Autunno italiano
Quest'autunno italiano sarà politicamente lunghissimo. È probabile che
alla fine Berlusconi tramonterà, ma finirà mai questo berlusconismo
imperante nel paese? Quante generazioni ci vorranno?
Un paese alla deriva
L’enorme rischio che il paese Italia corre è quello
della disgregazione come entità nazionale e, soprattutto, quello della
degradazione morale. A preoccuparci è il futuro. Non tanto il nostro,
siamo ormai adulti e abbiamo avuto la fortuna di svolgere una
professione o di godere di una pensione, ma quello dei nostri figli
ormai adulti e dei nostri nipoti. A loro cosa rimarrà se non il frutto
del nostro fallimento? Grazie a circa 15 e più anni di s-governo
berlusconiano stiamo lasciando loro una società con un futuro
assolutamente incerto.
In molti oggi ricordano e ne fanno oggetto di
citazione, un
articolo di un giornalista americano, tal Matthews, pubblicato sulla
rivista Mercurio nel 1945. L’articolo era intitolato “Non l’avete
ucciso” e parlava di Mussolini e del fascismo. Il giornalista
sosteneva che a noi Italiani sembrava di averlo ucciso, il
fascismo, ma non era così. Scriveva che avevamo semplicemente spremuto
il foruncolo, ma l’infezione era ancora lì, nel profondo, e si sarebbe
riproposta nelle forme più inaspettate.
Quella che
viviamo oggi è appunto una forma di fascismo non rapportabile al
fascismo storico ma una sua variante, nel senso che è l’atteggiamento
degli italiani che si ripete. Tutti parlano male di Berlusconi, ma molti
lo votano, come tutti parlavano male di Mussolini e poi andavano alle
adunate oceaniche ad applaudirlo.
Tutto il
danno fatto negli ultimi quindici anni da questo “s-governatore” e dalla
sua garrula corte ossequiante quanto ci vorrà per ripararlo? Il danno è
profondissimo. È soprattutto un danno morale, un danno di comportamento.
C’è stata la perdita del concetto di bene pubblico, che è un
concetto morale. Abbiamo assistito alla degradazione dei rapporti
interpersonali con una crescita vertiginosa dell’egoismo e
dell’arroganza, la cifra più utile per capire l’Italia di oggi.
È a livello sociale che il declino si fa sentire. Con
il fatto di concentrare l’attenzione su di sé senza rendersi conto della
polverizzazione della società che porta ad un degrado morale e civile,
di “barbarizzazione”
dell’Italia.
Razza padrona
Il trionfo
della Lega, vera colonna portante del berlusconismo, è basato su questo.
La Lega non ha né un’idea nazionale, né un’idea sopranazionale, né
tantomeno europea. Ha in testa solo la Padania: noi siamo nati in questo
angolo di terra, siamo i padroni (per diritto divino?), dobbiamo fare i
comodi nostri, gli stranieri, e per straniero si intende chiunque non
parli il dialetto del nonno, non ci devono stare. È il trionfo dell’ego
gretto, miope e circoscritto.
La
Lega Nord di Umberto Bossi il cui organo di stampa, La
Padania, scrive, senza che nessuno se ne preoccupi: “Quando
ci libereremo di neri, prostitute, ladri, stupratori color nocciola e
zingari che infestano le nostre case, le nostre spiagge, le nostre vite,
le nostre menti? Buttiamoli fuori, quei bastardi!” è
l’alleato essenziale del partito di
Berlusconi.
Al sud si fa finta di non saperlo: si vota PDL anche se Bossi chiama
porci i Romani e dei meridionali dice: “Il Nord deve guardarsi
dagli immigrati meridionali… Io avrei messo delle regole precise e
chiare contro questi mafiosi, a cui dobbiamo pure mantenere i parenti”.
