Pensiero Meridiano

 

Riproduciamo, su concessione de Il Sole-24 Ore, i seguenti due articoli sulla vicenda del crac della banca leghista Credieuronord

Credieuronord -1 / La rivolta degli azionisti

(tratto da Il Sole-24 Ore, edizione Plus del 24.09.2005, a firma Stefano Elli e Marco Liguori)

La marcia dei 500 soci

Gli azionisti della banca leghista si riuniscono in un comitato. Lo scopo? Dare battaglia per riavere almeno parte del proprio denaro

I soci della Banca Popolare Credieuronord, l'istituto vicino alla Lega Nord, stanno preparando le loro mosse per recuperare il proprio capitale investito. I promotori del «Comitato Amici della Credieuronord», che raccoglie 500 azionisti dell'istituto su un totale complessivo di 3.300, hanno intenzione di incontrare nelle prossime settimane i magistrati della Procura della Repubblica di Milano Margherita Taddei, Giulia Perrotti e Riccardo Targetti, che stanno indagando sulla vicenda dell'azienda di credito leghista coinvolta nello scandalo delle malversazioni della curatrice fallimentare Carmen Gocini nelle casse degli ex proprietari di Radio 101 Angelo e Caterino Borra. L'iniziativa segue quella dello scorso febbraio, quando un centinaio di loro presentò un esposto collettivo (il cui testo è sul sito del comitato http://labancadellalega.web-gratis.net) agli stessi Pm, in cui si chiedeva di fare chiarezza sulle vicende che hanno causato in tre esercizi finanziari il dilapidamento del patrimonio dell'istituto.

«Il capitale sociale era pari a 30 miliardi di vecchie lire - spiega Fabrizio Fenoglio, coordinatore del Comitato - sottoscritto in gran parte da militanti e simpatizzanti della Lega Nord: in tre anni di operatività ne è stato sperperato circa l'85 per cento. Nel 2001 le azioni valevano 50mila lire, pari a 25 euro: il primo esercizio ha chiuso in rosso, ed era normale visto che la banca era in fase di avviamento. Nel 2002 fu varato un aumento di capitale da 28 euro per azione: ma non servì a nulla per l'ennesima chiusura in perdita». Ai soci fu chiesto un altro contributo nel 2003. «Fu indetta un'altra operazione di incremento del capitale - prosegue Fenoglio - a 9,5 euro per azione, a cui parteciparono i vertici della Lega, insieme a consiglieri regionali e comunali». Alla fine del 2004 l'assemblea dei soci votò la sua trasformazione da società cooperativa in Spa, denominata Euronord Holding, per permettere il suo passaggio alla Banca popolare Italiana (ex Banca Popolare di Lodi). Quest'ultima, per ora, ha rilevato solo il ramo d'azienda della holding costituito dall'attività bancaria con i due sportelli di Milano e Treviso: il progetto prevede la fusione della holding nel gruppo lodigiano. «Ciò però è sottoposto alla clausola con cui la Bpi - aggiunge Fenoglio - attende la risoluzione di tutte le controversie legali della ex Credieuronord. Oltre, naturalmente alla risistemazione dei conti e dei vertici della stessa Banca popolare italiana dopo le dimissioni irrevocabili del suo amministratore delegato Gianpiero Fiorani. Ciascun azione della holding vale 4 euro: quelli che hanno sottoscritto le azioni all'atto di nascita della banca stanno perdendo 21 euro per azione, mentre chi ha sottoscritto il primo aumento di capitale è sotto di 24 euro. I soci sottoscrittori solo del secondo hanno un rosso di 5,5 euro ad azione». Legittimo, dunque, il risentimento e la rabbia di coloro che, spinti dalla fedeltà di partito ed esortati ad aderire all'iniziativa da Umberto Bossi in persona, hanno perso circa il 70% del proprio investimento.

