La
minor parte della società civile
Editoriale di Brigantino - Il Portale del Sud
Sono 60 anni che in Sicilia si vota.
Democraticamente! Per chi è inesperto ricordo che democrazia oggi, nel
1° Mondo, significa solo e soltanto depositare una scheda in una urna.
Una scheda con un nome già scelto da qualcun altro. Per chi proprio non ci arriva,
basta andare a studiare il meccanismo di voto statunitense e quello che
si vuole imporre nei paesi islamici.
La prima volta, qui in Sicilia,
avevamo votato a favore del popolo. Ma ce l’hanno fatto capire subito.
Non era quella la democrazia! Le elezioni di aprile 1947 vinte dalla
sinistra furono
cancellate, il 1° di maggio successivo: un’ammazzatina,
piccola, solo 11 morti, a Portella della Ginestra. Uhé, giovanotti, ma
davvero pensavate di votare per chi vi pare e piace? Per chi, magari,
forse, in un domani, potrebbe fare gli interessi di tutti e non solo i
propri?
Ebbene da allora, trascorsi sessant'anni,
non è cambiato più niente.
Oggi, 2007, è stato rieletto “ad
abundantiam, et cum fraudolentia” una persona innocua, un
“giovanotto” alla Berlusconi, anziano ma ben tenuto, che si preoccupa
della sua abbronzatura, una persona “per bene” insomma!
Quale democrazia si è espressa a
Palermo? Brogli a mai finire: schede annullate in quantità,
fotoschede telefoniche, assunzioni impossibili (autisti senza
patente per i bus comunali), blocco di pubblico servizio (autisti AMAT
reclutati in massa come rappresentanti di seggio)! La società civile,
quella degli intellettuali - un residuo archeologico, i più giovani
hanno ormai 50 anni - che SA, come Pasolini, ma non può intervenire perché
non ha “le prove” e come Pasolini viene uccisa. La società civile
metaforicamente. Pasolini, fisicamente.
Il problema non è se a Palermo abbia
vinto Cammarata o Orlando. NO, il problema vero è che in Sicilia, come
altrove, non si vota per se stessi ma per chi ti promette, ti
avvantaggia o, molto più semplicemente, ti paga. Leonardo Sciascia, ha
detto una cosa profondamente vera: “I siciliani non credono alle idee”.
Ma lui, uomo europeo ed italiano spero non volesse riferirsi a tutti i
Siciliani.
Una piccola luce, infatti, in questa Sicilia
c’è stata: Gela. Nessun “media” ne ha parlato. Chissà perché? Una città
non piccola, più importante di Trapani, Marsala o Agrigento, un polo
industriale e un grande porto. Il 65% dei gelesi ha rinnovato la fiducia
ad un sindaco uscente, di centro sinistra. Chissà perché? Un sindaco
gay. Chissà perché? Un sindaco che da anni combatte la mafia con i fatti
e non con le parole. Chissà perché nessuno ne ha parlato.
Grazie da parte nostra Rosario Crocetta,
sindaco di Gela.
Qualche giorno prima delle elezioni,
si sono svolte due imponenti manifestazioni: a Piazza San Giovanni i
fautori italiani di uno Stato teocratico hanno strumentalizzato la
famiglia per fini lapalissianamente reazionari e conservatori, ben
rappresentati da Berlusconi, Casini e Calderoli (quest'ultimo ha più
mogli come i primi due, che però non hanno inscenato riti pagani per
riaccoppiarsi). In Italia, come dimostrato anche in occasione del
referendum sulla fecondazione, i cinque o più partiti teocratici e la
Conferenza Episcopale, hanno una vera e propria golden share
nella proprietà della nazione italiana, anche con la complicità di quel
che rimane del pensiero liberale, blasfemicamente personificato dal berlusconismo, che il liberalismo non sa neanche dove sta di casa!
Alla manifestazione di piazza San
Giovanni, ben si oppone quella di Smirne. E delle altre città turche
dove milioni di persone sono scese in campo per difendere la laicità
della Turchia, minacciata da una possibile elezione di un Presidente
credente ... figuriamoci che succederebbe in Italia se qualcuno osasse
mettere in dubbio l'eleggibilità dei cattolici! Eppure quelli veri, cioè
quelli che seguono le norme comportamentali contenute nei vangeli, sono
un'esigua minoranza, come minoranza sono i cattolici pro-forma, coloro
che peccano alla grande, ma vanno in chiesa la domenica.
Grazie, Turchia.
Nelle elezioni del Dopoguerra, contro
il pericolo bolscevico furono fatti uscire in processione tutti i
simulacri del politeismo cattolico, e quando non bastò più, i mitra del
banditismo di stato. Il sud pagano, asociale ed affamato di favoritismi
personali, andò a nozze! Nel 2007 non c'è bisogno di processioni e
mitra: la maggior parte società civile si è immersa in uno di quei
lunghi sonni reazionari che seguono i brevi periodi di progresso, come
la Storia insegna. Così si meriterà la vita eterna che, in questo
caso fortunatamente per essa, non esiste ...
Grazie, minor parte della società
civile.
Brigantino - Il Portale del Sud
maggio 2007
Gli editoriali del sito sono scritti congiuntamente da Fara
Misuraca ed Alfonso Grasso