La
Lega
è riuscita ad eleggere i suoi uomini, alcuni dei quali oggi
sono ministri, in posizioni chiave nelle amministrazioni diffondendo un
po’ ovunque i suoi discorsi xenofobi. Basta sentire i deliri di
Borghezio su Youtube, oppure ascoltare stralci di trasmissioni di
Radio Padania. Nessun altro paese avrebbe tollerato una
simile esplosione di odio e stupidità. Da un lato si promuovono i valori
cristiani, della famiglia, si pretende la croce sulla bandiera italiana,
si decorano tutte le suppellettili di una scuola con il simbolo politico
della lega nord e si inchiavarda il crocifisso nelle pareti delle
scuole, ma contemporaneamente si impone la quota per gli stranieri nelle
scuole, si tagliano i finanziamenti, si licenziano migliaia di
insegnanti e di altri lavoratori, si promuove l’avidità, il guadagno,
l’egoismo, l’odio razziale…
Il
Ministro
degli Interni si vanta di aver bloccato gli sbarchi di clandestini,
omettendo di dire che mentre condanna a morte nelle galere libiche
migliaia di disperati altre migliaia entrano in Italia seguendo vie
alternative. Nessuno è riuscito a fargli capire che non possibile
fermare con le pallottole interi popoli che fuggono dalla miseria.
Ha tentato di istituire pattuglie di poliziotti di
quartiere, ha stabilito che è un crimine il semplice fatto di essere
straniero senza documenti e ora, dal
9 ottobre 2010,
senza che nessuno ne parli, è entrata in vigore una legge per cui non
sarà più reato costituirsi in “banda armata”. Come dire che viene
concessa la “licenza di uccidere”, come al mitico agente 007.
Tutto questo provoca scarse reazioni in Europa. Ed è,
probabilmente, colpa del fatto che l’Italia si sta
provincializzando e non appartiene più, se mai c’è
appartenuta, al novero delle grandi potenze.
Incontro all’inverno
Avevamo
ereditato un Paese bellissimo, ricco di storia, cultura, arte. Il nostro
apparato industriale veniva studiato dagli stranieri che volevano
carpirne il segreto: un nucleo potente e vasto di aziende dell’IRI o a
partecipazione statale, interessate all’occupazione più che al lucro,
governava i trasporti ferroviari ed aerei, faceva televisione e
televisori, produceva ferro, navi, radar, cercava ed estraeva petrolio,
portava luce e telefono persino alle sperdute campagne lucane,
assicurava i collegamenti anche con le nostre isole più piccole e
lontane… Intorno, aziende provate medie e piccole, fervevano di
attività, trainate dalla grande locomotiva delle partecipazioni statali.
Si esportavano scarpe, pellami, lavatrici, cinquecento… I governi
si succedevano quasi come le stagioni, ma non era un difetto a
ripensarci, perché l’apparato statale era solido e investiva facendo da
motore primo all’economia. Per la grande industria privata fu costruita
in pochi anni l’Autostrada del Sole. Il sogno del caudillo, del lider
maximo era stato lasciato ai sudamericani.
Avevamo uno
Stato sociale, anch’esso oggetto di studio e di invidia da parte del
mondo intero. L’incontro tra democristiani e marxisti, già maturato con
il centro-sinistra di Fanfani, stava per evolversi e per includere il
più grande partito dei lavoratori d’Europa.
Forse non
erano proprio rose e fiori come descritto, ma… al confronto di oggi! Ci
furono poi degli errori: tra il ’70 e l’80 difendemmo più i fannulloni
che i lavoratori veri. Intanto scattava la reazione, con le stragi, le
Brigate Rosse (si saprà mai la verità su quest’organizzazione che impedì
di fatto il disegno di Moro e Berlinguer?), le fosche trame e la P2,
adesso al potere Oppure pensate davvero che sia un caso che Berlusconi,
Cicchitto, Dell’Utri ecc. ecc. ne facessero parte?)
Come non
parlare di fallimento generazionale? Oggi le rose e i fiori sono
appassiti. L’IRI non c’è più, come non ci sono più le grandi aziende a
partecipazione statale. Tutto distrutto, disperso, spezzettato senza
filo conduttore. L’Italia non ha una politica industriale, non ha una
politica per l’occupazione, non investe sull’innovazione e la ricerca.
