Le interviste di Brigantino e don Virgilio

 

Enrico Cialdini, duca di Gaeta

(serie infamoni generali)

Viva 'o Rre!

"Mi APPELLO alla CLEMENZA della Corte!"

L'avvocato difensore, Don Liborio Romano, si guardò intorno soddisfatto, già pregustando il successo: eravamo infatti in un posto dove la clemenza non si nega. Di contro, quelle parole raggelarono i cuori degli spettatori, nell'aula della Gran Corte Criminale. Il pubblico aveva seguito, stipato sugli spalti, con rumorosa passionalità il processo a carico del generale Enrico Cialdini, ma ora sembrò di colpo ripiombare nella rassegnazione.

Il cancelliere, Gabriele, iniziò meccanicamente a scrivere, quando....

Cialdini: NOOO!! Io, Enrico Cialdini, duca di Gaeta, Luogotenente di S.M. il Re del Piemonte, NON CHIEDO CLEMENZA A NESSUNO!!

Al che sul volto del Cancelliere riapparve la beata espressione angelica, mentre l'aula si trasformò in una bolgia infernale, per le grida di giubilo della gente, "Viva 'o Rre nuosto!" la esclamazione più ricorrente. Sembravano fantasmi straccioni, con un vecchio fucile al braccio, o con una valigia di cartone. C'erano anche i soldati di Gaeta, fedeli di un regno dimenticato. E c'era anche Vittorio Emanuele II, introdotto come testimone, che non capiva una parola d'Italiano: ad un certo punto perse le staffe e blaterò: "Moi suis le roi de l'Italie!!". Fu immediatamente riportato giù da due bersaglieri in divisa rossa, con le corna e il forchettone. Una vecchina pianse.

Intanto nella vasca in cui erano sistemati difensore ed imputato...

Don Liborio: Non si preoccupi, mon generale, ricorreremo in appello: "quelli" si sono comprati i testimoni!

Cialdini: Avvocato! Qui mi processano ogni dì e mai vinsi, sebbene difeso da Cuoco, Crispi, Croce, Craxi e Previti! Ed ora lei .. con i suoi testimoni "di panza": ha visto? Li hanno subito riconosciuti e rispediti a Napoli. Mi consenta: se ne torni nel suo girone, terrone!

Don Liborio: Ma perché rifiutar clemenza?

Cialdini: Certissimamente non lo capirai, poiché meridionale traditore e puzzone! L'onor lo veta, ed un galantuomo sol al suo re s'inchina. AVANTI SAVOJA! È d'uopo che vi misuri il cranio il mio dottor Lombroso! Ah, se feci bene a farvi carne da cannone e da forca! Come è piacevole il ricordo di quelle teste mozzate di voi miserabili delle Indie piemontesi! Le facevo issare nelle piazze dei vostri paesi, saccheggiati, stuprati, con le femmine gravide dei miei bersaglieri! E poi sventrate dalle loro invadenti baionette! Ah, che giorni! AVANTI SAVOJA!

Don Virgilio: Dottò, mettetevi lo scafandro: ARRIVANO I BRIGANTI!!

Ma facciamo un passo indietro a beneficio del lettore, acciocché lo si informi di quello strano caso, in cui mi trovavo, travolto dagli avvenimenti. Orbene don Virgilio, portinaio del mio palazzo, già lo conoscete, in quanto mio duca di luoghi insoliti, torridi come gli inferi, ad intervistare personalità del passato. L'altro ieri, il benevolo guardaporte, che in verità tiene assaj Santi in Paradiso, mi avvicinò con fare eccitato.

"Vorrà la rata di agosto della regalia di Natale" pensai subito ... ed invece...

Don Virgilio: Dottò, fatti non fummo per vivere come bruti!

Brigantino: Virgì, ma te fussi 'nsallanuto 'a primma mattina!

Don Virgilio: Ma no! Sta scritto qui, in questa lettera per voi, portata da 'na bella postina: pareva un angelo!

Brigantino: E non ho capito! Tu hai aperto la mia corrispondenza ..come al solito!

Don Virgilio: Guardate la firma, dottò, guardate...

Brigantino: ...Oh, mio Dio! ... Non può essere! ... vorrei sapere chi si diverte a fà sti pazzielle!

Don Virgilio: Leggete, leggete il pi.esse!

