Pensiero Meridiano

 

Editoriale de Il Portale del Sud

Vattìnni!

Vattènne!

C’è ancora chi possa sostenere, in buona fede, che ci dobbiamo tenere Berlusconi? Siamo diventati tanto vili da accettare passivamente quanto sta succedendo?

La negazione di Dio

Vi prego ancora una volta, non lasciatevi intimidire dalla sciocchezza del “ma è stato eletto dalla maggioranza”. Ribattere, in ogni occasione, che siamo in regime parlamentare, che la Costituzione non prevede l’elezione diretta del presidente del Consiglio, che la stessa non può essere cambiata di fatto, per di più a mezzo di una legge-porcata elettorale come tentano di farci credere coloro che intendono manovrarci. Berlusconi non ha mai avuta la maggioranza (51%), neanche mettendo insieme i voti leghisti, da lui estratti dalle fogne ed illecitamente messi al governo, nonostante siano antimeridionali per preconcetto, secessionisti per statuto, asineschi per nullità e barbarie.

Vi prego anche di contrastare con ogni mezzo la riproposizione dell’apartheid, ovvero devolution, ovvero federalismo: provvedimento punitivo per il Sud, iniquo e razzista, respinto dalla maggioranza assoluta (70%) degli elettori con referendum costituzionale appena nel 2006. Anche la Sicilia, se passa l’apartheid, nonostante l’autonomia, subirà la sorte delle altre regione del Sud: sarà cioè rovinata.

Non parliamo di orge, prostituzione minorile e concussione, anche se non sono cose secondarie, anche se stanno facendo vergognare gli Italiani nel mondo. Stiamo parlando di politica. Sedici anni di berlusconismo ne certificano il fallimento totale. Perché non c’è traccia di un solo provvedimento positivo. Tutti gli sforzi del vecchio porco sono stai rivolti ad assecondare la sua folle megalomania ed a sfuggire alla giustizia.

Parlo delle menzogne propinate agli Italiani e delle contraddizioni del premier. Quando la Procura di Milano si espresse sulla regolarità del rilascio di Ruby – la minorenne spacciata dal premier per “nipote di Mubarak” – il vecchio porco e i suoi degni avvocati non eccepirono la competenza della Procura. Lo fanno adesso, davanti alle prove, ai tracciati telefonici, alle testimonianze oculari che lo inchiodano! Il fautore del “processo breve”, ora tenta di sfuggire al processo immediato! Sia ciò di lezione per chi è sempre alla ricerca delle “contraddizioni” e delle “colpe” della sinistra. Bisogna aspettare che sia la Corte di Cassazione a stabilire che ha mentito? Non basta la vostra intelligenza ed il vostro buon senso? La Magistratura accerta i reati e assolve o condanna. Nella fattispecie non è detto che ci riesca, perché Berlusconi ha il potere economico e mediatico, ha dalla sua i cosiddetti poteri forti (Massoneria, Vaticano, Mediobanca ecc.). Ma i fatti sono ben chiari, e parlano da soli. Ci sembra che la Chiesa nelle ultime ore se ne staia ricordando…

L’appoggio delle gerarchie cattoliche è andato finora a Berlusconi. Perché ha concesso finanziamenti coi soldi pubblici e l’esenzione dalle tasse. A parole, si è schierato a favore della famiglia ed organizzato il Family Day. Poi magari avrà festeggiato con un’orgia! Perché, per convenienza, è contro le coppie di fatto. Però di fatto si accoppia con frotte di mignotte! Pensate che Gesù di Nazareth approverebbe questi comportamenti, o piuttosto lo scaccerebbe dal Tempio?

Ma noi in che anno viviamo?

