Un “Lumbard” di nome Raffaele
di
Fara Misuraca
I lettori siciliani di questo sito hanno sicuramente sentito parlare di Raffale Lombardo, un ex Udc che, abbandonato Totò Cuffaro, ha creato un movimento per l’autonomia (non si capisce bene perché, visto che fin dal 1947 la Sicilia è regione autonoma a statuto speciale, una specie di stato nello stato) portandosi dietro i voti che come ben sappiamo, in Sicilia e non solo, sono voti da bacino clientelare e non certamente ideologici.
Correndo da solo o in compagnia di altri fuoriusciti da AN è riuscito ad ottenere un buon piazzamento alle elezioni per il sindaco di Catania che ha gentilmente messo a disposizione dell’uscente Scapagnini di Forza italia riconfermandone l’elezione. Ad analoga “performance” abbiamo assistito durante le elezioni del sindaco di Messina. Questa volta il buon Raffaele, per “par condicio”, ha favorito il candidato di centro sinistra.
Forte del suo risultato elettorale Raffaele Lombardo ha creduto di poter essere ago della bilancia e ha messo all’asta il suo budget, offrendo i suoi voti sia a destra che a sinistra e, devo aggiungere per correttezza, corteggiato da entrambi gli schieramenti fino a quando la signora Rita Borsellino non ha chiaramente detto che nelle sue fila non desidera nessun candidato in odor di tribunale.
A questo punto il bravo Raffaele ha fatto i conti per l’ennesima volta, l’ultima. E si è definitivamente convinto che la marcia verso il centrosinistra avrebbe decimato le sue truppe. Così ha finalmente deciso: il suo Movimento per l’autonomia (Mpa) si alleerà con la Lega Nord e dunque resterà sotto l’egida della Cdl. Casa, quella delle libertà, che concede le massime libertà ai suoi iscritti e tende a toglierle agli altri cittadini, specie se poveri e senza potere: niente divorzio, niente aborto, niente spinelli, niente fumo, niente sesso, niente cultura…, solo lavoro precario e a basso costo e soprattutto niente scambi con il mondo civile che ci circonda ma una vita da cortile, una ricerca del “particulare”. Per divertirsi e passare il tempo basta il grande fratello e il decoder venduto da Paolo Berlusconi per vedere le partite di calcio del Milan.
Così è nato il progetto della Lega autonomista. «Il dialogo avviato con la Lega Nord può portare alla costituzione di una sorta di alleanza del federalismo e dell’autonomia - dice Lombardo - Sarà l’unione di due movimenti radicati nel territorio e tali intendiamo rimanere. I punti di contatto tra Lega e Mpa sono, innanzitutto, il federalismo, ma che sia un federalismo solidale almeno per dieci anni, c’è poi la sussidiarietà su cui siamo d’accordo e anche il tema dell’Europa, che deve ripartire dalla dimensione regionale. L’accordo con la Lega non è solo tecnico, ma anche politico e portatore di un progetto nuovo».
Ma quale?
Questa con la Lega Nord è un’alleanza innaturale se si pensa a quello che la Lega Nord ha denigrato troppo spesso la Sicilia. E questo nonostante l’immediata e ipocrita, a mio parere, attestazione di stima di Salvatore Cuffaro che si dichiara contento che l’Mpa e il suo leader abbiano deciso di restare nella Cdl.
Lombardo dopo mesi di “annacamento”, ha confermato che non si sarebbe minimamente mosso dalla sua collocazione, rimanendo al servizio di Silvio Berlusconi di cui condivide la cultura politica dell’arroganza e del clientelismo aggravata dal fatto che stringe legami proprio con quella parte della “cosiddetta” Casa delle libertà (“ad personam” e non del popolo italiano) che da sempre esprime la peggiore cultura razzista e antimeridionalista. Ha ragione il segretario regionale dei Ds Angelo Capodicasa: ”lo chiameremo Raffaele Lumbard. Chissà come giustificherà ai suoi conterranei, e a tutto il meridione, il fatto di essersi alleato con chi brinda quando tagliano i fondi pubblici alla Sicilia”.
Per meglio documentarsi con chi il “lumbard” ha stretto alleanza leggete questo articolo del Corriere della sera in data 9/02/2006.
Fara Misuraca
"Terùn e mafiosi, show dei Fichi d’India
I due comici star della kermesse di Miss Padania: quelli fanno le scuole in Libano. Via i baluba. Il ministro Castelli in prima fila
La gag «terrona»? Va ancora di moda. Per averne la prova basta andare a rivedere la
serata finale di Miss Padania , andata in onda su Rete4 domenica scorsa. Vecchietta in tailleur giallo limone, borsetta ben stretta al petto, che parla in italiano perfetto, solo con lieve accento lombardo. Accanto a lei, un pescivendolo (travestito però da pizzaiolo), sguaiato, malvestito, che si esprime in una lingua incomprensibile ma di chiara inflessione siciliana. Facile, quindi, per la sciura esordire: «Non si capisce nulla di questo qua. Ma dove ha fatto le scuole elementari, in Libano?». Risate del pubblico. Ride anche il ministro della Giustizia Roberto Castelli, seduto in prima fila.
