PENSIERO MERIDIANO

 

Editoriale de Il Portale del Sud

Allarme Sud

In una delle epoche, poche in verità, in cui la società civile ha trovato spazio ed espressione, tra il ‘700 e l’800, grandi pensatori hanno delineato i principi su cui tuttora si regge la società, seppur ormai traballando. La ragione, la democrazia, la uguaglianza ci hanno liberati da millenni di assolutismo, oscurantismo, di superstizione dogmatica. Nella stessa epoca, sono sorte le grandi ideologie del liberalismo, comunismo e socialismo. Per trovare un precedente di pensatori che sono stati in grado di cambiare il mondo, dobbiamo andare a Platone, Aristotele ed all’antica Grecia. Questa considerazione, da sola, fa capire quanto importante sia l’eredità ideale che abbiamo ricevuto, e l’assoluta necessità di lottare per salvaguardarla. Di seguito, alcuni spunti, forse già noti, ma sicuramente da ribadire, in relazione alla situazione democratica italiana e, in particolare, del Sud.

Eletti?

Nelle elezioni europee 2008, in cui si poteva accordare la preferenza ad un candidato, Berlusconi si è presentato in tutte le circoscrizioni, dichiaratamente per ricevere un’investitura popolare plebiscitaria. Un fatto grave ed antidemocratico, perché in quella circostanza era in gioco la rappresentanza italiana al Parlamento di Strasburgo, di cui già si sapeva che Berlusconi non avrebbe fatto parte. Ebbene, l’uomo di Arcore ha racimolato solo 2,7 milioni di voti di preferenza, pari all’8,27% degli elettori: suo peggior risultato di sempre. Un segnale forte, quindi, che può interpretarsi come la volontà dell’elettorato di non abbandonare il sistema costituzionale che, sorto sulle macerie e le stragi del fascismo, ha assicurato all’Italia pace, progresso e benessere.

Già, perché in Italia è ancora vigente il sistema parlamentare rappresentativo, nonostante tutti gli attentati cui è sottoposto dal berlusconismo. Alle politiche 2006, sono stati votati i “rappresentanti”, anche senza poter esprimere preferenze per la pessima legge elettorale berlusconiana, che a loro volta danno e tolgono fiducia agli Esecutivi incaricati dal Presidente della Repubblica. La maggioranza degli Italiani (51%, almeno fino a quando anche la aritmetica diverrà un’opinione!) non ha votato per Berlusconi e per xenofobi anti-meridionali leghisti. Essi hanno ottenuto semplicemente la migliore minoranza che, se da una parte li autorizza a governare, impegna gli oppositori a cercare di farli cadere con ogni mezzo democraticamente lecito.

Per intenderci, tra i mezzi democraticamente leciti, non vi è la compravendita di senatori che ha permesso al Berlusconi, dotato dei più facoltosi mezzi, di comprarsi la fine anticipata della passata legislatura. Eppure, è opinione diffusa tra i berluscones che tutti gli italiani dovrebbero omologarsi e riconoscere Berlusconi come proprio presidente del Consiglio, perché “votato dalla maggioranza” e perché così vorrebbe la “regola democratica”. Un doppio errore, quello dei berluscones che, forse proprio perché tali, si dimostrano poco avvezzi alle regole costituzionali della democrazia italiana.

Sistema parlamentare, non presidenziale

Non è un formalismo secondario, infatti, ribadire e difendere il sistema rappresentativo su cui si basa la Costituzione della Repubblica. Se Berlusconi ha dei guai con la giustizia, se è perseguitato oppure no, se è stato in contatto con Cosa Nostra oppure sì, se deve dare o meno 3,5 milioni al mese alle ex-mogli, se deve restituire o meno dei maltolti ad altri imprenditori, ebbene sappia che le nostre istituzioni democratiche non si basano su di un Conductor, bensì su di un Parlamento in cui si confrontano idee e proposte politiche. Si regoli di conseguenza e si adegui a svolgere la sua funzione con umiltà, spersonalizzandola dai suoi problemi. Nessuno è indispensabile.