Mi sale una rabbia sorda quando mi capita di leggere autori morti ormai da qualche secolo. Alexis de Tocqueville era, nel 1830, un giovanotto francese, rampollo di una famiglia aristocratica legittimista, sostenitrice cioè del diritto dei Borbone a regnare in Francia. Ma crebbe con idee “liberali” (non liberiste, liberali) e quando nel 1830 arrivò al trono Luigi Filippo d'Orléans che, se da un lato soddisfaceva le sue idee liberali, dall’altro ne negava gli ideali familiari, entrò, come dire, in crisi. Forse è per questo che nel 1831 parte per gli Stati Uniti d'America. Aveva 26 anni. Ne venne fuori uno studio profondo raccolto nell’opera La democrazia in America, dove ebbe il coraggio di affermare che la rivoluzione francese e quella americana non si somigliano per niente. Da quella francese scaturì violenza e terrore mentre da quella americana la libertà. Almeno così, a prima vista.

Ma che cosa era la Democrazia per Tocqueville? Secondo lui, non deve soltanto essere intesa nel suo senso etimologico e politico (potere del popolo) ma anche e soprattutto in senso sociale e corrisponde ad un processo storico che permette l'eguaglianza delle condizioni degli uomini che si può realizzare con poche e semplici azioni.

1) L'instaurazione di un'uguaglianza di diritto, cioè tutti i cittadini sono assoggettati alle stesse norme giuridiche mentre sotto l'ancien régime, nobiltà e clero beneficiavano di una legislazione specifica. Quanto questo governo italiano cerca pervicacemente di reintrodurre, anche se a vantaggio di una sola persona.

2) Una mobilità sociale potenziale che consente di superare gli ordini precostituiti dell'ancien régime che prevedeva un'eredità sociale quasi totale. Per intenderci: il figlio del notaio avrebbe fatto il notaio, il figlio dell’imprenditore avrebbe fatto l’imprenditore e il figlio dell’operaio avrebbe fatto l’operaio. Come in effetti ci ha spiegato qualche anno fa il nostro evergreen presidente del consiglio e come si sta cercando di attuare limitando il diritto allo studio (quello vero) solo alle classi abbienti.

3) Una forte aspirazione degli individui all'uguaglianza. Osservava, tuttavia Tocqueville, che l'uguaglianza delle condizioni non ha come conseguenza la scomparsa delle forme di disuguaglianze economiche o sociali. È questa, scriveva “un tipo d'uguaglianza immaginaria nonostante la disuguaglianza reale della loro condizione”. Non solo, il giovanotto era intelligente, si accorge che questo processo è accompagnato ad un aumento dell'individualismo che porta dritto dritto ad indebolire la solidarietà e la coesione sociale e induce l'individuo a sottoporsi alla volontà della maggioranza.

Ma l’individualismo e l’uguaglianza sono compatibili con la libertà (la capacità di resistenza dell'individuo al potere politico)? Altro fondamento della democrazia.

Uguaglianza e libertà individuale sembrano in realtà opporsi. E volete sapere come, secondo Tocqueville poteva essere superato questo paradosso? Restaurando quei corpi istituzionali intermedi presenti nell’ancien régime, come ad esempio le corporazioni. Oggi li chiamiamo sindacati e possono permettere all'individuo isolato di resistere a ciò che Tocqueville chiama «l'impero morale della maggioranza».

Tocqueville era convinto che la società democratica era destinata a trionfare perché era quella che poteva portare felicità al maggior numero di individui. Non prevedeva un livellamento delle condizioni di vita, ma la possibilità di partire alle stesse condizioni. Tocqueville analizzava la società statunitense di allora, del 1831, e ne apprezzava l’egualitarismo, perché permetteva a tutti di potersi realizzare, senza sbarramenti di censo. Ma ne coglie anche gli aspetti negativi: con il suffragio allargato si cade nel dispotismo della maggioranza. Lo spazio per chi dissente è annullato, la società è massificata e conformista ma allo stesso tempo individualista. Conformista e massificata perché se la maggioranza sceglie una cosa, la minoranza deve adeguarsi senza discutere; individualista perché ciascun individuo, delegato il potere a qualcun altro, non partecipa più all'attività politica.