È la serata finale di Miss Padania. Presentano: Emanuela Folliero e Ringo. In platea, volti noti e meno noti, come Emilio Fede, Elenoire Casalegno, Edoardo Costa. Ma anche, ovviamente, i vertici della Lega al gran completo, tra cui Umberto Bossi, Roberto Calderoli e Francesco Speroni. Tutti a ridersela di gusto alle battute del duo dei Fichi d’India, star comiche della serata. Entrambi famosi al grande pubblico anche e soprattutto per la loro partecipazione, ogni settimana, a Buona Domenica su Canale 5. A loro è stata affidata l’animazione, quest’anno, di Miss Padania . E probabilmente Bruno Arena e Massimiliano Cavallari, in arte i Fichi d’India, hanno pensato bene di adeguarla al contesto nel quale si esibivano: quello della Lega, appunto.
Nati artisticamente nell’agosto 1989 a Palinuro (Campania), i due in quello stesso anno cominciano a lavorare in un cabaret di Varese. Da allora, l’ascesa: Radio DeeJay, La sai l’Ultima, Zelig, Sanremo, Maurizio Costanzo Show, e il ruolo del Gatto e la Volpe nel Pinocchio di Roberto Benigni. Domenica sera, però, hanno pensato bene di rinnovare il loro repertorio, inserendo anche qualche gag «terrona» che tanto è piaciuta, a giudicare dagli applausi, al pubblico di Miss Padania. Due gli sketch presentati nel corso della serata, e in entrambi i protagonisti sono siciliani che o appaiono talmente ignoranti da risultare incomprensibili quando parlano; o sono para-mafiosi e pronti, dunque, a «tagliare» la faccia a chiunque abbia «disonorato» la figlia: ovviamente bassa, grassa, con crespi capelli neri e... rigorosamente incinta. La fiera dei luoghi comuni, insomma.
E la fiera dei termini assurdi, neanche copiati al dialetto meridionale: imparare, stutico, intruppare ... «Signò, vuole essere imparata del pesce?», chiede il pescivendolo alla casalinga lombarda utilizzando un verbo sconosciuto. La vecchietta, scioccata dall’accento e dal termine: «Dove ha fatto le scuole, lei, in Libano?». Risate. «No, a Carpino, vicino Palermo». Ancora: «Ce l’ha la casseruola? Chedda con tachidda tachidda tachidda (incomprensibile, ndr )». Lei, rivolta al pubblico: «Non si capisce niente. Ma lei ce l’ha il visto per stare in Lombardia? Uè, baluba , terùn ». Lui, per nulla indignato: «Ma signora, guardi che l’Italia senza tacco non cammina». «E che me ne frega a me? Io porto i sandali... Tiè». Boato della sala, risate, applausi. Il pescivendolo: «Ora le insegno come si cucina il pesce. Guardami a ’mmia». «Oh, un verbo almeno l’ha azzeccato». Lui: «Prendi la casseruola, accendi lu forno con o ’ stutico». «Stutico? Cosa è, un santo che non va di corpo? Ma vi scelgono, o fate un concorso? Senta a me, se ritorna giù in vacanza, ci resti».
Il pescivendolo: «Vuoi essere imparato? Tu intruppi l’orata...». «Intruppi? Oddio, ci avete un dizionario per capirlo? Va da via el cü! Non si capisce niente». La prima gag dei Fichi d’India si esaurisce tra le risate generali del pubblico. Compresi i politici presenti. Secondo intervento a metà serata. Questa volta... è sempre una coppia di siciliani ad essere protagonista. Una miss incinta, grassa, bassa, con i capelli neri e crespi. E il padre di lei che cerca chi ha messo incinta la figlia. Sul palco c’è Edoardo Costa, l’attore divenuto famoso con la soap Vivere, che sta scherzando con le concorrenti di Miss Padania. I Fichi d’India irrompono sulla scena. Lo sketch si basa sulla finzione che a mettere incinta la figlia sia stato lo stesso Costa: «Mi hai messo incinta la bambina - gli urla contro uno dei due comici -. Lo hai fatto dietro le quinte, con la tua pettinatura da cacca di vacca. La mia creatura...». Lei, la miss, spaventata, rivolgendosi a Costa: «Papà mi ha detto di confessare sennò mi spaccava la faccia. Gliel’ho dovuto dire per forza. E papà adesso ti taglia la faccia». «Sì, dove sei, che ti taglio la faccia? Anzi, te la spacco proprio». Tutto in rigoroso accento siciliano, ovviamente.
Angela Frenda, 09 febbraio 2006"
il quiz di Brigantino
La
composizione mostra un lombardo, un lumbard, e un lombardo basso. A
tutti coloro che invieranno i giusti abbinamenti coi numeri, Brigantino
invierà un ampolla virtuale (in formato jpg) di acqua del Pò benedetta
da un sacerdote celtico, o vandalo. |