Sentiamo nel
quotidiano litanie volgari sulla magistratura, degradata ad una semplice
associazione a delinquere per il solo fatto di voler rispettare e far
rispettare le leggi. I discorsi del “premier” ai suoi fedeli è fumo
negli occhi di un paese, già colto brillante ed intellettuale, divenuto
cieco e ignorante. In qualsiasi paese una sola delle affermazioni del
premier, di un La Russa, di un Ciarrapico basterebbero a far cadere
qualsiasi governo. Da noi tutto passa come l’ennesima boutade di
attorucoli d’avanspettacolo, mentre le ultime foglie cadono, lasciando
nudi e secchi i rami.
L’immagine
dell’Italia all’estero è ai minimi storici. Le amicizie vantate da
quello che si crede di essere il padrone d’Italia sono vergognose. Il
baciamano di Berlusconi a Gheddafi, immagine che ha fatto il giro del
mondo, rende forse l’idea che all’estero hanno di noi.
Nessun'altra diplomazia occidentale tollererebbe e incoraggerebbe gli
eccessi pittoreschi di un dittatorello che degrada la propria capitale a
circo e a bivacco equestre.
È questo
ormai
un
Paese alla deriva, in mano a gentucola che non ha coscienza, al cui
confronto i palazzinari di beata memoria appaiono giganti! Siamo
nelle mani di gentaglia che divide, invece di unire, e che porta odio
nella società ormai senza più morale, con uomini e donne pronti a tutto
pur di trarre solo vantaggi, lasciando cadere nel nulla le istanze ed i
veri bisogni degli Italiani. Perché, oggi, i politici sono tali non per
merito, ma per nomina fatta nelle oscure segreterie di partito.
Grazie ad una legge elettorale truffa ci ritroviamo sul groppone
Ministri e Sottosegretari che fanno gli interessi di una sola parte del
Paese: quello delle vacche grasse, quello che conta, quello che fa
“Gossip”, quello che è uscito indenne da P2, P3, P4, P5, Tangentopoli,
Bustarellopoli, Sanitopoli, Excortopoli, ecc… Quelli che schifano il sud
per assolutistico preconcetto, sono alla guida del carro!
Saldi di fine stagione
Se si ha
l’occasione di soggiornare, anche solo per una vacanza in un qualsiasi
paese dell’Europa Occidentale, al rientro, inesorabilmente, ci
ritroviamo davanti un paese orribile, scempiato dall’attivismo edilizio
dei nostri concittadini incoraggiato da una serie infinita di condoni
edilizi. Il patrimonio lirico e museale, invidiatoci dal resto del
mondo, è privato dei fondi, con strutture spesso fatiscenti, orari
ridotti, personale insufficiente e non qualificato, scarsa o nulla
sicurezza. E quanto alle città d’arte, troppi interventi all’insegna del
cosiddetto “arredo urbano”, troppe automobili e troppi camion. Gli
autobus parcheggiati in seconda o terza fila scodellano (ancora per
quanto?) frotte di turisti, che vagano spersi in mezzo a quello che
dovrebbe essere il paese dell’arte e della poesia, trovando gli Scavi di
Pompei chiusi per mancanza di personale, o il San Carlo impraticabile
perché costretto a ospitare uno sposalizio di camorriosi. Il
tutto tra cumuli di rifiuti, già fiore all’occhiello del nanerottolo di
Arcore, svergognato e appassito in quest’autunno italiano.
L’immagine dell’Italia trasmessa dai media, per una
persona di buon senso, è raccapricciante. Lo squallore della “politica”
dell’oramai 75enne micro-duce ha superato ogni soglia della decenza. Il
governo si dedica con maniacale accanimento alla distruzione delle
fondamenta dello stato democratico con lo strumento della demagogia
populista più bieca, dell’intorbidamento delle acque per cancellare le
differenze fra il giusto e l’ingiusto, fra la legalità e il crimine.