Questo è il quadro dell’America (USA) del 1831. Mi chiedo, ma noi in che anno viviamo?

I danni del berlusconismo

Parliamo di politica, come ho già detto. Il fallimento del berlusconismo è simbolizzato dalla monnezza napoletana, dalle macerie dell’Aquila, dalle crepe che già si aprono nelle nuove casette consegnate da Berlusconi. La cricca di Verdini e Bertolaso ha fatto carne di porco (non il premier, ma il povero animale). Dopo 15 anni di berlusconismo, la società è corrotta nelle fondamenta da una variante di quel fascismo, cui gli italiani sono evidentemente attratti: come spiegare altrimenti i voti a Berlusconi ed alla Lega, specialmente al Sud, apertamente deprezzato, avvilito e ripetutamente insultato da questi governanti? A pagarne le conseguenze saranno la giovani generazioni, su cui graverà il frutto avvelenato del fallimento della nostra.

Dalle istituzioni democratiche alla barbarie

La Separazione dei Poteri dello Stato (esecutivo, legislativo, giudiziario) è il cardine della democrazia, affinché nessun singolo individuo, o gruppo di potere, possa sfuggire al controllo ed impadronirsi dello Stato. Berlusconi, con il suo vittimismo di perseguitato dalla giustizia, pretende invece per se stesso il primato assoluto. Il parlamento lo ha già trasformato in luogo di nominati, soldatini schiaccia-bottone per far passare le leggi che vuole. La magistratura l’ha chiamata associazione a delinquere per il solo fatto che lo considera un cittadino come tutti gli altri.

La Lega, colonna portante del berlusconismo, si nutre dell’animalesco istinto della tana, in cui rifugiarsi per esorcizzare le paure e non spartire niente con nessuno. Al sud si fa finta di niente: si vota PDL anche se la Lega considera i meridionali un peso morto, di cui disfarsi.

Da un lato si promuovono a parole i valori cristiani, dall’altra si tagliano i viveri alle regioni più povere, promuovendo l’avidità, il guadagno, l’egoismo, l’odio razziale… Si sono istituite le ronde, ma non è più reato costituirsi in “banda armata”. Ci si vanta per la sicurezza, ma si tagliano i fondi alle forze di Polizia. L’immagine dell’Italia trasmessa dai media, per una persona di buon senso, è raccapricciante.

Ci si proclama liberali e liberisti, poi si affida alla cricca la gestione delle opere pubbliche.

Lo squallore istituzionale dell’oramai 75enne micro-duce ha superato ogni soglia della decenza. Il governo si dedica con maniacale accanimento alla demagogia populista più bieca, dell’intorbidamento delle acque per cancellare le differenze fra il giusto e l’ingiusto, fra la legalità ed il crimine.

Dalla democrazia ai voti comprati

Berlusconi ha forzato la democrazia, mettendone a nudo difetti e lacune: sostiene di essere espressione della “sovranità popolare”, ma non più del 25% del corpo elettorale l’ha votato. La legge elettorale, che si è confezionato a sua misura, gli ha dato la maggioranza parlamentare, non di certo i voti! Il voto stesso, viene influenzato dal dossieraggio, dal sostegno leghista e camorrista. Alla mala parata, viene pagato 50 euro.

Dalla Politica estera alla vergogna di essere Italiani

Pochi anni orsono furono i servizi segreti di Berlusconi a fornire a Bush le prove (false) delle armi di distruzioni di massa di Saddam. La famosa pistola fumante. Migliaia di civili e soldati sono morti in una guerra sorta anche per saziare la voglia di protagonismo del vecchio porco di Arcore che, mentre i nostri continuano a morire in Afganistan, se la spassa con le troie.

