Elezioni politiche
2008
Editoriale de Il Portale del Sud
Il 13 e il 14 aprile andremo a votare ancora una volta con questo
sistema elettorale, fortemente voluto dai leghisti, un manipolo di finti
indipendentisti che da circa 15 anni fanno di tutto per tenere in scacco
e ricattare l’Italia, occupando felicemente le tanto, a parole,
disprezzate poltrone di Roma ladrona.
Una legge elettorale che costringe ad un bipolarismo coatto che, con un
solo voto in meno per Veltroni (e alleati) rispetto al Cavaliere (e
servitù), minaccia di rimandare al potere Berlusconi per almeno dodici
anni (5 di “premierato” + 7 di presidenza della “Repubblica”
(Repubblica?). La «porcata» elettorale di Calderoli assicura infatti una
cospicua maggioranza alla Camera dei Deputati alla coalizione che prende
il maggior numero dei voti, quale che sia la percentuale ottenuta,
magari anche molto inferiore al 50 per cento. Più numerose sono le liste
in concorrenza, più si abbassa la soglia per ottenere il premio per
effetto della dispersione dei voti. Non così al Senato, dove il premio
di maggioranza viene distribuito su base regionale, e dove le liste
devono raggiungere un quorum dell’8 per cento, al di sotto del
quale tutti i loro voti valgono zero. È possibile che si vengano a
creare maggioranze diverse nelle due camere, come già accaduto con il
voto siciliano. Non è possibile per gli elettori scegliere i candidati.
È quindi evidente come questo sistema elettorale di stampo leghista
abbia ben poco a che fare con la democrazia, la partecipazione e la
libertà.
Per il Sud, la “porcata” di Calderoli è ancor più, se possibile,
mortificante. Specialmente per coloro che si sentono sinceramente
liberali e di destra. La nuova coalizione berlusconiana realizza infatti
un disegno populista, illiberale ed antimeridionale di cristallina
evidenza (basti pensare al caso di Malpensa, oppure alla forma di
“federalismo fiscale” contenuto nel programma del cavaliere, oppure alla
politica economica messa in atto da Tremonti nel quinquennio
berlusconiano, o ancora alle considerazioni sulla "convivenza" con la
mafia fatte da ministri dell'epoca). Inoltre, esso tende a cancellare il
fondamento antifascista e democratico della nostra Costituzione -
etichettato come “comunista”, nel vecchio significato che aveva il
termine nel primo dopoguerra
- e si propone di calare nuovamente la morsa
oscurantista sulle nostre esistenze private, sulla cultura, persino sui
nostri corpi, specie quelli delle donne. La libertà che campeggia
sull’etichetta berlusconiana è intesa solo come inarginabile arroganza
del privilegio, di tolleranza zero verso emarginati, poveri, diversi,
immigrati, ma che garantisce impunità totale e opulenta per gli amici
(ed, in particolare, agli amici degli amici…).
Se votare per Berlusconi è da considerarsi un “tradimento”, è
assolutamente perdente anche l’annullare il voto, o non andare a votare,
o votare le liste minori. Dopo queste elezioni si dovranno affrontare e
risolvere molti questioni quali riforme costituzionali, diritti civili
ed eguaglianza sociale, informazione libera e pluralista, giustizia
eguale per tutti, e così via. Non dimentichiamo poi che un futuro
governo berlusconiani - che favoriremmo non andando a votare - avrà il
controllo totale del sistema televisivo. A questo punto non è
indifferente chi andrà al governo: Veltroni o Berlusconi. Con il primo
puoi discutere e guardare avanti, con il secondo resti suddito.