Escort, festini, minorenni
Le dieci menzogne del
Cavaliere
di Giuseppe D'Avanzo
Dice l'Egoarca
che è stufo e replicherà "colpo su colpo". Dice, e sembra una sfida: "Venitemi
a dire che non rispondo alle domande, siano quelle di Repubblica o di El
Paìs". Più che rispondere, Silvio Berlusconi sfoggia - non è una novità, è
la magia che gli riesce meglio - una sapienza stupefacente nell'uso della
menzogna che manovra in ogni direzione. Ora nasconde la verità, ora la
inventa di sana pianta, ora la nega contro ogni evidenza, ora la deforma
secondo convenienza. Se si analizzano i nove minuti della perfomance
autistica e autocelebrativa della Maddalena, dinanzi uno Zapatero sgomento,
salta fuori un catalogo di dieci menzogne (e una sorprendente verità che gli
sfugge inconsapevolmente).
1. La
prima menzogna. L'Egoarca non risponde alle domande di Repubblica. Ne
dimentica alcune. Due soprattutto suggerite dall'allarme della donna che lo
conosce meglio, la moglie. Veronica Lario dice che Berlusconi "frequenta
minorenni" e "non sta bene". Il capo del governo si tiene lontano da terreni
che devono apparirgli minati. È stato documentato che ha frequentato due
minorenni (Noemi e Roberta), invitate a Villa Certosa, senza i genitori nei
giorni di Capodanno 2009. Noemi Letizia, minorenne, lo ha accompagnato a una
cena del governo. C'è altro? Silenzio. Berlusconi non osa affrontare la
questione della sempre più evidente sexual addiction che lo costringe a una
vita sconveniente e pericolosa.
2.
Berlusconi nega che nelle sue residenze ci siano "feste e festini". Dice
che, come leader del suo partito, "fa una serie di incontri con i
rappresentanti e le rappresentanti di organizzazioni politiche, come i
circoli "Meno male che Silvio c'è"". È una bugia. Da quel che è stato
documentato dall'indagine di Bari, dalle testimonianze di Tarantini e di
alcune "ospiti" retribuite, gli appuntamenti notturni del premier non
prevedono né discussione politiche (si parla soltanto dei successi dell'Egoarca,
se ne ammirano gli interventi in giro per il mondo, si ride della sue
barzellette) né la partecipazione di comitati di fans. Un cerchio stretto di
ruffiani e ruffiane invita a Palazzo o in Villa ragazze ambiziose o
professioniste del sesso che accettano di passare la notte con il
presidente.
3. Dice
l'Egoarca: "Non è vero che ho candidato "veline". Abbiamo fatto un corso per
giovani laureate che volevano diventare assistenti di eurodeputati e ne
abbiamo individuate tre con grandi capacità". È una menzogna. Il "corso" è
stato organizzato per preparare candidati e candidate al Parlamento di
Strasburgo, come hanno confermato nel tempo i ministri che vi hanno preso
parte come docenti. È stato un corso di formazione dove la presenza di
"veline" era così appariscente da essere raccontata con molti particolari
dai giornali (ohibò!) della destra. Il primo quotidiano che dà conto della
candidatura di una "velina" alle elezioni europee è il Giornale della
famiglia Berlusconi. Il 31 marzo, a pagina 12 si legge che "Barbara Matera
punta a un seggio europeo". "Soubrette, già "Letterata" del Chiambretti c'è,
poi "Letteronza" della Gialappa's, quindi annunciatrice Rai e attrice della
fiction Carabinieri, la Matera, scrive il Giornale, "ha voluto smentire i
luoghi comuni sui giovani che non si applicano e non si impegnano. "Dicono
che i ragazzi perdino tempo. Non è vero: io per esempio studio molto"". "E
si vede", commenta il giornale di casa Berlusconi. Il secondo giornale che
svela "la carta segreta che il Cavaliere è pronto a giocare" è Libero, il 22
aprile. A pagina 12, le rivelazioni: "Gesto da Cavaliere. Le veline azzurre
candidate in pectore" è il titolo. "Silvio porta a Strasburgo una truppa di
showgirl" è il sommario. I nomi della candidate che si leggono nella cronaca
di Libero sono: Angela Sozio, Elisa Alloro, Emanuela Romano, Rachele
Restivo, Eleonora Gaggioli, Camilla Ferranti, Barbara Matera, Ginevra
Crescenzi, Antonia Ruggiero, Lara Comi, Adriana Verdirosi, Cristina Ravot,
Giovanna Del Giudice, Chiara Sgarbossa, Silvia Travaini, Assunta Petron,
Letizia Cioffi, Albertina Carraro. Eleonora e Imma De Vivo e "una misteriosa
signorina" lituana, Giada Martirosianaite. Sono questi nomi, questi metodi a
sollevare le critiche della fondazione farefuturo, presieduta da Gianfranco
Fini. La politologa Silvia Ventura avverte che "il "velinismo" non serve:
assistiamo a una dirigenza di partito che fa uso dei bei volti e dei bei
corpi di persone che con la politica non hanno molto da fare. Le donne non
sono gingilli da utilizzare come specchietti per le allodole". "Ciarpame
senza pudore", aggiunge Veronica Lario.
4. Dice
l'Egoarca: "[Con Patrizia D'Addario] mi sono comportato come si deve
comportare secondo me ogni padrone di casa". Quel che si sa del primo
incontro di Berlusconi smentisce la correttezza di un padrone di casa
consapevole di avere accanto una prostituta. "Che Patrizia fosse una escort,
quella sera, lo sapevano tutti", dice Barbara Montereale, anche lei
ingaggiata dal ruffiano del presidente, Gianpaolo Tarantini. C'è una traccia
della consapevolezza del presidente. L'Egoarca "stropiccia" subito Patrizia
D'Addario seduta accanto a lui sul divano, dinanzi agli uomini della sua
scorta. Nel primo incontro, le propone di visitare la camera da letto in
compagnia di altre due ragazze. La sollecita a entrare nel "lettone di
Putin". La D'Addario rifiuta.