Le figuracce internazionali iniziarono con le offese alla Germania di Schroeder, quelle al parlamento Europeo, passando per la vicenda su Telekom Serbia – quando cercò con false testimonianze e ingaggiando attori professionisti come Igor Marini – di distruggere l’immagine di Prodi. Poi ci fu il caso del polonio, con Ciaramella e Farina che giocavano agli agenti segreti, e ci scappò anche il morto… Poi il caso “St. Lucia” e le feste in Brasile, sempre a base di donne a pagamento, e le amicizie con i dittatori dell’ex URSS e del nord Africa. Cetto Laqualunque, al confronto di Berlusconi, è un moderato, un galantuomo! Mi vergogno, come Italiano, di continuare. Penso solo: era questa l’immagine del mio Paese che doveva sostituire quella, troppo meridionale di “pizza, sole, mandolino”?

Dalla morale politica alla prostituzione minorile

Il danno maggiore è sicuramente quello morale, poiché si è smarrito il concetto di bene pubblico. La scuola berlusconiana ha trasformato i suoi adepti in tanti pappagalli incolori: dicono sempre le stesse cose, ripetono tutti gli stessi slogan (è colpa delle sinistra, della situazione mondiale, di Prodi, dell’Euro, dei comunisti, dei giudici…). Un’apoteosi di vittimismo, di deresponsabilizzazione stupefacente. I berluscones mentono spudoratamente, urlano come invasati, insultano… Si contraddicono con la noncuranza tipica di chi è in malafede. Se la prendono con i giudici, ad esempio, definiti comunisti, non umani, pazzi, un cancro della democrazia… Poi, gli stessi, si indignano se il Brasile nega l’estradizione in Italia di un terrorista… Ma se è proprio Berlusconi che va dicendo in giro per il mondo che la giustizia lo perseguita ingiustamente! Perché il governo brasiliano dovrebbe fidarsi di noi?

Il Paese è alla deriva, in mano a nullità, gente che divide, semina odio. Uomini e donne pronti a tutto pur di trarre vantaggi personali. Un posto alla corte del sultano. Oppure nel suo harem.

Dall’economia alla truffa

Il ministro dell’economia Giulio Tremonti, pupillo di Bossi e Berlusconi, è riuscito a raggiungere il massimo storico di pressione fiscale e di debito pubblico, affossando contemporaneamente l’economia e tagliando i fondi ed i servizi per i cittadini. A modo suo, un mago! È stato tra gli inventori della finanza creativa, quella che ha provocato la crisi mondiale, per intenderci. (ricordate le? Le ha inventate lui!). Appena finito la lunga lista di condoni, l’inventore delle cartolarizzazioni non ha saputo più che pesci prendere. Rifugiato nel suo fortino, con la sua erre moscia da scienziato, è il simbolo vivente dell’impossibilità che un ciuccio diventi destriero. Lui taglia agli enti locali, che se la vedano loro con la gente, che mettano loro nuove tasse…!

Dal patrimonio archeologico al crollo di Pompei

Il “decoro urbano” secondo Berlusconi è togliere le prostitute dalla strada (spostandole in un’altra). Altre destinazioni, tipo villa Arcore, rappresentano una battuta troppo facile! Il patrimonio artistico, il maggiore al mondo, è privato dei fondi, tanto …la cultura non si mangia (3monti)!

Dalla scuola pubblica alla “riforma” Gelmini

L’intero paese è ai piedi di un grottesco omino, cinico, aspirante sovrano, truccato come una maitresse. La riforma Gelmini è simbolica: semplicemente un taglio di fondi alla Pubblica Istruzione, con un nome altisonante per dare fumo negli occhi!

Dalla libertà al rogo

L’accennato caso Telekom Serbia, il caso Boffo, il dossier Fini, quello minacciato alla Marcegaglia… Tutto artefatto, tutto falso. Chi dissente dal nano-pensiero, corre il rischio di venir sbattuto in prima pagina sul giornale di famiglia del premier!

