la collezione d'arte: Gennaro Esca

"Farsa prostrata e oscura", tecnica mista su cotone, 2008


Note sull'artista

Gennaro Esca è nato a Napoli, vive a Gubbio (Perugia) dove è titolare della cattedra di Educazione visiva presso l’Istituto Statale d’Arte. Ha studiato all’Istituto d’Arte di Napoli, all’Accademia di Belle Arti della stessa città con Augusto Perez e Grafica Pubblicitaria all’Università per stranieri di Perugia, risultando il primo degli ammessi al corso di studi.

Alcune mostre collettive: Quadriennale Nazionale d’Arte Palazzo delle Esposizioni (Roma), Sala Alicata (Napoli), Maschio Angioino (Napoli), Castel Dell’Ovo (Napoli) Chiostro di S. Chiara (Napoli), Mostra D’Oltremare (Napoli), Astoria Karolyi (Budapest), Malargalleriet (Stoccolma), Arte Fiera (Bologna), Trevi Flash Art Museum (Trevi), Ville De Thann (France), Ermitage Du Riou (France), Galerie Peugeot Avenue de la Grande Armée (France), Caffè Letterario (Roma).

Alcune mostre personali: "Il silenzio tra due pensieri" Castel dell'Ovo, Sala delle Terrazze, Napoli, a cura dell'Assessorato alla Cultura e con l'Adesione del Presidente della Repubblica, dicembre 2009-gennaio 2010 (mostra reperibile sul sito del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, oltre che su Google); Galleria La Spelonca (Napoli), Galleria La Sirenella (Sorrento), Galleria G59 (Napoli), Il Leopardo (Roma), Le Scalette Rosse (Roma), Palazzo del Bargello (Gubbio), Palazzo dei Consoli (Gubbio), Art-Arte (Pistoia), La Spadarina (Piacenza).

Hanno scritto di lui: Lidia Menapace, Duccio Trombadori, Libero Galdo, Gianni Guarino, Eugenio D’Acunti, Pasquale Palma, Ettore Sannipoli, Barbara Monacelli, Domiziana Moncrieff, Giulia Besson, Umberto Ajò, Elena Orlando.


"Uno spazio aggredito ed eroso

Gennaro Esca non rinuncia alla tela, alla trementina e ai pennelli, alla tradizione del dipingere, insomma; non può fare a meno della pittura «olfattiva e retinica», puramente «visiva», che tanto insoddisfaceva Duchamp. Non può fare a meno neppure (come vedremo) della figurazione, sebbene le sue immagini antropomorfe si confrontino di continuo con pulsioni tese verso l’astrazione, che rimangono sempre fortissime nell’arte del nostro.

L’‘ontogenesi’ stilistica di Esca ripercorre alcune delle fasi salienti, facilmente riconoscibili, di una ‘filogenesi’ evolutiva di più ampia portata, quella delle avanguardie storiche del Novecento. Egli si pone con decisione sul versante dell’espressionismo, dal Picasso blu alla Brücke, dal colore chagalliano ai CoBrA e oltre, non disdegnando riferimenti ad aspetti ‘emozionali’ del surrealismo e perfino agli ‘stati d’animo’ di Boccioni.

Un espressionismo, quello di Esca, fatto essenzialmente di sostanza cromatica, con una predisposizione verso accordi che privilegiano l’intensità e la luminosità dei colori, i quali risaltano su fondi grigi o scuri creando dei fascinosi «contrasti di qualità» (Itten), caratterizzati da note pure e sature poste opportunamente a confronto con campiture offuscate, ovvero spente.

Riconoscibile, quasi sempre, risulta la figura umana, specie quella femminile. È una pittura fatta di persone, attraverso la rappresentazione di corpi che non sono studiati con intenti d’accademia, ma trasformati – a volte direi anzi deformati – entro un campo dalle intense linee di forza, quello dell’interiorità e delle emozioni, che si fa spazio reale, intriso di colore e di luce, continuamente aggredito ed eroso dal buio della solitudine, del silenzio, della vita che passa. Così i corpi manifestano, sopra tutto, stati d’animo che ambirebbero a rimanere asconditi, ma che invece trapelano inarrestabilmente, per assurgere a vera e propria epifania dell’immagine." [Ettore A. Sannipoli, nota critica in occasione della personale di Gennaro Esca "Il silenzio tra due pensieri", Napoli Castel dell'Ovo 23 dicembre 2009-10 gennaio 2010]


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