Note sull'artista
Scarne le notizie sul pittore, forse nativo di Gaeta ed identificabile col "Giovan
Francesco Crescione" citato da Vasari. Nella città sono presenti molti suoi
dipinti, soprattutto di soggetto religioso, fra cui una tra le prime opere
note, il ciclo cristologico nella "Grotta d'oro" all'Annunziata del
1531 (dove tuttavia l'artista si firma come napoletano), coevo al polittico
di Santa Maria del Piano ad Ausonia (firmato e datato 1531).
Secondo la storiografìa tradizionale, in seguito a contrasti con il padre
sarebbe fuggito a Roma dove avrebbe studiato Raffaello, frequentando la
scuola di Perin del Vaga e avvicinandosi agli allievi più eccentrici dell'Urbinate,
fra cui Polidoro da Caravaggio. Allievo del salernitano Andrea Sabatini, con
il quale collabora nella realizzazione di opere per il monastero di
Montecassino (1529), alla morte del maestro diviene l'artista di riferimento
in ambito gaetano.
Intensa anche la sua attività a Napoli, dove è documentato dal 1529 (Sant'Andrea,
già in Santa Maria delle Grazie a Caponapoli) e dove realizza il San
Domenico (nella chiesa omonima) e le Storie della Vergine (Napoli, Museo
Pignatelli).
Della consistente produzione si ricordano inoltre i dipinti per il duomo di
Ravello e per quello di Gaeta, la Crocifissione del Banco di Napoli e
le Storie cristologiche di San Paolo Maggiore. La sua opera più tarda
appare influenzata dai collaboratori della bottega, fra i quali spiccano
alcuni familiari, come Giovannangelo e Mariangela Criscuolo.
Controversa è la data di morte dell'artista, registrato ancora come vivente
nelle Vite del Vasari (seconda edizione, 1568), ma variamente posta dal De
Dominici al 1570 e 1584.
Tratto dalle
biografie degli artisti di
Marina Minozzi
per l’opera “La Collezione d’Arte del Sanpaolo Banco di Napoli” a cura
di
Anna Coliva.
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