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Il castello di Deliceto

di Pina Catino ©

 

Il Castello di Deliceto (X sec)

foto e testi di Pina Catino

Costeggiando il Monte Salecchia (931 m) e percorrendo, nel verde, strade silenziose e tortuose, si arriva al Castello normanno di Deliceto.

Posto sopra una collina, fiancheggiata da due valli, domina il paesaggio subappenino Dauno meridionale (Fg).

I monti della Daunia (Puglia) fanno parte di un'area della penisola italiana che negli ultimi milioni di anni è stata coinvolta da complessi meccanismi orogenetici che hanno portato alla formazione della Catena subappenninica.

La costruzione del castello di Deliceto inizia nel X secolo ad opera dei Bizantini, ma la fortezza viene eretta dal normanno Tristaino nel 1073 circa, sotto Roberto il Guiscardo, con la funzione di luogo di difesa contro le incursioni esterne, tipicamente dei saraceni.

Ha la forma di un pentagono irregolare, con due torri rotonde e una quadrata.

La torre quadrata o Donjon, alta 30 m, sovrasta il paese e domina tutta la Capitanata.

L'architettura militare normanna poneva questi maestosi "donjon" a simbolo del potere feudale sul territorio da essi controllato e, dall'alto dei suoi trenta metri, è la parte più imponente del castello, con feritoie e angoli scolpiti con pietre bugnate e pareti molto spesse.

Anticamente era circondato da un fossato ed accessibile tramite un ponte levatoio.

Edificato sulla roccia, presenta quattro piani sovrapposti, di cui due con volta a sesto acuto e due ricavate da un rialzo, la cui pavimentazione è in legno. La parte superiore era destinata al signore del castello ed era accessibile tramite un unico ingresso, chiuso dall'interno tramite argani o funi in caso di pericolo. La torre è ancora in restauro.

Un camminamento percorribile lo unisce a due torri cilindriche denominate Torre Molo, all'epoca ingresso principale del castello, e Torre Parasinno, dal termine arabo parasin - ladrone, torre adibita a luogo di detenzione e tortura.

La tradizione racconta che in questa torre si trovava uno strumento di tortura a lame di rasoio, utilizzato contro i saraceni colpevoli di reati.

Oggi, il Castello, in fase ultima di restauro, si appresta a divenire un fervido Contenitore culturale e gli antichi alloggi sono la Sede del C. P. Club UNESCO di Deliceto dove sta allestendo il nucleo originario di una Biblioteca civica.

Nelle Scuderie si susseguono Mostre e Spettacoli, mentre nella Sala Magna, Convegni e Concerti. Sono state individuate altre sale per ospitare il Museo archeologico.

Le altre due torri, la Torre Molo e la Torre Parasinno, entrambe di forma tronco-conica, unite da un camminamento ancor oggi percorribile. I sotterranei della torre Parasinno erano destinati a prigione e a sala di tortura.

Sul portone di ingresso del castello ancora oggi si trova lo stemma della famiglia Piccolomini. Nel corso dei secoli il Castello di Deliceto ha ospitato signori normanni, svevi, angioini, aragonesi.

Monti della Daunia fotografati dalla rupe a strapiombo su cui si erge il Castello di Deliceto. La fortezza domina una vallata dove confluiscono i torrenti Gavitello e Fontana. La Daunia caratterizzata da un rilievo compreso tra la fascia collinare e quella di bassa montagna, con quote slm variabili da pochi centinaia di metri ad un massimo di 1151, è un’area situata tra il Tavoliere di Puglia, lo spartiacque appenninico, la valle del Fortore e la Valle del Fiume Ofanto. In questa foto si nota il contrasto morfologico tra le creste di rocce e le aree collinari. L’altura su cui sorge il Castello normanno di Deliceto è formato da strati di rocce lapidee appartenenti al Flysch di Faeto (Fg).

Particolare territorio della Daunia

Vista di Deliceto dal Castello

Camminamento di ronda che collega la torre normanna alle due torri cilindriche Molo e Parisinno

Il pozzo al centro del cortile nel castello. Sul cortile costruito in mattoni disposti a spina di pesce e da ciottoli irregolari, si affacciano gli alloggi all’epoca riservati al signore, alla sua corte, ai militi e alla servitù. Un castello ben progettato e solidamente costruito, dotato di pozzo era in grado di resistere indefinitamente a un assedio: normalmente solo il tradimento o qualche circostanza fortuita permetteva di impadronirsene.

Sulla porta di ingresso della Sala Magna si trovava lo stemma di Alessandro di Aragona, Marchese di Deliceto.

Accesso alle scuderie del castello. Dei fori attraversano il soffitto della scuderia collegando questo ambiente con il piano sovrastante. In questo modo il calore emanato dai cavalli poteva riscaldare gli ambienti sovrastanti.

Sui Monti dauni Sant’Alfonso de’ Liguori vi costruì il monastero di Santa Maria della Consolazione, ove fiorirono uomini celebri per santità e dottrina, due secoli prima di lui arrivò in questo luogo Felice da Corsano. Il beato Felice da Corsano visse in una grotta fatta scavare sotto l'eremo ancora oggi esistente e non dimentichiamo San Gerardo Maiella, il Missionario Redentorista, invocato in tutto il mondo come il Santo delle mamme e dei bambini. Negli ultimi venti anni il convento ospita la Comunità Mariana "Oasi della Pace" Rettore Padre Hananias Kablan.

Da sin ND Maria Consiglio Nacci - Direttivo Club UNESCO Bisceglie, il Presidente Floredana Arnò del Club UNESCO di Foggia, Vincenzo Mazzei presidente Club UNESCO Deliceto, Pina Catino Presidente Club UNESCO Bisceglie, sig.ra Cristha Busch e Giuseppe Dammacco presidente Revisori dei Conti Club UNESCO Bisceglie. Presidenti Club UNESCO Bisceglie- Foggia e Deliceto e alcuni soci davanti alla Sede C. P. Club UNESCO Deliceto. Clicca per ingrandire

Un atrio di accesso introduce a quella che oggi è la Sala Magna del Castello, dove si tengono convegni. Nella foto si riconoscono da sin, Nicola Spiezio – Critico musicale e Musicoterapista, l’Ass. alla Cultura Comune di Deliceto- Mariano Laudisi, il presidente C. p. Club UNESCO Deliceto – Vincenzo Mazzei, Franco Chiapperini – Presidente Club UNESCO Andria, il Presidente Club UNESCO Foggia – Floredana Arnò, Pina Catino – Presidente Club UNESCO Bisceglie, Membri della Federazione naz. Italiana UNESCO, Associata alla Federazione mondiale relatori nel Convegno sul Patrimonio identitario delicetano. Clicca per ingrandire

Pina Catino - presidente Club UNESCO Bisceglie, fotografata dal Poeta Salvatore Memeo lungo il camminamento

Bibliografia

  • Il patrimonio geologico della Puglia, territorio e geositi, SIGEA 2010

  • Consalvo Di Taranto, Deliceto Storia civile e religiosa, 1998

  • Giuseppe Bracca, Deliceto Memorie Storiche, 1903

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