Per quanto riguarda la regola democrazia, essa impone che le leggi varate dal Parlamento vadano rispettate da tutti. Ma impone, soprattutto, a coloro che hanno responsabilità di governo, di difendere il mio diritto a pensarla diversamente e di tentare di abbatterli, democraticamente per l’appunto.

Ci consenta!

E poi, suvvia cari berluscones, ci spiegate una volta per tutta cosa c’entri la democrazia con Berlusconi, con i suoi giganteschi ed oscuri conflitti d’interesse, con la sua appartenenza alla P2, con i suoi stallieri ed amici in odore, anzi afrore, di mafia! Abbiate riguardo di lui, amatelo, compratevi la dispensa settimanale sulla sua vita… ma non pretendete che lo facciamo anche noi e, soprattutto, non confondiamolo con la Democrazia, per carità!

Centrali nucleari: né a sud né a nord

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto legislativo sulla disciplina della localizzazione, della realizzazione e dell'esercizio di impianti di produzione di energia elettrica nucleare, di impianti di fabbricazione del combustibile nucleare, dei sistemi di stoccaggio del combustibile irraggiato e dei rifiuti radioattivi, nonché misure compensative per le regioni e i comuni che accetteranno di ospitare le centrali nel loro territorio. Ad annunciarlo è stato il ministro delle Infrastrutture Altero Matteoli. Angelo Bonelli, presidente nazionale dei Verdi ha così commentato: “Il Consiglio dei Ministri di oggi deciderà i siti nucleari, ma il governo non dirà agli Italiani in quali regioni ed in quali città verranno costruite le centrali, perché teme un boomerang elettorale nelle prossime elezioni. Si tratta di un atteggiamento irresponsabile e che assomiglia a una vera e propria truffa, perché i cittadini hanno il diritto di sapere se nel proprio territorio ci saranno impianti atomici", e aggiunge: "Inoltre, domani verrà affossato anche il “Conto Energia' che l'esecutivo ha deciso di abbattere del 20%. Così si azzoppa uno strumento che ha permesso negli altri paesi lo sviluppo delle energie rinnovabili e che solo in Germania ha consentito la creazione di 250 mila posti di lavoro nel solare". "Il governo, mentre, da un lato, affonda le rinnovabili, l'innovazione e la ricerca sulle energie del futuro ha deciso di buttare 32 miliardi di euro per la costruzioni di centrali nucleari che nascono già vecchie, costose e pericolosissime per l'ambiente e la salute dei cittadini - ha concluso Bonelli - Tanto pericolose che non esiste al mondo una società assicurativa che trovi una polizza adatta e che sia in grado di calcolare il rischio".

Un governo, aggiungiamo noi, che rifiutando di ascoltare le voci esperte che veramente contano, dimostra tutta la sua carica di malvagia ideologia. Per cultura nucleare, un Matteoli o di un Calderoli non possono certamente competere con un premio Nobel come Rubbia! Intanto Rubbia lavora al Cern di Ginevra ed ha incarichi di consulenza in campo energetico in Spagna, Germania, presso le Nazioni Unite e la Comunità europea. Ma non nel Paese del sole!

Il Tallone d’Italia

Ancora non sappiamo e non lo sapremo se non dopo le elezioni dove saranno costruiti gli impianti. Le uniche zone ragionevolmente adatte sarebbero le pianure alluvionali del Lombardo-Veneto. Ma sicuramente il Sud, con i leghisti antimeridionali ed i berluscones a farla da padrone, sarà chiamato a “fare la sua parte”. Si sente parlare con insistenza di Puglia, Campania (dove a suo tempo esisteva un vecchio impianto) ed anche di Sicilia (in compensazione della chiusura di Termini Imerese!).

Il responsabile del Ministero dello sviluppo, Scaiola (lo stesso responsabile del G8 di Genova, lo stesso che offese la memoria di Biagi: non un omonimo, proprio lui), che cosa ne sa di come smaltire le scorie radioattive? Però si sente insistentemente riparlare della Lucania e di Scanzano Ionico, luoghi che per leghisti e beluscones sono evidentemente emblema del nordico disprezzo, pattumiera d’Italia, punizione esemplare per quel sud piagnone ed assistito che da sempre abita nelle loro fantasie… anche se non sanno dove esattamente si trovi! Ma come fanno questi poveri di spirito del governo a rendersi conto che le centrali atomiche non risolvono il problema energetico, né quello della dipendenza energetica dall’estro? La Francia per esempio possiede più di cinquanta impianti.

