Pensiero Meridiano

 

In epoca di crisi

Editoriale de Il Portale del Sud

Prevedibile Italia

Certo che l’Italia è un paese strano! Fatti e comportamenti altrove inimmaginabili, capaci di far scoppiare rivoluzioni, da noi succedono tra l’indifferenza generale e la più stupefacente delle incoscienze. Si dirà che è sempre stato così, che lo scarso senso di cittadinanza e collettività degli Italiani hanno consolidate radici storico-sociali. Si dirà anche, magari con un certo vanto, che il particolarismo italico ha prodotto talenti e cultura, nonché un’economia tra le più ricche del mondo. Cose vere, senza dubbio.

Ci sembra tuttavia che nei tempi più recenti stia intervenendo nella società italiana un fatto nuovo: gli Italiani stanno perdendo l’inventiva, da sempre considerata la virtù capace di sovvertire a nostro favore il deficit di cultura governativa. Siamo diventati prevedibili. Rispondiamo in modo perfetto ai modelli predisposti dai sondaggisti. Abbiamo perso la capacità di sorprendere, diventando un po’ come quelle cavie da laboratorio, che reagiscono allo stesso stimolo sempre nello stesso modo. Siccome, però, non siamo animaletti, bensì elettori, sembra che sia diventato molto facile manovrarci: ci accontentiamo di poco. Qualche spot sulle tasse, sulla casa da ingrandire, sui fastidiosi immigrati, sui giudici cattivi e… il gioco è fatto, naturalmente a favore di Berlusconi, che ha i mezzi di condurlo il gioco, di dettarne le regole, di avvalersi di professionisti della rilevazione ed orientamento del consenso.

Così, dosando le notizie, aumentando quelle di cronaca nera e stupri sotto elezioni, distraendoci con sondini ed idratazioni, grembiulini e reattori nucleari, tornelli e ponti sullo Stretto, social card e robin hood tax, ha fatto di molti di noi una specie di automi plaudenti. Vi siete chiesti perché spesso Berlusconi dice una cosa, poi la smentisce sostenendo l’esatto contrario? È per registrare le nostre reazioni ed affinare i suoi stimoli, più o meno come si fa con i criceti e le tavolette colorate. In pochi anni, grazie ad un enorme dispiegamento di risorse (evidentemente non sue, ma acquisite più o meno lecitamente), ha omologato ai suoi fini una generazione. Oramai chi ricorda, o meglio chi ha voglia di ricordare, che già aveva rovinato l’Italia nei suoi precedenti governi? Come nessuno ha voglia di ricordare che l’Italia è il paese che volle quel Mussolini che convinse gli industriali e gli agrari padani che occorreva il ritorno alla legge e all’ordine. Order & Law. La marcia su Roma Mussolini la fece in vagone-letto. Berlusconi & Bossi l’hanno fatta in aereo presidenziale.

All’italiano del fascismo piacevano l’autoritarismo, il decisionismo, il «me ne frego», il machismo. Le stesse cose che oggi propone Berlusconi. Aveva ragione Herbert Matthews, un grande giornalista, a sostenere già nel ’45, cioè all’indomani della “Liberazione”, che il fascismo non era morto, ma che avrebbe continuato a vivere  nel modo di pensare e d’agire degli Italiani. L’ideologia fascista non è mai morta e infatti Berlusconi, che ha molto di Mussolini nel tratto e nei comportamenti, è sopravissuto al suo “amico George”, di cui ha pure puntualmente condiviso scelte e decisioni e ha incoraggiato speculazioni e “finanze creative” (ricordate le famose cartolarizzazioni, i condoni …).

Berlusconi è stato tra i principali protagonisti dello sfascio economico e finanziario sfociato nella attuale crisi. Ha appoggiato le scalate dei furbetti del quartierino, ha difeso l’indifendibile Fazio, ha promosso senatore il Generale Speciale (quello delle spigole con l’aereo di servizio), ha destabilizzato ed accolto “politici” trasformisti e voltagabbana (dai “socialisti” a Mastella, da Dini a Capezzone, da Cirino Pomicino a De Gregorio). Tutto ciò nell’indifferenza generale. E adesso, tra una battuta da avanspettacolo e l’altra, propone pure di togliere il voto ai parlamentari. Vero è che ormai il parlamento, grazie ad una strampalata legge elettorale e ad un ancor più strampalato elettorato, è pieno di indagati e condannati. Ma è pur sempre un luogo di dibattito, un luogo dove le leggi si discutono e non, solamente, si ratificano.

