Pensiero Meridiano

 

Il partito democratico, una fuga dal passato e dal presente

Editoriale di Brigantino - Il Portale del Sud

Di che colore il fiocco? Il partito democratico (cristiano?) è felicemente (ri)nato. I genitori hanno dato la lieta novella in quel di Firenze. Romano Prodi sta vincendo la sua battaglia. In coerenza con le sue origini politiche, sta puntando sull’afflusso nel Partitone unico dei centristi e sul voto moderato. La convenienza per la Margherita è evidente, in quanto non sarà più forza gregaria, ma assumerà via via la leadership, mentre c’è da prevedere che gli ex riformisti DS – orfani di Mussi & C. - si troveranno in minoranza.

Viene allora da chiedersi del perché tanti ex militanti e dirigenti del vecchio Pci abbiano accettato il progetto, e soprattutto le modalità con cui perseguirlo, che riducono il tutto ad una semplice fusione DS-DL. Una conclusione che finora ha diviso più che unire, ben diversa quindi da quella inizialmente prospettata, e dalle aspettative del “popolo delle primarie” verso un’aggregazione di sinistra.

Perchè Fassino e D’Alema hanno compiuto questa scelta disarmante? Come se le lotte sostenute con maggiore o minore successo durante gli anni della cosiddetta “prima repubblica” contro i totalitarismi, i liberismi, i clericalismi ed a favore dei lavoratori, fossero oggetto di vergogna. Dimostrano fretta di prendere le distanze dalla vera democrazia, quella del popolo, per ingraziarsi l’elettorato di centro destra, quello che per oltre 50 anni ha foraggiato la DC e che poi ha scelto il suo paladino in Silvio Berlusconi. Emblematico al riguardo, il faccione soddisfatto del cavaliere che è venuto ad applaudire, applaudito, la fusione dei suoi oppositori. Lui auspica che i conti elettorali non saranno a loro favore. In politica non è come in aritmetica e 2 + 2 non fa sempre 4. Il risultato potrebbe essere 3, con un calo consistente di consensi a tutto vantaggio della destra. Certamente non avranno i voti della sinistra radicale. Le donne e gli uomini di sinistra e centro-sinistra non ci stanno a cancellarsi ed a perder quel residuo di identità che ancora gli rimane.

Perché, allora? Possiamo trovare una spiegazione razionale in quanto scritto da Alfredo Reichlin in un suo articolo del giugno 2006 dal titolo «Progettare la democrazia nelle società degli individui»: la società, sostiene Reichlin, non è più di classe ma degli individui. È vero la nostra società sta cambiando, ma lo sfruttamento continua, non più a livello delle classi ma degli individui. Gli sfruttati sono un esercito non più governabile e lo sfruttamento si manifesta in tutte le tipologie di lavoro, da quello manuale a quello intellettuale. Si chiama “precariato”. Il potere si basa proprio su questo sfruttamento. È un potere diffuso e generalizzato, con cui quelli che comandavano ieri continuano a comandare oggi, senza tante preoccupazioni per ciò che è democratico e ciò che non lo è. I riformisti ex-DS guardano a questa nuova società, e sostengono di farlo in nome dell’innovazione. Eppure, guardando i personaggi e gli interpreti di questo mutamento - sono sempre, da trent’anni a questa parte, le stesse immutabili figure – sorge legittimamente il dubbio che tutta l’operazione "PD" miri soprattutto ad assicurare la sopravvivenza politica di questi personaggi, piuttosto che all'aggregazione di movimenti e persone di ideali socialisti.

Pesa, inoltre, sul nascituro PD l’insistenza, da parte della Margherita, sulla connotazione cattolica del partito. La qual cosa è una contraddizione in termini, in quanto coloro che – come i cattolici integralisti - sono contrari al relativismo etico (e quindi sostengono l’assolutismo), e credono che la verità assoluta sia quella che proviene dal magistero di una gerarchia ecclesiastica (quindi non ammettono verità relative, cioè le opinioni), non sono democratici. Professano l’esigenza che il cattolicesimo “non sia relegato nella sfera privata”, cioè intendono affermarlo nella cosa pubblica.

Nello Stato c’è diritto di cittadinanza politica sia per i non credenti che per i credenti, ma i credenti di ogni fede, quelli portatori di spiritualità e speranza. I cattolici, o musulmani o quant’altro, sono portatori di dottrina, da imporre a tutti attraverso le leggi dello stato confessionale, che gerarchicamente viene dopo la dottrina stessa. Il Partito democratico come intende conciliare chi pretende di conoscere in partenza tutte le risposte, quali sono le mie e le tue esigenze, ed in che cosa dobbiamo credere? Intenderà farlo come fece la DC, cioè predicando bene e razzolando male? Mettendosi dalla parte della Vaticano ogni qualvolta questo deciderà di interferire negli affari italiani, gli unici al mondo che sembrano interessarlo?

Ai fassiniani che potrebbero ritrovarsi a essere una minoranza all'interno di un partito che in un futuro si ritroverebbe a governare con l'asse spostato molto al centro. E noi più che scorrere per torrenti dovremo ritornare a fare le dighe.

Per chi è di sinistra adesso c’è un senso di smarrimento. Coloro che hanno lasciato i DS perché in disaccordo, non attraggono, perché in ogni caso hanno deviato da quell’ideale di unità che per noi è imprescindibile. Il costituendo PSI vedrà il rientro dei vari De Michelis, e questo basta per provocarci un senso di disgusto. I partiti cosiddetti “antagonisti” non offrono garanzie di duttilità per contrastare una destra opportunista e senza scrupoli.

Resta la speranza di sbagliarci, augurando quindi ogni bene e buon lavoro.

Brigantino - Il Portale del Sud

aprile 2007


Gli editoriali del sito sono scritti congiuntamente da Fara Misuraca ed Alfonso Grasso

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