Perché invece di ostinarsi sul nucleare, vanificando la volontà popolare espressa con il referendum popolare del 1987 non ci si rivolge agli impianti a energia solare termodinamica, come quella in via di realizzazione a Priolo, vicino Siracusa, usando le tecnologie più avanzate?

Disoccupazione

Intanto una sera si e una no, va in onda il dramma della disoccupazione nel Paese governato dal Partito del “milione di posti di lavoro” ora trasformato in “Partito dell’Amore” (a pagamento). La realtà che vediamo ogni giorno ci mostra operai, insegnanti, ricercatori… che in cerca di visibilità occupano i tetti, dalla Sicilia alla Sardegna, dal Lazio al Piemonte mentre il nostro Consiglio dei ministri, distratto da processi brevi, lodi e baci in fronte e di tutto quanto possa servire per risolvere i problemi del capo, usa l’alibi di sempre (la crisi internazionale) e promette mari e monti, anzi Tre-monti, ma in un futuro prossimo venturo (come sempre). La sensazione è quella di essere amministrati da gente che abita in un altro pianeta. Mentre in Parlamento si dibatte di legittimi impedimenti e di lodi vari, ai confini dell’impero c’è chi fa la fame con moglie e figli. Mentre in Parlamento gli stipendi restano altissimi altrove si campa con meno della metà di quel che si guadagnava prima.

Sentiamo parlare di aziende automobilistiche asiatiche, indiane e cinesi, che sarebbero interessate a rilevare Termini Imerese. Ma c’qualcosa che non quadra: se i costi del lavoro (non i salari) sono troppo alti in Italia, quale interesse può avere una società indiana o cinese, aduse a pagare poche migliaia di Euro all’anno i propri operai, a impelagarsi a Termini? L’unico interesse che possono avere i colossi orientali a mantenere qualche centinaio di operai, disposti a tutto per salvare le loro famiglia, è quello di inserirsi nell’Unione Europea e fregiarsi del Made in Italy, come nel caso dei cotonifici toscani o dei mobilifici di Romagna e Veneto. Bisognerebbe chiedersi piuttosto chi è quel cervellone trafficone che decise di costruire uno stabilimento di assemblaggio a migliaia di chilometri dal punto caldo del mercato, cioè l’Europa. Quale e quanto clientelismo c’è dietro questa scelta assurda, che evidentemente si pensava potesse essere pagata dallo Stato sotto forma della inevitabile cassa integrazione. Purtroppo la geografia esiste, a dispetto del ministro Gelmini, e in Sicilia, in Calabria, in Puglia o in Campania non si può costruire a prezzi concorrenziali se poi il prodotto deve andare e tornare per migliaia di chilometri. Il sud può essere competitivo su ciò che deve transitare comunque per il territorio, vedi turismo o raffinerie, oppure su beni non materiali, cioè servizi a larga banda. Il resto è pura follia.

Figli e figliastri

Non si può al riguardo dimenticare che negli anni della vera crisi mondiale, quella petrolifera degli inizi degli anni ’70, le maggiori industrie del nord andarono in crisi. Lo Stato, attraverso l’IRI, rilevò in varie epoche, evitando chiusure e fallimenti, il gruppo Ansaldo, i cantieri navali, l’energia elettrica, le banche, le ferriere, le compagnie aeree, i telefoni, le fabbriche di missili e cannoni, le compagnie di navigazione, e persino la Motta e l’Alemagna! Un investimento colossale, forse incalcolabile, ma in qualche modo reso fruttuoso dall’esistenza di apparato, quello dell’IRI per l’appunto, che nel dopoguerra era da altri Paesi ammirato e studiato come modello da imitare, in cui per anni davvero si sfruttarono importanti sinergie di gruppo. Ebbene, il beneficiario principale fu il sistema industriale, il cui cuore non era nel Nord.

