Editoriale de Il Portale del Sud
Dolenti note
Mastella e De
Mita riciclati da destra!
Le elezioni europee
Alla luce dei
risultati delle elezioni europee, in attesa dei ballottaggi delle
amministrative e del referendum elettorale, si annotano considerazioni
sia positive che negative sull’attuale situazione politica, in funzione
dalla sensibilità e, soprattutto, degli interessi di coloro che le
esprimono. Chi scrive queste righe, può anche essere ritenuto di
parte. Pensiamo però di aver sempre esposto le nostre idee,
suffragandole con ragionamenti, fatti e dati oggettivi. Avendo messo a
disposizione di tutti uno dei maggiori siti web del Meridione, con ogni
giorno migliaia di visitatori, abbiamo inoltre la presunzione di aver
dimostrato spirito libero e disinteresse. Le nostre, oggi, non possono
che essere note dolenti, così come per tutti coloro che hanno a cuore le
sorti del Sud. Che altro commento potrebbe esserci di fronte al milione
e duecentomila voti dati dalla Campania al Partito del Nord?
Per alcuni può
anche essere tranquillizzante il fatto che le destre antimeridionali non
siano maggioranza nel Sud, e tantomeno Paese, per noi no. È infatti
difficile da comprendere come mai su 8,7 milioni di voti validi dei
territori che un tempo costituivano l’antico Regno di Sicilia, più di
3,5 milioni (il 40,7%) siano andati a chi ha tagliato i fondi per le
metropolitane di Palermo e Catania, quelli per gli acquedotti ed
infrastrutture del sud, dirottandoli sulla esenzione ICI ai ricchi ed
alle quote-latte degli allevatori padani. È difficile comprendere come a
L’Aquila, dove la gente è stata sistemata in tendopoli a subire il
caldo, il freddo e la pioggia, e dove i primi appalti per la
ricostruzione sono stati assegnati alle solite imprese del nord Italia,
snobbando le imprese locali, i pochi che sono andati a votare hanno dato
fiducia al partito di Berlusconi.
Mastella e De
Mita sono stati riciclati dagli elettori di destra!
Buio a mezzogiorno
Noi, il
bicchiere continuiamo a vederlo desolatamente mezzo vuoto. È
il vuoto della dignità che manca per mandare a casa, un governo
populista e xenofobo. La nota dolente non è il Sud, ma è per il Sud.
Cos’altro devono combinare le destre per risvegliarci
dall’incantesimo malefico? Realizzare veramente le gabbie salariali
leghiste? Forse la gente non si rende conto del danno che ne deriverebbe
al Meridione, dopo la mazzata del “federalismo fiscale”, e con i redditi
al meridione già adesso dimezzati ripetto al nord. Gli insegnanti
migliori, gli operai, oppure i funzionari più capaci e meritevoli,
emigreranno al Nord per guadagnare decentemente… Luce, gas, benzina
costeranno automaticamente di più per i meridionali ingabbiati nei
salari e pensioni ridotti. I pensionati saranno ancor più sul lastrico.
E non ci sarà maggiore competitività dei prodotti industriali, in quanto
va da sé che si incoraggeranno le produzioni dozzinali e di bassa
qualità, quelle che nessuno vuole più! Non occorre essere degli esperti
per capire che non potrà essere certo il Sud a fare concorrenza alla
Cina sui salari bassi!
È innegabile che
il
Pd abbia subito un crollo di consensi rispetto alle politiche, ma ha
raggiunto la quota minima necessaria perché il progetto politico che lo
ispira non ne sia compromesso. Questo risultato non era scontato alla
vigilia del voto. Ciò è avvenuto grazie al cambio di rotta di Dario
Franceschini rispetto alla disastrosa gestione di Veltroni e della sua
“vocazione maggioritaria”. Franceschini, per fortuna, ha radicalizzato i
toni antiberlusconiani e ha cercato di accentuare il “profilo sociale”
del suo partito. La frana c’è stata, ma la tendenza al bipartitismo ed
alla semplificazione coatta del quadro politico ha subito una netta
battuta d’arresto, che potrà essere ribadita con l’eventuale fallimento
del referendum del 21 giugno. In caso di vittoria dei sì, speriamo assai
improbabile, ancora una volta Berlusconi verrebbe fatto risorgere per
l’inettitudine e la pulsione suicida dell’opposizione. Hanno perso i due
principali partiti e hanno guadagnato Lega e Italia dei Valori, cioè
partiti che in questa fase svolgono una funzione “antisistemica”, anche
se in maniera diametralmente opposta.
Buoi a
mezzanotte
La
Lega berlusconiana, in particolare, parla alla “pancia” delle persone,
anziché al cervello.