Il Comitato presenterà ai magistrati un dossier riguardante una serie di atti su operazioni effettuate dalla Credieuronord. Inoltre, ai Pm sarà esibito anche il Bollettino della Vigilanza della Banca d'Italia del marzo 2004. In esso, gli ispettori di via Nazionale hanno rilevato cinque tipi di irregolarità: «Carenze nell'organizzazione e nei controlli interni», «carenze nei controlli interni da parte del collegio sindacale», «carenze nell'organizzazione e nei controlli interni da parte del direttore generale», «carenze nella gestione del credito da parte del consiglio di amministrazione e del direttore», «posizioni ad andamento anomalo e previsioni di perdite non segnalate alla vigilanza da parte del consiglio di amministrazione, del collegio sindacale e del direttore generale». Per la prima, quarta e quinta infrazione sono stati sanzionati ciascuno con 7.746 euro il presidente Francesco Arcucci, il vicepresidente Giovanni Maria Galimberti, i consiglieri Massimo Barbiani e Maurizio Balocchi (sottosegretario leghista all'interno) dall'allora ministro dell'Economia, Giulio Tremonti. I tre membri del collegio sindacale hanno ognuno ricevuto una sanzione di 5.164 euro, mentre l'ex direttore generale Giancarlo Conti ha avuto una sanzione di 15.680 euro. Solo Galimberti ha presentato ricorso alla Corte di appello di Roma contro la decisione di Tremonti, ma è stato respinto dai giudici.

Stefano Elli e Marco Liguori


Credieuronord - 2 / L'inchiesta penale

(tratto da Il Sole-24 Ore, edizione Plus del 24.09.2005, a firma Stefano Elli e Marco Liguori)

Le prossime tappe del processo sulle distrazioni alla fallimentare

Ma perché non vi occupate di Parmalat e di Cirio?». Così il ministro del Welfare Roberto Maroni al cronista che gli chiedeva un commento sulla vicenda della banca leghista Credieuronord.

Una vicenda ancora aperta, almeno sul fronte penale, e che vede la prossima tappa programmata il 20 ottobre, quando di fronte al Gup di Milano Enrico Manzi, si ritroveranno insieme i commercialisti e curatori fallimentari Carmen Gocini e Giancamillo Naggi, gli ex titolari di Radio One-o-One Angelo e Caterino Borra e il direttore generale della banca della Lega Credieuronord Giancarlo Conti con il responsabile della filiale di Milano Alfredo Molteni. In fase di archiviazione, su richiesta dei Pm, invece la posizione dell'ex presidente del consiglio di amministrazione della banca Giovanni Maria Galimberti. Da sottolineare come, tra gli indagati, non risulta alcun membro del consiglio di  amministrazione, ne l'ex vicedirettore generale Bruno Sirtori, uscito dalla banca nel settembre 2002 per «divergenze con i vertici».

Il dirigente e il funzionario della Banca Credieuronord, al contrario, sono imputati in quanto responsabili delle segnalazioni antiriciclaggio. Per l'accusa, avrebbero mancato di indicare all'Ufficio italiano cambi tra l'ottobre 2001 e l’agosto 2003, il versamento di 64 assegni circolari per complessivi 13,244 milioni di euro provenienti dalle distrazioni della Gocini. In altre parole per i Pm i dirigenti avrebbero favorito le operazioni di candeggio del denaro (circa 30 milioni di euro) che, dal 1994 ad oggi, era stato distratto dalle procedure dai professionisti milanesi.

A supporto delle tesi della Procura della Repubblica vi è poi la consulenza tecnica di un funzionario dello stesso Ufficio italiano cambi, Nicola Gomez, in cui si sottolinea la natura illecita delle operazioni messe in atto. Dal canto loro gli indagati ridimensionano: si sarebbe trattato di una semplice violazione di regolamenti: le operazioni bancarie sarebbero state registrate sotto il codice normalmente utilizzato per prelievi e versamenti in contanti anziché in quello utilizzato per i bonifici. Ma secondo quanto risulta a Plus, esiste un altro filone dell'inchiesta che riguarda i fratelli Borra e le malversazioni: un filone sino a questo momento inesplorato e che riguarda altri movimenti di denaro transitati su conti di banche diverse su cui i magistrati intendono far luce.

St.E.e M.L.

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