Pensiero Meridiano

 

Il regresso dell’Italia danneggia il Sud

Ma il Sud da che parte sta?

Editoriale del Portale del Sud

"la sicurezza del potere si fonda sulla insicurezza dei cittadini"

Leonardo Sciascia, "Il cavaliere e la morte"

Il Sud ed il federalismo fiscale

Federalismo fiscale di stampo leghista, proprio un bel ringraziamento per tutto quello che il Sud ha dato al resto del Paese! L’oro delle due Sicilie, l’accollo del debito pubblico, le stragi post-unitarie, i ricavi delle vendite delle terre demaniali, le rimesse degli emigranti, un milione di morti nelle due guerre mondiali, le centinaia di bombardamenti subiti da Palermo e Napoli (le macerie sono in buona parte ancora lì), la vendita di lavoratori al Belgio, la fornitura di manodopera a basso costo all’industria del nord …e adesso? Chi ha avuto, ha avuto, e chi ha dato, ha dato?

A questo punto occorrerebbe rimettere tutto in discussione, perché il Sud ha un credito enorme nei confronti del Paese, direi inestinguibile viste le proporzioni. Non saranno certo quei quattro soldi dei trasferimenti degli ultimi anni, o un fondo decennale di perequazione, a mettere le cose in pari ed ha creare condizioni di pari opportunità. Non si chiede di assistenzialismo alle clientele meridionali, che sono state solo dannose. Prima di attuare il federalismo, c’è da fare un bilancio serio dei centocinquantanni di Unità e realizzare le opere nel Meridione. Strade, tanto per cominciare, ferrovie, aeroporti, acquedotti, metropolitane, irrigazione delle terre, bonifiche ecc. ecc.

Eppure, come nel sogno in cui sei solo, in cui solo tu vedi il pericolo che incombe, e cerchi di dare l’allarme, di fare qualcosa… gli altri che ti circondano sembrano non vedere, non capire!

Quelli che se ne intendono hanno detto e scritto a chiare lettere che il federalismo sarà un costo enorme, che l’Italia non può permettersi. Ma non c’è bisogno neanche di evocare gli esperti, basta vedere cosa è successo con il proliferare degli Enti Locali. Altro che responsabilizzazione, altro che avvicinamento delle istituzioni ai cittadini. L’unico avvicinamento è stato quello della camorra ai soldi dello Stato!

Il reddito pro-capite da noi è la metà di quello del Nord. Anche se tutti pagassero il dovuto, le regioni meridionali non riusciranno a finanziare la sanità e la scuola pubblica, i cui costi sono invece uguali in tutt’Italia. Eppure sembra che il Sud preferisca ignorare! Qualcuno si è chiesto, per esempio, a chi andrà l'IVA di una telefonata tra Napoli e Palermo? Andrà alla Regione in cui c’è la sede legale del Gestore. E si deve restare a guardare? Chi ha stabilito che le sedi centrali delle banche, delle industrie di stato, dell'Enel e Telecom devono stare tutte al centro-nord? Mi pare che, a questo punto, col federalismo fiscale, occorrerebbe una maggiore vigilanza civica, o almeno la coscienza che se mangi a Potenza un formaggino Galbani (oltre ad essere matto), paghi le tasse a Milano.

L’opinione pubblica meridionale (e non solo)

Scrivono i giornali che lo specchio della società civile (la opinione pubblica) si è rotto, così ognuno vede solo un pezzettino piccolo, il proprio orticello. Chi conosce la storia, sa delle pause che inevitabilmente intervengono dopo ogni epoca di progresso. Spaventata da se stessa, in astio verso le menti maggiormente lungimiranti di cui teme il passo, la gente si arrocca nel privato, nell’effimera sicurezza della mediocrità. Nella seconda metà del Novecento, la spinta del progresso ha portato a cambiamenti assolutamente straordinari: è finita la segregazione razziale, l’uomo è andato sulla Luna, computer ed internet hanno tolto i confini, il modello social-democratico ha assicurato benessere in molte parti del mondo. Molto restava da fare per riscattare le enormi disuguaglianze, ma poi il tempo del progresso è scaduto.