Basta aprire
i giornali, riguardare la tv, o ascoltare la radio... vi troviamo uno
stuolo di servi fedeli che fingono di fare i giornalisti, gli
opinionisti, i commentatori di fatti, magari inventati; ascoltiamo le
cattiverie di Brunetta, le insinuazioni di Cicchitto, le scempiaggini di
Buonaiuti e soprattutto LUI, il “dominus”, il supremo barzellettiere, l’uomo-che-si-è-fatto-da-sé
con qualche “aiutino” poco chiaro. È questo il nostro presidente? L’uomo
a cui milioni di nostri concittadini concedono ancora fiducia?
Quest’uomo ossessionato dalla “tutela” del suo patrimonio e del suo
potere patronale, per la cui difesa è pronto a mandare a fondo una
nazione?
E se
assistiamo ad uno degli innumerevoli raduni leghisti possiamo godere
della vista del lider maximo in camicia verde, che bofonchia, e
incita, circondato dai suoi giannizzeri e da un figlio “trota” per sua
stessa ammissione che presenzia, con aria ebete, in attesa di prenderne
il posto, come un principino ereditario.
E mentre il
premier corre appresso alle ragazze da vecchio pazzo bavoso qual
è, e mentre il lider maximo verde bofonchia offese illustrandole
per maggior chiarezza con gesti osceni, il mitico Tremonti dichiara che
non ci sono fondi da investire nella sicurezza dei lavoratori, e la
signora Marcegaglia si lamenta dei troppi vincoli e restrizioni e pesi a
carico dei poveri imprenditori.
Con questa tecnica oscena vengono demoliti i pilastri
dell’intera società: i principi costituzionali, la scuola pubblica, la
cultura, i fondamenti morali, i diritti civili e i diritti sociali. In
tutto questa l’opposizione parlamentare, con rare eccezioni, sembra
assistere allo scempio inerme,paurosa, divisa, balbettante, capziosa, ma
anche arrogante e stonata. Anche la «sinistra fuori dal parlamento» si è
ormai rassegnata e virtualizzata, tranne in qualche rarissima eccezione.
Non riusciamo a non pensare che si tratti della
bancarotta di un’intera classe dirigente, che ha sacrificato un intero
paese ai piedi di un grottesco omino, aspirante sovrano, truccato come
una maitresse e sull’altare del cinismo e dell’egoismo.
A Sud è già inverno
E non riusciamo a non pensare che all’interno dello
sbando di un intero paese c’è una parte di esso che è addirittura
morente: il Sud. L’immagine rappresentativa è quella, purtroppo, della
ragazzina, uccisa e poi stuprata dallo zio, buttata in un pozzo. Tutto
il sud è metaforicamente in fondo a quel pozzo, chi lo doveva difendere,
i suoi stessi abitanti, sono stati i suoi aguzzini, o perlomeno molti di
loro.
Non c’è
rimasto più niente delle antiche certezze. Non parliamo delle idee, ma
dell'appartenen-za, dell'identità: avete notato come non appena c'è
qualcosa di torbido, spunta un napoletano, un siciliano, un meridionale
in genere? Che sia Ciaramella con il polonio, o quest'ultimo
accompagnatore di Berlusca nei caraibi, La Vitola o altri ancora come i
fornitori di escort pugliesi. Come si fa a separare la città, i luoghi,
i sapori dai compaesani? Possiamo avere nostalgia di una bella pizza, o
di una mozzarella, o della vista del panorama, ma il rispetto... il
rispetto, la fiducia negli uomini che ci circondano, chi ce li ridarà
mai?
