Mario Cutelli, figura straordinaria di catanese del 1600, lo vogliamo ricordare per l’attualità dei suoi insegnamenti che si possono dedurre dalla storia della vita, dalla controversa attività politica, dalle soluzioni giuridiche sorprendenti che cercò di far realizzare all’imperatore di Spagna.
La Sicilia del 1600 era una terra dell’impero spagnolo. Un impero ricco e potente dove non tramontava mai il sole. La Spagna aveva già “colonizzato” il nuovo mondo e iniziava la penetrazione anche in Africa e in terre d’oltremare; era padrona dell’oro che affluiva abbondante dall’America, oro che sarebbe stato prima la gioia e dopo la disgrazia degli stessi spagnoli. La circolazione monetaria, infatti, si sarebbe in seguito inquinata e quindi inflazionata, creando una crisi europea per cui si definisce il secolo del barocco un tempo di crisi economica di lungo periodo.
La Sicilia era in ostaggio al potere castigliano che si distingueva da quello precedente aragonese per piccole e grandi cose. La Sicilia di re Martino e della regina Bianca, era molto diversa dal vice-reame che la dinastia castigliana aveva poi costruito distrattamente, sottovalutando il potere baronale. I baroni incominciarono ad avere più potere man mano che gli spagnoli interpretavano il loro ruolo come conquistatori ed esattori fiscali.
Con la Spagna dei re e imperatori di Castiglia, tramontava la speranza del Regno di Sicilia, i baroni della
Trinacria riconquistavano la legittimità e la titolarità del “mero e misto imperio”. La prepotenza baronale e la paura dei tribunali dell’inquisizione faceva diminuire la speranza dei siciliani che regredivano culturalmente ed economicamente.
Mario Cutelli fu umanista ancor prima di essere giurista, politologo, oggi si direbbe, strenuo difensore dello stato laico in tempi difficili, tempi molto difficili se, viaggiando indietro, ci spostiamo in una realtà tanto diversa da quella contemporanea. Mario Cutelli fu realista in politica, umanista e mai machiavellico!
Ristabilire il diritto agli“usi civici” e riportare le competenze dei tribunali dell’inquisizione entro i limiti stretti della “purezza” della fede, furono due grandi temi e battaglie che Mario Cutelli ha voluto combattere, spesso a rischio della propria vita. La lotta alle prepotenze baronali ed
ecclesiastiche, significava lotta per la civiltà, e oggi diremmo per la democrazia, come voler lottare contro la mafia in un periodo non sospetto di mafia.
Non era aristocratico, ma capiva che l’amministrazione della cosa pubblica non poteva essere lasciata in mano di chiunque, in particolare ad una nascente borghesia che amava poco la cultura e il sapere, una borghesia che, già allora, voleva appropriarsi degli incarichi pubblici per utilizzarli nel commercio privato. Fu accanito sostenitore della creazione di una scuola per giovani aristocratici, da avviare al governo o a rivestire incarichi pubblici.
Il convitto Cutelli nasceva sul modello delle scuole per nobili della Spagna. Nasceva da un preciso voler creare una classe di burocrati veramente preparati. Non solo quindi una nobiltà di spada ma una nobiltà ricca di sapere e di conoscenza.
Mario Cutelli,
nacque a Catania nel 1589. Era figlio illegittimo di un Cutelli,
famiglia nobile dall'XI secolo. Fu,
poi, nominato conte dal re di Spagna. Morì a Palermo nel 1654, dove fino ad oggi riposa nella chiesa di San Francesco di Paola.
Santo Catarame
Tratto da Corrieredaristofane n° 5417, juovi nuviémmuru 2005 |