La pausa che oggi ferma il mondo, dalle nostre parti si trasfigura nel regresso etico, sociale ed infine politico. Ha preso piede la contro-ideologia, quella che addebita i mali dell’Italia al “comunismo”, ai “giudici”. Quella del “non pagare le tasse”. Quella di delegare al “superuomo” le soluzioni, come nel caso della spazzatura in Campania, visto che da soli non siamo capaci di metterci d'accordo neanche su dove mettere la monnezza. Il fascismo strisciante prevale nelle scelte. Non parliamo del fascismo brutale della prima ora, bensì di quello borioso, populista e fanfarone che si permise di promulgare le leggi razziali e di dichiarare la guerra a Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti … In Italia, è bene ricordarlo, non è stato il comunismo a portare morte, fame e distruzione. Lo hanno fatto prima il liberismo dell’età giolittiana e poi il fascismo di Mussolini, provocando e partecipando a due guerre mondiali che sono costate più di un milione di morti. Sarebbe bene anche ricordare che i fascismi sono sempre nati per uccidere la democrazia che era vigente (Italia, Germania, Spagna, Cile, Argentina ecc), mentre il comunismo ha soppiantato in Cina ed in Russia regimi in cui il servo della gleba non era neanche considerato uomo, ma cosa di proprietà. La contro-ideologia imperante disconosce, nega, ignora queste pagine di storia e la gente ha eletto per la terza volta a governare un vecchio mascalzone pieno di soldi: il modello da imitare nell’immaginario popolare!

Il grave è che questa maggioranza è del tutto autosufficiente ed è capace di rappresentare se stessa e il contrario di sé, basta vedere il comportamento dei leghisti da un lato e degli ex fascisti dall’altro. Gli uni separatisti, gli altri centralisti, ma entrambi ben convinti di lasciare stretto in pugno il potere al “maschio alfa” del governo.

Chi ha avuto la voglia di studiare i fascismi sa bene che il prototipo, quello mussoliniano, è ormai sepolto e non potrebbe tornare, se non altro perché l’Europa lo impedirebbe, ma agli italiani ha lasciato una pesante eredità, che si manifesta in una cieca fede anti-democratica. La stessa che da consenso alle ipocrite iniziative governative sulla sicurezza, quali il pattugliamento delle città con l’esercito (dare i mezzi e gli uomini alle forze dell’ordine sarebbe stato pericoloso: camorra e mafia non votano certo a sinistra!), o la schedatura degli extra-comunitari, bambini Rom compresi (facile immaginare che fine farà la montagna ingestibile di impronte su schede cartacee…), a mettere alla gogna gli omosessuali, maltrattare le prostitute, a toccare il fondo nei rapporti tra uomini e donne - un giudice a Catania ha tolto alla madre la custodia del figlio sedicenne, perché iscritto ad un circolo “comunista”, ed anche perché, colmo dei colmi, lo ha spinto a donare il sangue. La sicurezza del potere si fonda sulla insicurezza dei cittadini, scriveva Sciascia: al nord la Lega si è rivelata per quello che è, un movimento secessionista estremo e xenofobo che genera rancore, vendetta e razzismo puntando il dito sui deboli per far dimenticare le frustrazioni, quelle vere, di un popolo ridotto a suddito riflettendole sui poveri e sugli extracomunitari. Al sud nessuno vuole notare che l’autonomismo di Lombardo non è altro che un ritorno al separatismo mafioso e fascista cui stavano a cuore solo le sorti della classe abbiente.

La contro-ideologia di cui parliamo, anche se grezza e a-culturata (alfa privativa), sta producendo una nauseante egemonia. La maggioranza berlusconiana dispone e controlla quasi tutti i mezzi di comunicazione e con essi sta distruggendo valori e coscienze. Criticano la Cina sui diritti umani, e mantengono i clandestini (che continuano a sbarcare a migliaia) nei CPT in condizioni disumane. Con solerzia, il ministro di questo governo, Tremonti, ha cancellato la tracciabilità degli assegni, gli elenchi cliente-fornitore, ha istituito “il condono individuale”, una sorta di patteggiamento sulle tasse da versare. Ultima, ma non meno pericolosa per la sicurezza (quella vera), è la volontà di asservire i pubblici ministeri al governo, mentre occorrerebbe abbreviare i processi e dare certezza alle pene. Ma come farebbero i truffatori, i “premier”, i corruttori, i bancarottieri a farla franca altrimenti? Quanti voti perderebbero le destre dai mafiosi?

In sintesi, complice la inettitudine delle sinistre, quella che fino a qualche anno fa potevamo definire una Repubblica parlamentare è stata trasformata a colpi di decreti legge in quella che Toqueville ha definito “una dittatura della maggioranza”. Una maggioranza con un “uomo solo al comando”.

NO. Noi non ci adeguiamo.

Settembre 2008


Gli editoriali del sito sono scritti congiuntamente da Fara Misuraca ed Alfonso Grasso

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