Brigantino: Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole, né più dimandare! ... Ma vediamo il testo: e già, tu l'hai letto, io ancora no! ... La S.V. è nominata giudice popolare nel processo contro Cialdini gen. Enrico. Seguiranno istruzioni. Munirsi di tuta da palombaro assolutamente stagna. Stop.

Per raggiungere l'aula fu d'uopo recarsi al luogo delle passate interviste, vicinissimo a Napoli. Passammo il fiume nero con lo scorbutico traghettatore, mentre nu cane gruosso, sembiante Bossi, abbaiava in lontananza.

Un processo così non l'avevo mai visto: praticamente faceva tutto il cancelliere, Gabriele. Poi, durante una pausa, riuscii ad avvicinare l'imputato ed il suo avvocato, che stavano in posizione assaj incomoda, cioè in una piscinetta asciutta, di un tre metri di profondità. Il perché, lo capii dopo.

Brigantino: Generale, racconti qualcosa per i nostri lettori: lei non è piemontese, vero?

Cialdini: Quest'è un'infamia! Son piemontesissimo di Castelvetro di Modena, provincia di Vercelli! Medaglia d'oro nei moti del 1831, fui poscia decorato in Spagna, al soldo dell'esercito che s'opponeva a don Carlos. Nel 1848 entrai finalmente nell'esercito savojardo, vincendo a Novara. Vinsi in Crimea, stravinsi nel 1860, alla testa dell'eroico quarto corpo d'armata savojarda. Presi le Marche, schiacciando i papalini a Castelfidardo e presi Gaeta col cannone. Indi fui incoronato duca e luogotenente del re delle Sicilie piemontesi, per sterminar li briganti napolitani; e mi tolsi la soddisfazione di evirare Garibaldi all'Aspromonte. Fui comandante supremo nella guerra del 1866, dove vinsi nuovamente... AVANTI SAVOJA!

Brigantino: Le vengono attribuiti feroci massacri

Cialdini: Massacri? Si possono massacrar gli umani, pei meridionali fu purga e medicina, mi consenta!

"Arrivano i BRIGANTI!"

Si fecero d'appresso al bordo della vasca, per primi, i Briganti più audaci, chiamando a gran voce: "Terzo porta i pitali!". Vittorio Emanuele III apparì come dal nulla (la statura?), recando bei vasi da notte smaltati e puliti.

Virgilio: Uhè, Terzo che vai facenno?

Terzo: Rifornisco di pitali i signori Briganti del basso Piemonte (puozzano sculà). Mi avete portato i babà?

Virgilio: Ce li siamo mangiati: non ti trovavamo!

Terzo: Africa: ecco il vostro posto!

Intanto i Briganti defecavano allegramente, rovesciando poi il fumante contenuto nella vasca di Cialdini, alcuni solennemente, altri con soddisfazione per il quantitativo prodotto, altri ancora con gesto irruente: capii allora a cosa serviva lo scafandro!

I Briganti: Terzo, ancora pitali! La vasca è grande!

E pitale dopo pitale, la vasca andava riempendosi di cacca. Cialdini e Don Liborio ostentavan noncuranza, ma quando il livello iniziò a lambirne il collo, cominciarono a dar segni di nervosismo!

Cialdini: Mi potrete sommergere, ma il mio grido sarà sempre AVANTI SAVOJARDI! Tornerà il tempo in cui facemmo scempio di Casalduni e Pontelandolfo! Vi impiccherò e ancor vivi vi butterò nella calce. E per primi donne e bambini, naturalmente!

Al che ti confesso, illustre lettore, che la mia mitezza di Meridionale se ne andò a farsi benedire e gridai di scatto: Terzo! Porta subito UN PITALE ANCHE PER ME, bello grande!

Brigantino: Scusate, Don Gabriele, ma io non capisco: mi avete chiamato, ma perché? Non c'è stato alcun giudizio!

Gabriele: Il Giudizio già c'è stato, tempo fa. Tutto ciò che hai visto e fatto, fa parte della pena n° 2.

Don Virgilio: Dottò, dobbiamo andare: Cialdini e Liborio devono fare la full immersion e quindi mò aprono la CLOACA MASSIMA!

e quindi uscimmo a riveder le stelle.

Viva 'o Rre!

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