Le risorse per salvare quel sistema industriale si trovarono allora, ed il Sud fece la propria parte, come sempre: basti pensare ai proventi in valuta pregiata dell’emigrazione, che nel secondo dopoguerra fu pressoché interamente meridionale. Forse sarà retorico, ma come non ricordare il sacrificio dei minatori meridionali a Marcinelle, nel Belgio, “venduti” dallo Stato italiano per far cassa? Anche grazie a quel sangue si è potuto salvare il sistema industriale del Nord.

Pomigliano, Termini, Castellammare di Stabia devono invece essere sacrificati agli dei celtici dei leghisti e dei loro sottoposti berluscones, e chiudere o finire ai Cinesi? Il Mercato vale solo per il Sud? Qual è la logica e, soprattutto, dov’è finita la morale?

A proposito di morale

Credo che non ci sia più nulla di provocatorio nel definire la politica di questa che chiamano la “seconda repubblica”, semplicemente pornografia. Le cronache di queste ultime ore vedono protagonisti i paladini della “Protezione civile” con la loro “deroga permanente”, nei guai per aver scambiato, a quanto risulta, scopate con favori. La provocazione, la satira, l’esagerazione dell’affermazione “ccchiù pilu per tutti” di Albanese, è largamente superata dalla realtà. La sostanza e l’ambito di tali reati sono ancora più odiosi della corruzione con la classica mazzetta o col conto cifrato in Svizzera. Il denaro incarna la debolezza di molti, il sesso pagato coi soldi degli altri incarna la debolezza e l’impotenza di chi si crede “potente” e intoccabile. Nel mondo che gravita attorno a Berlusconi tutto ciò non incontra mai una censura. Anzi, dall’alto degli scranni della destra si parla di congiura, campagna d’odio, manovra politica, complotto.

Si profila un nuovo “Italian business model” condito con massaggi, sesso e, forse, altro. Anche l’informazione è pornografia. La strategia della comunicazione istituzionale è quella di mettere continuamente in discussione l’indipendenza della magistratura, di paventare il nichilismo, il qualunquismo, il giustizialismo, di ricercare il complotto per demarcare gli schieramenti, per se stessi e per gli avversari politici.

Ci stanno lentamente avvelenando con la loro informazione: ogni giorno, ogni ora. I giornali, la televisione del mattino, del pomeriggio, della sera, i Tg sono già ampiamente inquinati. Stanno penetrando la testa e i cuori della gente. Fino a quanto si potrà resistere? A quando l’esplosione del sistema? A noi pare che non se ne esca più.

Regionali 2010

Abbiamo cercato, come al solito in buona fede, di offrire anche in questo scritto elementi e fatti oggettivi su cui riflettere. Ma ci sentiamo in dovere di trarre anche noi qualche conclusione, e di esprimerla, finchè ci sarà consentito di farlo. Ridare fiducia ai berluscones alle Regionali, con la spada di Damocle delle centrali nucleari e dell’antimeridionalismo leghista, sfiorerebbe quello che, retoricamente, potrebbe definirsi tradimento della Patria. Meno retoricamente, farsi del male e farlo alle generazioni che verranno.

Ridare fiducia a coloro che si arricchiscono sciacallescamente sulle emergenze, senza rendersi conto che lo stato di eccezione sta prendendo, anzi ha già preso, il posto dello Stato di diritto, significa rinunciare alla democrazia. Occorre rendersi conto che ciò che è veramente eccezionale è l’incapacità di gran parte degli italiani di capire che Berlusconi, Bertolaso e l’allegra compagnia cantante vanno ad escort (fa più Bon Ton) con i soldi dei contribuenti mandando l’Italia a puttane. Mentre gli elettori di sinistra si arrabbiano ed i politici di sinistra indagati si dimettono, a destra si preferisce parlare di giustizia a orologeria e fare finta che sia normale avere un funzionario dello Stato che ruba, onorevoli e senatori indagati per mafia ed un presidente del Consiglio che li considera eroi.

Fara Misuraca ed Alfonso Grasso

febbraio 2010


Gli editoriali del sito sono scritti congiuntamente da Fara Misuraca ed Alfonso Grasso

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