La Lega
sfrutta i problemi immediati, quelli che la gente ha ora e non
domani, e sono i problemi delle aziende del “suo” elettorato, la
piccola e media industria, gli artigiani i commercianti, sa ascoltarli e
risolve i loro localissimi problemi, usando gli stessi strumenti di
quella Roma ladrona che critica. La politica nazionale è ridotta
a quella di tanti piccoli comuni e lo stesso federalismo fiscale va in
questa direzione. Della Storia d’Italia, del Sud, non importa niente,
dell’autonomia delle regioni non sa che farsene, l’unica cosa che conta
è che la Padania stia al centro del mondo con poca cultura e molti
soldi. Povera Italia e povero Sud.
Oggigiorno, ben lo dimostra il caso svedese dei “pirati” internet eletti
al parlamento, basta proporre una qualsiasi nefandezza populistica per
avere successi immediati. Piace infatti a tutti poter scaricare
gratis
da
Internet musica e film! Poco importa se poi, tra qualche anno, nessun
autore avrà più voglia di lavorare gratis. Poco importa ai destristi
italiani che stiamo allevando generazioni di clandestini, che tra
qualche tempo verranno a cercarci in casa e ci faranno fuori…
l’importante è avere per adesso qualche milione di schiavi da
sfruttare in nero!
Diego è meglio ‘e Papi
Ma una cosa ci può consolare, numeri alla mano: Berlusconi ha perso il
suo plebiscito personale. È un segnale di enorme rilevanza dal punto di
vista simbolico e “psicologico”. Anche la Sicilia ha contribuito alla
debacle del Cavaliere e il Pdl, nella regione che storicamente
costituisce la sua cassaforte di suffragi, ha perso ben 600 mila dei 2
milioni 900 mila voti, volati via in poco più di un anno, dalle
Politiche dell'aprile 2008 a oggi. Sono le cifre assolute delle
preferenze raccolte a delineare l’arretramento del Pdl, al di là delle
percentuali. In questa tornata i berlusconiani hanno visto sfumare 200
mila voti rispetto alle Regionali dell'anno scorso e alle Europee del
2004.
Il
timore è però che il vento di destra che tira in Europa aiuti Berlusconi
a risalire. Il timore è che continui a prevalere "la pancia", cioè la
paura degli immigrati, la deriva xenofoba, la crisi economica italiana,
che a sentir i berluscones è tutta colpa di Prodi e del “suo” euro. Il
potere acquisito dalla Lega all’interno della maggioranza e soprattutto
l’arroganza del premier, corroborata dai fedeli giannizzeri, nominati e
non eletti, ha fatto cadere l’ultimo diaframma tra interesse privato e
interesse pubblico, con l’approvazione del ddl sulle intercettazioni. Il
signor Berlusconi ha varato, scavalcando il Parlamento, con ricorso
ormai abituale alla fiducia, un provvedimento che servirà solo a
blindare le sue menzogne.
Giustizia
è fatta?
Mai
un attacco così violento era stato sferrato alla macchina giudiziaria
italiana. Preceduto da una serie di decreti e leggi ad personam,
Berlusconi e i suoi sodali hanno completato l’operazione bavaglio con
quest’ultimo ddl sulle intercettazioni: in pratica è stato vietato
indagare. È stato aggirato il codice penale, che agli occhi del
cavaliere ha il difetto di rendere i cittadini tutti uguali davanti a un
giudice. Ora non sarà più così .
Presentando modifiche costituzionali e nuove leggi “personalizzate”, con
la blindatura della fiducia, zittisce il parlamento e gli eventuali
dissenzienti all’interno della sua coalizione. Gli appelli di Napolitano
e di Fini sono rimasti inascoltati, ed il paese si è allegramente e
democraticamente consegnato a questo signore che sembra la parodia di un
personaggio dei film di Vanzina.
Ha ragione
Predrag Matvejevic,
un
intellettuale croato, esule volontario, scrittore e
saggista, docente di Letterature comparate alla Sorbona di Parigi e
professore ordinario di Slavistica all’università La Sapienza di Roma,
quando definisce l’Italia, come altri paesi dell’ex Europa dell’Est, il
paese della “Democratura” una forma di governo cioè che dietro
un’apparente forma esterna di democrazia assume atteggiamenti e
movimenti dittatoriali.
E pensare che il signor
Berlusconi già ci aveva rovinato due volte. Evidentemente non c'è due
senza tre.
Il Portale del Sud
Giugno
2009
Obama (a sinistra)
Berlusconi (a destra) Brunetta (al centro)
"Palermo, Graffiti Alla Guilla"
foto di Giuseppe Scuderi
Gli editoriali del sito sono scritti congiuntamente da Fara
Misuraca ed Alfonso Grasso