Al passo del gambero

Nessuno pare far caso all’anomalia costituita dalla forte presenza leghista nel governo, cioè di una forza dichiaratamente antimeridionale e razzista che rivendica ai quattro venti di voler fare gli interessi di una parte sola del Paese… Al sud la Lega non si presenta, ma specula sull’insoddisfazione e spinge gli ingenui a desiderare il distacco dal “ricco” nord, favorendo la nascita di indipendentismi ed autonomismi che promettono uno sviluppo economico basato sul nulla, e che regalerebbero le regioni meridionali allo sfruttamento dei soliti noti. Questo semplice giochetto da prestigiatore da quattro soldi, basta perché Berlusconi raccolga anche da noi un vasto consenso!

L’Italia è anche uno dei pochi Paesi dell’Occidente dove non esistono più un partito socialista e uno liberale, bensì uno schieramento trasversale di teocrati dogmatici, ben felici di poter occupare lo spazio lasciato vuoto dalla decadenza degli ideali. È bene ricordare che il liberalismo era nato in funzione anticlericale, che ha fatto due secoli di rivoluzioni per affrancare l’umanità dalla superstizione e dall’assolutismo. I cosiddetti “mangiapreti” non erano i comunisti, bensì i liberali veri, in quanto relativisti e apportatori di democrazia, che è per l’appunto dialettica e non imposizione. Sono stati i liberali a contrastare per primi gli assertori di verità assoluta e di legge divina, che da sempre sorreggono i sistemi di governo dittatoriali e assolutisti. Dovrebbero essere i liberali a indignarsi nei confronti del vescovo brasiliano che, scomunicando i medici per l'aborto procurato alla bambina di 9 anni violentata dal patrigno (per lui nessuna scomunica!), ha asserito che “una legge umana in contrasto con la legge di Dio non ha alcuna validità”. I liberali, se ci fossero, avrebbero chiesto al vescovo di quale Dio trattasi, di quello che scese in campo uccidendo i nemici nella battaglia di Gerico, oppure di quello che assicura decine di vergini ai martiri… E se io ho il mio Dio, diverso ed in cui credo fermamente, vado anch’io tutelato, oppure no? I liberali veri sarebbero insorti. Ma, almeno in Italia, se ne è persa traccia. Come pure dei socialisti.

Nella piccola Italia, il dogma cattolico rioccupa lo spazio. Gesù di Nazareth a suo tempo era stato chiarissimo nella sua esposizione, e non poteva essere altrimenti poiché si rivolgeva a gente semplice. Ha sancito la separazione stato-chiesa (“date a Cesare quel che è di Cesare…). Ha aborrito le ricchezze (“è più facile che un cammello …”). Poi sono venuti i “padri” della chiesa a dettare le loro leggi. E il Vaticano, con le sue continue ingerenze e le sue immense ricchezze, fa ancora parte del Cristianesimo? I cattolici, con la loro superbia e prevaricazione, sono cristiani? La storia sembrerebbe rispondere di no: gli esseri umani devono essere “convertiti”, o eliminati. Un tempo coi roghi, ora con la scomunica. In Italia i teocon-teodem-ateidevoti - e chi più ne ha più ne metta - dirigono la vita e la morte di ognuno. Si violano le libertà personali e l’autodeterminazione. come se ognuno di noi fosse proprietà dello Stato e della Chiesa. Si chiede da un lato l’accanimento terapeutico su un “italico” corpo morto e dall’altro si nega il diritto alla salute agli immigrati e la visibilità ai loro figli. Si vietano le intercettazioni telefoniche che potrebbero nuocere ai potenti e si chiedono ai poveracci le impronte digitali e una banca dati del DNA, lesiva della libertà delle persone. Si tolgono risorse alla sicurezza pubblica, per affidarla all’arbitrio di privati facoltosi…

Pensieri meridiani

Il socialismo di matrice marxista poteva essere, e potrà tornare ad essere in futuro, il giusto compromesso tra la libertà individuale, il rispetto reciproco, la salvaguardia dell’avvenire delle nuove generazioni. Valori quali quelli della solidarietà interclassista e del bene comune, della protezione dei più deboli, della giustizia sociale, del progresso civile, torneranno ad assumere il ruolo che meritano, passata ‘a nuttata. Si tornerà ad applicare - e non abrogare, come proposto dai nostri ineffabili berluscones - l’articolo 41 della Costituzione, che molto semplicemente ed efficacemente recita:

“L'iniziativa economica privata è libera.

Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.

La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali”.

Per il futuro del sud, con le sue debolezze e tante magagne, ma con la potenzialità di una cultura millenaria, non esiste alternativa: non è Berlusconi l’uomo della Provvidenza, non lo sono i suoi amici “George”, “Umberto”, “Giulio”. Quelli sono amici … del giaguaro! Il resto è il resto di niente.

Il Portale del Sud

Marzo 2009


Obama (a sinistra) Berlusconi (a destra) Brunetta (al centro)


Gli editoriali del sito sono scritti congiuntamente da Fara Misuraca ed Alfonso Grasso

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