo
fiscale
di
Brigantino
Secondo tale principio, la spesa pubblica non va distribuita secondo necessità, ma va alla regione che ha generato il gettito.
Giusto? Non giusto? Diciamo subito che, una volta messo in pratica, il Sud perderà di 16 miliardi di Euro/anno, sia perché il reddito del Sud è la metà di quella del Nord, sia perché le sedi legali delle aziende ed enti sono concentrate al Nord: in tale quadro, il federalismo fiscale favorirà il Nord oltre i propri meriti, e deprimerà il Sud oltre i demeriti.
Per fare un esempio: quando telefonerai da Napoli a tuo nipote che sta a Palermo, l'IVA che tu paghi finirà a Torino! La spesa pubblica nelle regioni meridionali diverrà pertanto meno della metà di quella del Nord, con tutte le intuibili conseguenze su servizi ed investimenti. È bene tener presente questo aspetto pratico prima di esprimere giudizi ideologici: chi propone il federalismo fiscale non fa l'interesse del Sud, al di là di ogni disquisizione di equità.
E poi, è consigliabile continuare a deprimere il Meridione, che si sta risollevando, per meri fini ideologici? Ricordando che i consumi del Sud alimentano l'industria del Paese, non è meglio mantenere, semplificando, il sistema attuale, in maniera da utilizzare le risorse dove ce ne è bisogno? Il Sud non può permettersi di condonare il contributo dato allo sviluppo della Nazione: lavoro, emigrati, capitale, oro, soldati ecc. Sarebbe da irresponsabili verso i giovani subire passivi le imposizioni di una forza, la Lega Nord, che per i voti raccolti non avrebbe diritto di rappresentanza (è sotto il 4%). Alcuni, nel Sud, accettano le idee leghiste per opportunismo, o per apparire contrari all'assistenza, o per schieramento politico. Altri per "responsabilizzare" i meridionali.
Essi scommettono sulla pelle altrui non rischiando nulla sulla propria: una sorta di vassallaggio intellettuale, che prospera sull'incapacità di sviluppare un proprio autonomo progetto.
Brigantino
(Alfonso Grasso), owner de Il Portale del Sud,
aprile 2003
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