Editoriale de Il Portale del Sud
Per partito preso
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Legittimo impedimento (da Micromega) |
Repetita iuvant
Nelle elezioni europee 2008, le uniche dove si può votare un candidato,
Berlusconi si è presentato in tutte le circoscrizioni, dichiaratamente
alla ricerca dell’investitura popolare plebiscitaria. Ciascun elettore
poteva dunque votarlo. Berlusconi ha ottenuto 2,7 milioni di voti di
preferenza, pari all’8,27% degli elettori: peggior risultato
berlusconiano di sempre. Né Berlusconi, né il suo partito PDL,
rappresentano la maggioranza degli Italiani, neanche con l’aggiunta
degli xenofobi leghisti, non avendo mai e in nessun caso raggiunto il
51% dei voti.
Se Berlusconi ha dei guai con la giustizia, se è perseguitato oppure no,
se è stato in contatto con Cosa Nostra oppure sì, se deve dare o meno
3,5 milioni al mese alle ex-mogli, se deve restituire o meno dei
maltolti ad altri imprenditori, ebbene sappia che la maggioranza degli
Italiani è costituita da coloro che NON lo hanno votato. Le istituzioni
democratiche sopravvivono al singolo. Le leggi valgono per tutti. Si
regoli di conseguenza e si adegui a svolgere la sua funzione con umiltà,
spersonalizzandola dai suoi problemi. Nessuno è indispensabile.
Fatti e preconcetti
Fino a qualche tempo fa, “essere di sinistra” in Italia significava
possedere una cultura solidale, ambientalistica, libera da conformismi e
condizionamenti preconcetti, insofferente ai dogmi. Spiriti liberi,
insomma, che seguendo un faticoso processo di maturazione sociale e
politico, si liberavano degli eccessi individualistici ed egoistici, per
lottare per una società migliore, basata sull’uguaglianza ed il comune
progresso.
L’essere “di sinistra” ha rappresentato la società civile, artistica ed
intellettuale italiana. Fintanto che questa interpretazione è resistita,
ed accettata sia pur a denti stretti anche dalle fasce più retrive e
conformiste, il Paese ha conosciuto inconfutabili progressi in campo
civile e sociale.
Il berlusconismo è riuscito a invertire le parti, usando maliziosamente
il comune pressapochismo degli Italiani. Ha offerto un facile riscatto
al diffuso conformismo fascistoide, creando uno sprezzante “casellario”
facile facile, fatto di categorie che perfino i fans berluscones
possono agevolmente utilizzare: “i comunisti”, “i salotti radical-scik”,
“le toghe rosse” ecc. Il tutto condito con abbondantissime dosi della
parola “libertà”.
Tele…obiettivi
Il berlusconismo ha anche approntato per i propri adepti una metodologia
di contrasto dialettico, dall’antico sapore sofistico (ma intanto chi
volete che ne sappia dei sofisti?). Ad ogni ragionamento si ribatte non
nel merito, bensì con slogan del tipo “la colpa è dei precedenti
governi di sinistra”, “è stato Prodi”, “questo è
antiberlusconismo preconcetto” e così via. Ovviamente qualche grosso
sacrificio va fatto fare ai “fatti”, come quando, per difendere
l’indifendibile Tremonti e la sua gestione fallimentare del passaggio
lira-euro, si ribatte con “l’euro di Prodi”, prendendosela con il
cambio che quest’ultimo avrebbe “accettato” per l’ingresso nella
moneta unica. È evidente per ogni essere raziocinante e dotato di un
minimo di memoria storica che trattasi di una corbelleria, in quanto il
cambio fu fissato dal mercato e dalle banche centrali (con gran
soddisfazione degli industriali italiani, tra l’altro). È altrettanto
evidente che Lira o Euro sono “unità di misura” finanziarie e non
economiche, oggetti e non soggetti, e che la gestione del passaggio da
l’una all’altra fatta sotto la supervisione di Tremonti ha rappresentato
il maggior rastrellamento del risparmio ed il più grande impoverimento
della storia unitaria per i ceti a reddito fisso, tradizionalmente “di
sinistra”, a favore di bottegai, sensali e intrallazzatori (oggi noti
come “imprenditori”) notoriamente “di destra”.
I fatti evidenti non servono: per il teo-sofismo di destra “è stato
Prodi a impoverire i ceti medi con le sue tasse”!
Il messaggio berlusconiano, trapiantato nelle teste dei telespettatori a
suon di nani, lustrini e ballerine, ha superato la vergogna e la
menzogna, ha creato una verità artificiale, predigerita e ripetuta a
raffica, in cui non è stata la Lega a far cadere, per esempio, il
Governo Berlusconi 1 ma la “magistratura”, non è stato Craxi a creare il
debito pubblico, bensì “cinquant’anni di governi di sinistra”… Il falso
storico è superato, annichilito, roba da principianti! Qui c’è a
disposizione la nuova verità “Raiset”! I conformisti sono stati
fatti diventare quelli di sinistra, coi loro “preconcetti e ideologie
dell’odio”, mentre i “liberi telespettatori”, questi sì che sono
veramente liberi, possono scegliere tra le verità
preconfezionate in busta numero 1, 2 e 3, e vivere tranquilli e…
asciutti!
