PENSIERO MERIDIANO

 

Comunicato del Portale del Sud

"Contro la stupidità, neanche gli dei possono lottare." (Schiller, "Giovanna d'Arco")

È uscito, a spese della Rai e quindi del popolo italiano (del nord, del centro e del sud, isole comprese), il film “Barbarossa” ove si narrano le avventure di tal capitano di (av)ventura da Giussano, mai esistito. La fiction, fortemente voluta da Umberto Bossi è chiaramente un falso storico, come testimoniato da storici di chiara fama e politicamente non macchiati da peccato “comunista”, quale Franco Cardini o il francese Le Goff.

SE NE SCONSIGLIA VIVAMENTE LA VISIONE

La volgarità e la stupidità culturale dei dirigenti RAI ha raschiato il fondo, producendo la fiction di partito. E di quale partito! Quello dei leghisti che vanno a testa bassa e corna in resta contro la storia e il sapere, contro i professori e anche contro l'alfabeto. Considerano infatti "la cultura italiana" la loro vera nemica. E le contrappongono una università a prezzo modico e da mercato del pesce, a diti medi innalzati al cielo ed a insulti bavosi, di cui Bossi è il rettore magnifico, le cui aule sono il bar di quartiere e le riviste scientifiche di riferimento sono CHI e Tv Sorrisi e Canzoni.

Povero Cattaneo che si batteva "per la Nazione delle intelligenze la quale abita tutti i climi e parla tutte le lingue"!

Ricordiamo piuttosto le Constitutiones melphitanes, i castelli, le università, il patrimonio storico-artistico-culturale lasciato dagli Svevi al sud come al nord. E poi i comuni, il Papato, i guelfi ed i ghibellini... lasciamo invece perdere quanto ce l’aveva duro l’Alberto da Giussano e moscio (?) il Barbarossa!

Non lasciamo cadere di nuovo il guanto e la testa di Corradino!

Boicottiamo il film leghista!

Il Barbarossa di Martinelli: la voce di Franco Cardini

Barbarossa e le bugie di Martinelli

Lo storico Franco Cardini interviene sull'intervista di Renzo Martinelli a Il Tempo: "Le sue dichiarazioni storiche sul Barbarossa sono un cumulo di menzogne".

Il Tempo di ieri ha pubblicato l'intervista di Dina D'Isa al regista Renzo Martinelli sul film Barbarossa, da lui prodotto con la Rai (quindi anche con danaro pubblico). Al riguardo, Martinelli ha dichiarato: «Sono sempre alla ricerca della verità perché l'ignoranza del presente nasce dall'incomprensione del passato. Barbarossa sognava di ricreare il grande impero che fu di Carlomagno, unire la Germania alla Sicilia, ma venne fermato da un gruppo di Comuni italiani del Nord.», i quali avrebbero cacciato "lo straniero". Il regista ha poi rilevato che uno storico avrebbe trovato "negli archivi comunali" (quali?) le tracce dei carri da guerra dei lombardi.

Escludo che si tratti di reperti archeologici, che non si trovano negli archivi. Allude a nuovi documenti? Quali? Sarebbe questo il suo modo di combattere "l'ignoranza del presente" e "l'incomprensione del passato"? Martinelli dichiara di avere tre lauree: se non le ha comprate al mercato nero, egli è quindi il primo a sapere che le sue dichiarazioni "storiche" sul Barbarossa sono un cumulo ridicolo di menzogne e di sciocchezze, che nella migliore delle ipotesi riciclano vecchi cliché pseudostorici risorgimentali associandoli a banale propaganda leghista.

Federico I fu il protagonista di una nuova e gigantesca concezione: rifondare l'impero romano-germanico di radice ottoniana (Carlo Magno non c'entra) alla luce della riscoperta del diritto romano giustinianeo, ripervenuto in Occidente da Bisanzio. Egli fu in tal modo uno degli iniziatori della cultura universitaria moderna (fondò l'Università di Bologna) e della cultura scolastica. Alcuni comuni norditalici gli si opposero, pur sempre dichiarando di volersi mantenere fedeli all'impero, rivendicando vecchi privilegi territoriali e fiscali (queste erano le libertates) che essi avevano acquistato o usurpato ai precedenti imperatori.

L'imperatore, che in Germania aveva favorito lo sviluppo dei poteri locali fondando così il federalismo tedesco, in Italia intendeva rientrar in possesso dei diritti e delle prerogative sovrane, usurpate soprattutto da Milano (che aveva a lungo oppresso anche i Comuni vicini). Dopo la battaglia di Legnano, perduta nel 1176, Federico seppe appieno recuperare autorità e prestigio grazie alla sua abilità politica e diplomatica, pacificandosi col papa Alessandro III e con i Comuni lombardi, cui accordò certo alcuni privilegi ma che accettarono dal canto loro pienamente la sua sovranità, che in quanto tale non avevano peraltro mai messo in discussione (altro che cacciare lo "straniero"!...).

Quanto al regno normanno di Sicilia, Federico voleva collegarlo alla sua dinastia attraverso il matrimonio tra suo figlio Enrico e l'ereditiera di quella corona, Costanza d'Altavilla (il che avvenne): ma non pensò mai lontanamente ad annetterlo all'impero. Martinelli annunzia di star preparando un nuovo film storico, dedicato stavolta all'assedio turco di Vienna del 1683. Come insegnante nell'università statale e come cultore di storia, mi auguro che egli non sperperi di nuovo il pubblico danaro con altri insulti alla verità storica.

Franco Cardini, Il Tempo 5 ottobre 2009

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