5. Dice
l'Egoarca: "Nella patria di Casanova e dei playboy, la gioia più bella è la
conquista. Se tu paghi che gioia ci potrebbe essere?". È una menzogna. Come
Barbara Montereale, la D'Addario è stata ricompensata con una candidatura
politica (doveva entrare nelle liste Europee, ottenne poi uno spazio per le
elezioni comunali di Bari). Alla D'Addario Berlusconi promise anche un
intervento politico per sistemare un affare edilizio. Corrispettivi dello
scambio sesso-potere. Quando si alleggeriranno le pressioni corruttive e le
intimidazioni sulle ragazze, anche straniere, ospiti di Villa Certosa (e
immortalate dalle immagini di Salvatore Zappadu) si potrà forse riferire
quello che alcune testimoni hanno raccontato: e cioè come Berlusconi
distribuisse egli stesso alle falene le buste con il denaro. Si potrà dire
della regola imposta come assoluta di non parlare "mai, mai" con le altre
ragazze del denaro ricevuto perché in quelle buste il numero delle banconote
non era sempre uguale, duemila, cinquemila, diecimila euro. Il "sultano"
premiava la performance, a quanto pare.
6. Dice
Berlusconi: "Un imprenditore di Bari, Tarantino o Tarantini, era venuto ad
alcune cene facendosi accompagnare da belle donne. Erano ragazze che questo
signore portava come amiche sue, come sue conoscenti". È stupefacente che il
capo del governo finga di non ricordare il nome del suo ruffiano e banalizzi
ora un'intensa amicizia. Le intercettazioni delle loro conversazioni - e
soprattutto la loro frequenza - contraddicono le sue parole. Tarantini e
Berlusconi si sentivano anche dieci volte al giorno e nei brogliacci della
procura della Repubblica ci sono decine e decine di telefonate. Nessun
reato, dice ora il procuratore di Bari. In ogni caso, lo scambio tra il
presidente del consiglio e il suo ruffiano è chiaro: l'Egoarca chiede "belle
donne", Tarantini (pagandole) gliele procura. In cambio, il ruffiano conta
sull'influenza del premier per concludere affari. Forse non c'è reato, ma il
baratto può dirsi limpido per la rispettabilità delle istituzioni e neutro
per la gestione della cosa pubblica?
7. La
settima menzogna custodisce una singolare verità. Dice Berlusconi: "Io sono
stato vittima di un attacco di una persona [la D'Addario] che ha voluto
creare artatamente uno scandalo". L'Egoarca non si rende conto di confermare
una delle questioni più rilevanti di questo caso: la sua vulnerabilità. Una
vita disordinata e sconveniente per il decoro e l'onore della responsabilità
pubblica che ricopre lo ha reso fragile, ricattabile. È falso che la D'Addario
lo abbia ricattato (ha solo risposto a un pubblico ministero che la
interrogava offrendo documenti sonori che da sempre maniacalmente raccoglie
in ogni occasione). È vero che Berlusconi sia ricattabile. Quante sono le
ragazze che possono minacciarlo? Il via vai di prostitute a Palazzo
Grazioli, le cene, le feste, il sesso, le orge, le sue abitudini di vita e
il veleno della satiriasi espongono con tutta evidenza Silvio Berlusconi a
pressioni e tensioni che nessuno è in grado oggi di immaginare.
8. Dice l'Egoarca:
"L'informazione buona è la tv". L'informazione televisiva, controllata
direttamente o indirettamente dal capo del governo, è stata pessima. Si è
trasformata in una "macchina del silenzio" che ha negato a sette italiani su
dieci le notizie più elementari e comprensibili di un "caso" che ha
screditato e scredita in tutto il mondo il presidente del consiglio e, con
lui, il nostro Paese. E tuttavia è stata proprio la televisione a fargli lo
scherzo più maligno. A maggio l'Egoarca va a Porta a porta per spiegare
"veline" e Noemi. Infila un rosario di bugie e contraddizioni che, dopo
mesi, ancora lo soffocano. Quando si accorge dell'errore, ritorna davanti
alla telecamere per dire un'altra bubbola strabiliante: "Non ho detto
niente".
9.
Berlusconi dice: "Non c'è alcuno scontro con la Chiesa". La menzogna è
contraddetta dall'impossibilità oggi per Berlusconi di incontrare il Papa,
il segretario di Stato vaticano Tarcisio Bertone, il presidente dei vescovi
italiani Angelo Bagnasco. Una difficoltà acutizzata dal character
assassination del direttore dell'Avvenire, Dino Boffo (accusato dal
giornale del premier di omosessualità con un falso documento giudiziario).
Le parole più severe contro Berlusconi sono state pronunciate dal segretario
generale della Cei, il vescovo Mariano Crociata: "Assistiamo a un disprezzo
esibito nei confronti di tutto ciò che dice pudore, sobrietà, autocontrollo
e allo sfoggio di un libertinaggio gaio e irresponsabile che invera la
parola lussuria. Nessuno deve pensare che in questo campo non ci sia gravità
di comportamenti o che si tratti di affari privati. Soprattutto quando sono
implicati minori, cosa la cui gravità grida vendetta al cospetto di Dio".
Buoni rapporti?
10. Dice
Berlusconi: "Credo di essere di gran lunga il miglior presidente del
Consiglio degli ultimi 150 anni". Bè, questa è davvero la menzogna più
grossa.
La Repubblica,
12 settembre 2009
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