Cervinara,
alle pendici dell’Irpinia, è custode dei segreti della Valle
Caudina, dove i miti degli antichi Sanniti, che piegarono
Roma, si intrecciano con le saghe longobarde e le avventure
dei briganti post-unitari. Sullo sfondo, il monte Partenio,
incorniciato da un verde paesaggio. Cervinara è anche la
confluenza tra mondi diversi: Napoli, Avellino e Benevento.
Ma ha saputo serbare nei secoli la prerogativa di città
salubre e industriosa, pacata e solenne come le montagne che
la incasellano. Il clima è gradevole, i campi offrono uva e
frutta pregiata, i boschi di pioppi del Parco Nazionale
del Partenio, con i
suggestivi torrenti, garantiscono al fortunato
turista passeggiate in armonia con la natura.
Anche nel nome, Cervinara serba un piccolo mistero. La
leggenda vuole che derivi dalla dea delle messi, Cerere, ed
una delle ricorrenze più importanti della città è ancora
oggi la "Cereris Ara". Più probabile è che il nome
derivi dai cervi che popolavano la zona. Certo è che
verso l'anno 840, i duchi longobardi di Benevento ottennero dai
frati del monastero di San Vincenzo al Volturno il "Castrum
quod dicitur Cerbinaria in Caudetanis". Intorno al
castello eretto dai longobardi il borgo crebbe arricchendosi
di casali. Cervinara quindi seguì la sorte dei
principi longobardi fino al sopraggiungere dei Normanni di
Re Ruggero II (1139), quando castello e borgo furono
saccheggiati. Sotto Federico II sul trono del Regno di
Sicilia, la Valle Caudina fu nuovamente teatro di lunghe
battaglie.
Con
l'arrivo degli Angioini nel regno, Cervinara fu assegnata al
Principato Ultra, e vi rimarrà fino all’Unità d’Italia,
allorché venne creata la Campania, fondendo i
Principati Ultra e Citra con Napoli e con Terra di Lavoro.
Nel 1800 divenne capoluogo di mandamento. Nel periodo
post-unitario si ebbero varie insurrezioni con scontri tra
le truppe piemontesi, che avevano invaso il territorio
appoggiati dai proprietari terrieri, ed i "briganti" che
difendevano invece le prerogative dei contadini. Cervinara
subì ripetute repressioni. Seguì il periodo sabaudo e con
esso il declino di Cervinara e di tutta l'Irpinia, che pagò
un prezzo altissimo all'emigrazione ed alle tante guerre
dichiarate dal Regno d'Italia. Con l'avvento della
Repubblica, la situazione è lentamente migliorata. Oggi
Cervinara si presenta con tutte le carte a posto per offrire
servizi e attrazioni turistiche di eccellenza.
Da visitare è il cinquecentesco Palazzo Marchesale,
con il magnifico portale, i saloni ricchi di dipinti del
'700 ed il bel giardino interno. La settecentesca
Chiesa di San Gennaro,
nel Casale Ferrari, ha un notevole interesse architettonico
e custodisce un coro ligneo del 1500 e marmi policromi. Il
Castello
fu
edificato su un preesistente villaggio fortificato
sannitico. Sebbene definito già nelle cronache del 1500 "antiquo
e mezzo rovinato", ha avuto un restauro recente, seppur
parziale: si possono ammirare la torre a pianta quadra e
parte della cinta muraria. |