L’Italia che vorrei

L’Italia, l’Europa ed il mondo hanno conosciuto tempi migliori. Le social democrazie tentavano di coniugare il progresso tecnologico con la giustizia sociale. Il Bel Paese, lasciato il sogno del caudillo ai sudamericani, aveva realizzato l’incontro tra democristiani e marxisti, costruendo uno Stato sociale tra i migliori al mondo. Furono poi commessi vari e gravi errori, purtroppo. I sindacati cominciarono in fabbrica a proteggere i fannulloni piuttosto che i lavoratori. I rinnovi contrattuali erano preceduti da scioperi, divenuti un rituale più che una necessità. Si considerava dovuta almeno una settimana di malattia. I padroni, dal canto loro, man mano si disimpegnarono e, con la globalizzazione, cominciarono a interessarsi più di finanza che di produzione di beni. Intanto scattò la reazione, con le stragi, le fosche trame e la P2… Oggi l’Italia berlusconiana non ha alcuna politica industriale, per l’occupazione, per l’innovazione e la ricerca.

Marchionne emerge proprio perché, giusta o sbagliata che sia, lui una linea di politica industriale ce l’ha e la attua. E potrebbe essere compatibile con tutto il resto, se ci fosse uno Stato pronto a moderarne gli eccessi, a ridistribuire la ricchezza prodotta, a favorire gli investimenti concedendo salari di ingresso ai giovani, agli studenti universitari, agevolando chi assume a tempo indeterminato, aiutando chi produce, creando tutto un contorno di beni e garanzie sociali che diano tranquillità e sicurezza nel futuro ai cittadini.

Si dirà che è impossibile cambiare, ma proviamo a iniziare, proviamo a ridare al nostro Paese un volto umano! Liberiamoci di Berlusconi, ricostruiamo!

I soldi ci sono, ma occorre un governo che non faccia pagliacciate, ed un clima politico non più monopolizzato dal vecchio porco. Occorre stabilire delle priorità: basta, ad esempio, con le missioni militari all’estero, non possiamo permettercele. Basta col mantenere ambasciate e military attaché nei Paesi dell’UE, a Londra, Parigi, Madrid ecc. ciascuna con personale equivalente ad una fabbrica! Eliminiamo le Provincie, il federalismo, le Asl (tornando ad un serio servizio sanitario nazionale in cui non c’è bisogno di centinaia di “presidenti” e “vicepresidenti” e tutte le sovrastrutture inutili che servono solo al sottobosco politico-affaristico. Dimezziamo il numero dei deputati e senatori, e leghiamone la consistenza alla percentuale di votanti (se vota l’80% degli aventi diritto, viene assegnato l’80% dei posti disponibili in senato o alla Camera. Così si combatte anche l’astensionismo).

Lo sapete che con i primi due risparmi elencati (missioni militari e ambasciate inutili) si può finanziare il salario agli studenti e dare l’incentivo alle aziende per le assunzioni a tempo indeterminato?

Non c’è più tempo per rimanere nel berlusconismo, cioè nell’alternativa sbagliata, Non c’è più tempo per chiedersi se ci sia un’altra. La luce c’è sempre oltre la siepe. Adesso stiamo dalla parte del buio.

Intanto assistiamo disgustati agli ultimi rabbiosi colpi di coda che il vecchio Tirannosauro nano sferza circondato dalla sua banda che tenta di difendere i piccoli privilegi “guadagnati sul campo” e dallo squallido opportunismo della Lega che spera nell’ultima grazia della pseudo maggioranza dell’ex sovrano: l’approvazione del federalismo in salsa padana.

Un’ultima cosa mi chiedo: ma quanti scheletri negli armadi hanno coloro che chiedono al vecchio sauro le dimissioni senza una vera volontà di attivarsi per una messa in stato d'accusa immediata, uscendo da ogni commissione e disertando il Parlamento per dire basta?

Fara Misuraca e Alfonso Grasso

Gennaio 2011


Gli editoriali del sito sono scritti congiuntamente da Fara Misuraca ed Alfonso Grasso

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