L’Italia che verrà
Berlusconi è obiettivamente avviato al tramonto, un po’ per gli anni (74
sono tanti), un po’ perché il popolo ne ha visto il sangue, e dai tempi
del Colosseo che fa pollice verso, un po’ perché dopo circa ogni
quindicennio l’Italia storicamente si stanca e vuole cambiare. Ci
saranno a breve le elezioni regionali, ed il vecchio marpione rispolvera
i suoi vecchi atouts: il taglio delle tasse in primis. Quanti
abboccheranno ancora? Sicuramente in tanti. Che la realtà sia diversa,
cioè che pressione fiscale è ai massimi storici, più che ai “famigerati”
tempi di Prodi, non sembra tangere i telespettatori, che sanno come
rispondere: “È colpa della crisi mondiale”. Busta n° 1. Ma in
Germania? Ma in Francia? “Non hanno il debito pubblico fatto dai
governi di sinistra”. Busta n° 2. “Inutile discutere con chi odia
Berlusconi”, busta n° 3.
Per il Sud, la fine del leghismo berlusconiano non avverrà mai troppo
presto: se l’Italia intera è con le ossa rotte, al Sud la situazione è
peggiore per l’intrinseco e mai (nei fatti) negato antimeridionalismo
dell’attuale governo. Che ha alimentato, sviluppato ed ingigantito i
nostri atavici vizi e manchevolezze (clientelismo, individualismo
qualunquista, classismo, propensione ad una “legalità fai da te”),
annientando i nostri lati positivi (accoglienza, spirito libero,
inventiva). I fatti di Rosarno con la caccia al negro lo dimostrano.
Stiamo allevando centinaia di migliaia di schiavi, di cui ignoriamo
identità personale, lingua, usi e costumi. Non intendiamo farne
cittadini italiani, vogliamo manodopera a prezzo stracciato e basta.
Vogliamo dare ordini, e vogliamo darli dando del tu, vogliamo cacciarli
appena possibile. La storia dimostra che non sarà possibile, che stiamo
sfruttando chi un domani la farà pagare, magari non a noi ma ai nostri
figli, quando inevitabilmente le masse, lasciate abbrutire fuori dalla
società civile, si rivolteranno. Ecco cosa ci riserva la “tolleranza
zero” e le “politiche” del berlusconismo leghista. D’altronde un regime
autoritario basato su di una persona, se non si fondasse sulle divisioni
e sulla paura, come farebbe a prosperare?
Nelle dichiarazioni di Maroni, all’indomani dei fatti di Rosarno, c'è
tutta la linea politica di questo governo che si basa sull’esclusione,
la repressione, l’espulsione di non la pensa come loro e non condivide i
“loro” valori. Un governo che soffia sul fuoco dell’intolleranza e della
paura per riscuotere il premio elettorale dell'insofferenza diffusa. Ma
quello che non si è voluto capire è che sui diritti umani fondamentali -
che si sia al governo o all'opposizione – non si può transigere se non
al prezzo di un'irrimediabile degrado della vita sociale.
Giovinezza!
Berlusconi ha offerto al mondo della piccola impresa e del commercio,
che un tempo votava DC o Bettino Craxi, alle tante “Vendée”
italiane, che rappresentano il popolo delle partite iva, dell’evasione
fiscale e dell’interesse particolare a ogni costo, alla piccola
borghesia impiegatizia del Sud, alle clientele elettorali, un modello
culturale in cui identificarsi: il mito della riuscita personale, il
paternalismo arrogante del “ghe pensi mi”, il maschilismo, la
rozzezza, le barzellette da caserma. Berlusconi ha offerto e continua ad
offrire tutto ciò che corrisponde e risponde ai sentimenti profondi e
allo stile di vita del blocco sociale del “democristiano fascistoide”.
Ha offerto anche, spacciandolo per “valore”, il provincialismo,
l’indifferenza in materia di politica internazionale, il cattolicesimo
opportunista, l’ostilità per gli stranieri, le tendenze forcaiole in
tema di ordine pubblico e sicurezza che trova il suo consenso tra gli
elettori della Lega, naturalmente e felicemente xenofobi, e non a caso i
maggiori supporter di questo governo. E straniero, per un leghista, è
chiunque non appartenga al quartiere.
Questo stato di cose avrebbe in un paese normale avrebbe provocato non
dico una rivoluzione, ma una presa di coscienza e, almeno, un tentativo
di autentico rinnovamento e invece, niente! E invece sono proprio i
giovani, le nuove generazioni, quelle che più di tutte subiranno il peso
di questa anomalia, che sono le più propense ad adeguarsi a modelli
culturali berlusconiani e leghisti. La rivoluzione si fa notoriamente a
pancia vuota, e le pance dei giovani sono tuttora ben piene grazie
all’erosione dello status conseguito dai genitori. Fin tanto che
qualcuno è disposto a pagare la ricarica del telefonino, la benzina,
l’affitto o aiutare a tirar su i bambini, si può rinviare qualsiasi
insurrezione. C’è tuttavia un fatto inevitabile di cui tenere conto: i
padri prima o poi sono destinati a morire. Allora, inevitabilmente, le
pance dei ventenni si ritroveranno vuote, e per forza di cose dovrebbe
scoppiare la rivoluzione. Solo che, arrivati a quel punto, i ventenni
saranno invecchiati pure loro. Resta quindi da sperare nei figli dei
figli, che siano loro a lottare per un futuro che, a quel punto però,
potrebbe non esserci più.
Fara
Misuraca ed Alfonso Grasso
gennaio
2010
Gli editoriali del sito sono scritti congiuntamente da Fara
Misuraca ed Alfonso Grasso