Berlusca la
fiducia la otteneva anche senza i vari "noi, voi, loro… sud", perché
allora sporcarsi contaminandosi con i razzisti leghisti? Si può essere
di destra ed essere rispettabili, perché allora vendersi sempre e
comunque? Questi gruppetti sono copie delle lega, “fascisti” dentro, ma
sono ancora peggio dei fascisti del ventennio, che almeno avevano una
parvenza di ideale, malsano, perverso, violento fin che vogliamo, ma non
erano dei signorsì professionisti pronti a obbedire al signore che di
ora in ora li paga meglio! Pazzesco vero? Stanno facendo di tutto per
rivalutare ai nostri occhi, impossible mission, i fascisti veri,
li hanno superati in ignoranza, arroganza, pelo sullo stomaco,
strafottenza dei bisogni della gente.
Solo i dossier fioriscono in autunno
Berlusconi è il compimento dell’autunno italiano, che
l’abbia prodotto lui o che ne sia il risultato ha ben poca importanza, a
questo punto. Fatto sta che fa bruciare sul rogo delle falsità chi gli
si oppone. Dopo anni si è scoperto che Igor Marini era un attore
professionista, che lo scandalo Telekom Serbia, su cui era stata
montata addirittura una commissione di inchiesta parlamentare per
incastrare Prodi e Fassino, era una bufala gigantesca: tutto falso, le
prove, i testimoni. Così per il caso Boffo, con falsi costruiti o
inventati a tavolino, sputtanati in un tempo più breve. Per il dossier
Fini, e quello recentissimo sulla Marcegaglia, potete giurarci che tutto
è artefatto, con “ministri degli esteri” di improbabili isole delle
banane comprate per quattro soldi, e fotomontaggi di messaggi di posta
elettronica (che anche in originale non hanno alcun valore, se non con
mittente certificato…).
No trovate orribile che non ci si possa opporre,
dissentire dal nano-pensiero, senza essere subito sbattuti in prima
pagina sul giornalaccio del fratello del nano?
L’inverno che verrà
Berlusconi ha stuprato la democrazia, ne ha messo a
nudo difetti e lacune: lascia intendere di essere frutto della
“sovranità popolare”, ma non più del 30% el corpo elettorale l’ha
votato. La democrazia, ovvero il fatto che si sia fatto una legge
elettorale a sua misura, gli da la maggioranza assoluta, non di certo i
voti.
Lascia intendere che la Repubblica sia presidenziale,
cioè che il presidente del Consiglio dei Ministri, sia scelto
direttamente dal popolo e che debba avere il più ampio potere. Ma non è
vero, la Costituzione stabilisce che la sovranità si esprimi attraverso
il Parlamento, e che il presidente del consiglio abbia solo il potere di
indirizzo e di proposta di nomina dei ministri, che spetta al Presidente
della Repubblica.
Ha trasformato il Parlamento in un luogo di
nominati dai partiti, sovvertendo l’ordine costituito. Ha prevalso
ed umiliato gli altri organi dello Stato, contro la Costituzione che
invece saggiamente prevede una equilibrata ripartizione del potere.
L’operato di Berlusconi ci fa così interrogare: un
giornalista stipendiato da suo fratello deve godere, in nome della
libertà di stampa, del potere di infangare chicchessia? Il voto
democratico, così influenzato dal dossieraggio mafioso, dal sostegno
leghista e camorrista, è ancora un metodo valido? Il voto di un uomo
libero vale quanto quello di un berluscones pagato 50 euro?
Per tutto questo lo malediciamo per l’eternità, che
possa marcire a Casa Diavolo, lui e tutti quelli che credono nel
leaderismo, sognano il caudillo, il duce che li comandi… Noi aspettiamo
con ansia la fine di questo lunghissimo autunno, perché ci sta facendo
vacillare nelle convinzioni più profonde, nella fiducia stessa della
democrazia e nel nostro prossimo.
L’inverno sarà duro e lungo, forse noi non ne vedremo
mai la fine e ce lo meritiamo, perché appartenenti ad una generazione
che ha fallito e sprecato l’eredità affidataci. Ma vorremmo assistere
alla fine di questo autunno berlusconiano, con il conforto di averne
contribuito un pochino, e con un bel sorriso sulle labbra.
Fara
Misuraca e Alfonso Grasso
Ottobre 2010